sabato 23 febbraio 2013

pensierino del giorno-23/02/2013

quello che ci capita nella vita influenza i nostri punti di vista: avere un parente, un amico stretto oppure essere omosessuale dovrebbe renderci più sensibili a certe tematiche circa i diritti di queste persone; avere a che fare con una persona che versa per anni in stato di coma vegetativo senza dubbio ci porterà ad avere un'idea ben precisa sulla bioetica, che sia in una direzione o nell'altra.
trovarsi nella situazione di cittadino privato del proprio diritto di voto e costretto a ricomprarselo porta a fare riflessioni di più ampio respiro. siamo nel duemilatredici, le tecnologie attuali permettono qualsiasi cosa e non costituiscono in alcun modo una barriera, anzi. non voglio suggerire, come fanno in molti, di scimmiottare le esperienze di altre paesi, per quanto senza dubbio sarebbe d'aiuto, bensì plasmare una nuova disciplina in funzione dell'obiettivo ultimo, sapendo che a livello strettamente pratico si può fare tutto quel che si vuole.
orbene, la situazione è questa: può attualmente votare per le elezioni politiche chi è iscritto nell'apposito registro degli italiani residenti all'estero. condizione previa per richiedere l'iscrizione è l'essere residenti da già dodici mesi nel paese in questione; significa rinunciare al proprio medico di base in italia, a pagare le tasse in un nuovo paese, insomma denota una certa stabilità e in ogni caso la possibilità di votare non sarebbe contestuale alla residenza estera. si tratta quindi di un meccanismo farraginoso che esclude dalle consultazioni tutti gli studenti temporaneamente all'estero, i lavoratori distaccati, chi va in vacanza, chi lavora all'estero ma non ha avuto voglia/convenienza di prendere la residenza e via discorrendo.
è così impensabile prevedere che l'elettore possa decidere dove votare con un certo anticipo comunicandolo all'ambasciata/consolato di riferimento e portando la necessaria documentazione?
un eventuale doppio voto sarebbe agilmente scoperto e sanzionato, dato che è segreta la preferenza espressa nell'urna e non il fatto di essersi recato nel seggio elettorale.
oppure facciamo a modo mio e aboliamo il suffragio universale.

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