sabato 30 marzo 2013

pensierino del giorno-27/03/2013

-perchè tenermelo nascosto tutto questo tempo?-
-per proteggere entrambi. te per primo: avresti vissuto con quest'incubo, questo macigno da portare addosso per sempre, una rabbia che ti avrebbe seguito ogni giorno della tua vita e sarebbe cresciuta dentro di te, aggrappandosi a ogni buon pensiero come un'edera fino a soffocarlo. avevo paura potessi fare la stessa fine. poi un po' anche per me stessa, in modo che potessi star lontana dal suo ricordo e non vivere come una vedova del secolo scorso, costretta alla mestizia e al dolore vita natural durante. avevo il diritto di ricominciare e l'ho preteso, com'è andata a finire lo sai benissimo: ho perso e mi sono comportata esattamente come non avrei mai voluto, destinata ad avere solo te come conforto per la mia vecchiaia.-
- i nonni oggi sarebbero contenti?-
-oh, tanto. lo adoravano, per quanto spesso litigassero e non approvassero alcune sue idee, quelle più estremiste diciamo. fosse dipeso da loro non sarebbe mai successo, puoi scommetterci.-
-ed era necessario andare dall'altra parte dell'oceano?-
-stai scherzando? chiaramente lo era. con tutti i mezzi tecnologici a tua disposizione avresti scoperto la verità non più tardi dei dieci anni, ammesso e non concesso che nessuno te l'avesse raccontata prima.-
-io nasco oggi-
-non dire scemenze. hai avuto una vita felice, quella che qua probabilmente ti sarebbe stata negata. quello che cambia è che ora sei grande abbastanza per prendere coscienza di chi era tuo padre. di tutte le sofferenze attraverso le quali sono passata, quella di doverti dare il mio cognome al posto del suo è stata la più grande; così facendo però ero certa che non saresti mai potuto arrivare a scoprire tutto da solo ed è stato l'obiettivo che fin dall'inizio mi sono posta insieme ai nonni. per questo son sempre venuti loro a trovarci, erano parte del teatrino.-
-tu non sei mai andata a trovare il tuo fidanzato, vero?-
-sei furbo. no, andai al loro funerale. guarda com'è assurda la vita: ti abbiamo sempre fatto credere che tuo padre fosse morto in un incidente stradale andando a lavoro e invece quella sorte è toccata a loro. perlomeno non hanno sofferto e se ne sono andati insieme, senza doversi alzare la mattina e scoprire che l'altro lato del letto era vuoto. sognavo una vita come la loro e me l'hanno strappata ancora prima che...ancora prima di tutto.-
-ero già abbastanza grande quando morirono, potevo sapere.-
-portarti lì avrebbe significato raccontarti in fretta e furia le cose, di sicuro qualcuno avrebbe fatto allusioni e allora sarebbe venuta a galla l'intera storia. ora la situazione è diversa: il sindaco era uno dei suoi migliori amici, gli intitoleranno una piazza. è un bel giorno per tutti.-
-quindi? cosa gli è successo?-
-ero incinta di te da tre settimane, lo avevo scoperto tre giorni prima. volevo fargli una sorpresa così aspettai e dopo un paio di giorni lui ricevette un aumento e volle portarmi fuori a cena. l'appuntamento era al ristorante, invece si presentò a casa trafelato, bofonchiò alcune cose, si cambiò e uscì come un razzo dicendo che la cena era spostata. figurati come mi imbestialii, gli andai dietro urlando di tutto. vedi, vivevamo in una traversa al fondo di quella via, poche centinaia di metri a piedi; quella sera non avevo sentito il telegiornale, c'era molto malcontento nel paese e durante una manifestazione spontanea un poliziotto sparò ferendo gravemente un ragazzo, così la rabbia crebbe e il popolo si riversò in piazza. una marea di persone, era tutto pieno, non ci si muoveva quasi, io gli chiedevo spiegazioni ma lui niente, fendeva la folla cercando di arrivare in testa al gruppo dove c'erano alcuni dei suoi amici.-
-quante volte l'hai rivissuta questa scena?-
-e chi lo sa? conta quanti giorni sono passati e moltiplica per un numero a piacere. l'unica consolazione alla quale sono giunta anni dopo è stata che non avrei potuto fare nulla per impedirlo, era un cretino, cocciuto, a volte irrazionale oltre ogni limite. sapeva perfettamente a cosa andava incontro ed era disposto a correre il rischio. quando iniziarono i tafferugli ci si buttò dentro, riuscii a tirarlo via per la felpa e piangendo gli urlai di essere incinta. poi mi arrivò una manganellata sulla schiena e caddi, facendomi piccola al suolo e proteggendo istintivamente il ventre; quando rialzai la testa lui non era vicino a me, lo cercai, vidi la gente impietrita, qualcuno col viso solcato dalle lacrime e un silenzio angosciante intorno a me, mentre in lontananza la gente vociava e partivano cori. poi lo riconobbi a terra, una maschera di sangue.-
-l'hanno ucciso come un cane?-
-e chi lo sa. nessuno è mai stato condannato, immagini non ce ne sono, le testimonianze non furono ritenute credibili per incarcerare gli agenti. il suo compare di scemenze era vicino a noi, si accorse che ero a terra e con la coda dell'occhio lo scorse mentre si lanciava contro quello che mi aveva colpita. quando rialzò lo sguardo la scena era già quella che avrei poi visto io. ora capisci per quale motivo ti ho voluto tenere all'oscuro? pensi che la vendetta non sia stata il motore della mia vita? pensi che non sia morta quando alla tv sentii dire che il giudice aveva disposto l'archiviazione del caso? erano passati diversi mesi, il vento era di repressione e nessuno protestò più di tanto. non potendo volare, m'imbarcai sull'unica nave che ancora faceva quella tratta e mi ripromisi che non sarei più tornata fino a quando non...-
-quando?-
-volevo che qualcosa o qualcuno me lo riportassero indietro, non importa come, non volevo giustizia perchè la giustizia porta altro rancore, è violenza, io volevo tornare a com'era tutto una volta.-
-come mai sei qua allora?-
-sarà l'ultima occasione di rivederlo, lo rivedrò nelle facce di chi c'era, nella tua che pure non gli assomigli per niente, nella lapide che scopriranno. forse mi sentirò tra le sue braccia durante il minuto di silenzio e riascolterò la sua voce nell'applauso della gente, non so come farò per l'odore ma qualcosa inventerò.-
-mi spiace tanto mamma.-
-e di cosa?-
-di non poterci fare nulla.-
-ho scelto l'esilio e andrò avanti sulla mia strada. lui era troppo legato a questa città per pensare di andarsene così lontano, benchè sapesse che per te sarebbe stato molto meglio. parli due lingue come se fossero la tua natale, sei iscritto in una delle migliori università del mondo e in futuro mi renderai orgogliosa. questo è il fardello che grava su di te, del quale dovrai farti carico per onorare davvero la memoria di tuo padre: dammi la gioia che mi hanno negato, vivi una vita dannatamente normale. lui odiava la normalità, le cose banali e l'appiattimento, come lo definiva, e una lapide e quello che ne rimane. ti ha insegnato a essere coraggioso, ma il coraggio a volte è combattere ogni giorno per il proprio diritto alla serenità. restituiscimi una famiglia.-

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