domenica 15 gennaio 2012

pensierino del giorno-15/01/2012

eccoci con la seconda parte, che sarà più ampia ed articolata.
avevo lasciato dicendo come sarà possibile solo per i grandi studi abbassare i costi e in questo senso andare incontro alle richieste del mercato. la mia paura è che qualche sciagurato tenti di fare fortuna con cause futili e pretestuose, paura che rischia di diventare realtà visto che quanto a materia prima di imbecilli siamo ben forniti e abbiamo un tasso di litigiosità spaventoso. questo conduce a un intasamento delle aule dei tribunali, che già ora sono pieni di lavoro. un tale ingorgo è due volte negativo e induce un circolo vizioso: da una parte, il costo della giustizia grava due volte sul cittadino che deve pagare prima il proprio difensore e poi, attraverso le tasse, anche le strutture della giustizia che avranno costi sempre maggiori, dall'altra invece porterà a un maggior utilizzo del ricorso ex lege pinto. trattasi di una legge introdotta nel 2001, la quale consente di fare ricorso contro lo stato italiano quando il processo ha avuto una durata non ragionevole. dato lo stato attuale, mi sembra che il ministero della giustizia abbia pagato nell'ultimo anno circa trecento milioni di euro di risarcimento, somma che viene detratta dai fondi per una buona amministrazione della giustizia. è chiaro come si vada verso un percorso a spirale di cui è difficile vedere la fine. sia ben chiaro: il ricorso alla legge pinto c'è già e viene sfruttato a piene mani, il mio timore è che le cose peggiorino addirittura.
dal punto di vista degli avvocati, bisognerà adoperarsi per tutelare la qualità del servizio. poiché la materia legislativa è in costante evoluzione, il valido professionista deve avvalersi di una serie di strumenti che lo aiutino nel proprio mestiere quali l'abbonamento a periodici di diritto e banche dati, il cui costo è significativo. ragionamento mio: se un cittadino deve scegliere tra due difensori per rappresentarlo, mettiamo un grande studio e un giovane che da poco si è messo in proprio, a parità di prezzo minimo egli sarà più propenso ad andare verso il grande studio perché gli trasmette maggior fiducia, ma si spera che voglia prima informarsi e magari finirà poi col preferire il secondo. se noi permettiamo al grande studio di diminuire i propri costi, si taglia fuori dal mercato il giovane che potrà scegliere se andare a zappare nei campi o associarsi con altri colleghi, in quanto il cittadino avrà pochi dubbi e la sua scelta lo farà sentire molto astuto, avendo unito risparmio e convenienza.
si potrebbe andare avanti ancora per lungo, tutto sommato ritengo di aver enunciato i punti cardine.
concludo con un riassunto: in fin dei conti, sarebbe meglio introdurre barriere serie all'ingresso della professione. un avvocato incapace grava sul cittadino e sulla giustizia, il cui cattivo funzionamento ricade come costi, guarda un po', proprio sul cittadino.

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