martedì 21 maggio 2013

pensierino del giorno-12/05/2013

da collezionista di figurine panini ho potuto controllare lo scorrere del tempo. feci la prima raccolta in seconda elementare, quindi vorrebbe dire anno del signore novantasei-novantasette. il giocatore più vecchio in attività, vado a memoria, era pietro vierchowod, difensore del piacenza, mentre il più giovane era pierre wome, camerunense preso dal bologna o forse dal vicenza; tra i due vi erano vent'anni esatti, essendo il primo nato nel millenovecentocinquantanove e il secondo nel settantanove. di nati negli anni ottanta non c'era ancora nessuno, wome infatti era un adolescente e non ricordo chi fu il primo di quel decennio a comparire sull'album.
a quei tempi era concesso coltivare fantasie, sogni e speranze sulla propria carriera da professionista, visto che nella peggiore delle ipotesi mancavano almeno due lustri, una decade, insomma poteva succedere qualunque cosa nel frattempo. facevo i calcoli per riuscire a capire se fossi stato in grado di giocare, da giovane promessa, a fianco di quelli che all'epoca erano i miei giocatori preferiti ormai a fine carriera.
tutt'a un tratto, non si sa bene come, scopro che i miei coevi ormai non son più considerati giovincelli di primo pelo, anzi giocatori che dovrebbero essere affermati e chi vuol puntare sulla cosiddetta linea verde sceglie da dopo la caduta del muro di berlino. siamo da rottamare.
sembra ieri che il toro prese un francese poco più che diciottenne, nato sette mesi prima di me. ci ridevo su, rendendomi conto che non avrei mai potuto indossare la maglia della squadra del cuore, però diamine non mi aspettavo un passaggio così drastico. perdinci.
siamo giunti a un tragico punto, che potremmo classicamente definire di non ritorno, nel quale ricordo cosa facevo/successe quando nascevano delle persone: banalmente, i diciottenni di oggi sono nati nell'anno nel quale iniziavo le scuole dell'obbligo e con quella stagione calcistica, per inciso, iniziava la maledizione del toro nel derby e le sue varie sciagure a livello tecnico-societario.
stiamo cominciando a essere testimoni della storia.

lunedì 20 maggio 2013

pensierino del giorno-11/05/2013

più o meno in questo periodo, cioè maggio inoltrato, e per la precisione un maggio di sedici anni fa ricordo che scendemmo da torino a pisa per festeggiare i cinquantacinque anni di matrimonio dei miei nonni.
stavano bene, ricordo che si scambiarono pure un bacino in chiesa al termine di una qualche strana funzione.
mio nonno si è sposato alla mia età, mia nonna ci arriverà già madre.
all'epoca non lo sapevano, ma di quel matrimonio sarebbero rimasti solo altri due anni e mezzo per un totale di cinquantasette anni e mezzo. hanno attraversato una guerra mondiale, la ripresa, il boom economico, la crisi di cuba, gli anni di piombo, il vietnam, il compromesso storico, il pentapartito, la guerra del golfo, tangentopoli e la seconda repubblica.
a costo di suonar retorico, non posso fare a meno di pensare a quanta differenza ci sia rispetto a ora, dove ci si sposa quando si pensa di appendere al chiodo il cappello della vita e il matrimonio dovrebbe essere in qualche modo un diversivo, una fuga dalla noia e dalla solitudine. non che allora per forza ci si sposasse solo per disinteressato, puro e romantico amore, però c'era una forza che è venuta meno nella nostra generazione.
le uniche cose alle quali pensiamo di poter badare tutta la vita son quelle collegate in modo inscindibile al nostro corpo e forse, ma non è detto, quello per cui in un modo o nell'altro facciamo il tifo.

domenica 19 maggio 2013

pensierino del giorno-10/05/2013

siamo troppo convinti delle nostre posizioni. viviamo arroccati su di esse come un omino che si arrampica su un palo in mezzo a un fiume in piena e cerca una soluzione per scappare dalla furia delle acque e attorno a lui ce ne sono altri: alcuni propongono di sfidare la natura e dimostrare di poter fare affidamento sul lavoro delle proprie mani nuotando fino alla terraferma, anche se non si sa bene dove sia. altri più pavidi aspettano l'intervento divino, i più furbi cercano il modo di applicare il famoso armiamoci e partite in modo da potersi mettere in salvo anche a scapito dei compagni di sventura, la maggioranza invece resta lì aggiustandosi di tanto in tanto per evitare che la posizione intorpidisca i muscoli e invoca responsabilità, mica possiamo buttarci in un fiume in piena d'altronde, sarebbe un'idea folle e scellerata. aspettiamo.
cosa, vorrei sapere.

pensierino del giorno-09/05/2013

tempo fa me n'ero uscito con un pensierino che prendeva in giro le citazioni colte, inventandone alcune abbastanza strampalate.
il problema si ripropone grazie ai social network, che in quanto spaccati di umanità offrono numerosi spunti di riflessione. dunque, molto spesso mi ritrovo sulla pagina principale, quella delle notizie, pubblicate delle frasi o dei cosiddetti aforismi. al di là del discutibile contenuto delle frasi stesse e del messaggio da loro veicolato, mi concentro sull'autore: capita di leggere nomi famosi di poeti, letterati o personaggi in qualche modo famosi e fin qui nessun problema. ovvio, le stesse parole pronunciate dal macellaio gino non sarebbero cacate di pezza da nessuno, ma questa è tutta un'altra storia.
quello che invece mi fa svalvolare è quando queste perle di saggezza sono attribuite a figuri mai sentiti prima e il dilemma è lacerante: sono capre coloro che le pubblicano pensando ah beh se l'ha detto p.q.sticazzi è una verità assoluta, oppure sono io ignorante una capra e non conosco i più autorevoli pensatori del secol nostro?

giovedì 16 maggio 2013

pensierino del giorno-08/05/2013

chissà se un giorno seduti in riva a un placido fiumiciattolo con in bocca una spiga di grano e in testa un cappello di paglia rimpiangeremo i tempi nei quali eravamo assaltati dalle ansie e l'unica cosa che non mancava mai erano le preoccupazioni.
o se lì raggiungeremo la pace dei sensi, alba dopo alba, tramonto dopo tramonto, sole neve o pioggia che ci sia. fuori dalla società come due di due, a guardare i girini che crescono nel pantano e pescando qualche pesce per poi ributtarlo in acqua.

mercoledì 15 maggio 2013

pensierino del giorno-07/05/2013

crescono più velocemente le unghie dei piedi o delle mani?
a pensarci bene è un quesito importante. di sicuro tagliamo più frequentemente le seconde, giacchè essendo spesso sotto i nostri occhi possiamo controllarne l'andamento ed eventualmente intervenire quando si trasforma da unghia in artiglio; applicando perciò la celebre equazione della barba, secondo la quale la velocità di ricrescita è direttamente proporzionale a quanto spesso la si rade, ecco che piano piano le due rette di unghie di mani e piedi son destinate a divergere, pure dando per assunto una iniziale crescita uguale.
avrei fatto sfracelli in matematica.

martedì 14 maggio 2013

pensierino del giorno-06/05/2013

ennesima lettera a mio figlio mai nato, che mai nascerà e nemmeno sarà concepito.
figliuolo,
nei miei precedenti manoscritti troverai già abbastanza cose che ti annoieranno, per cui questa volta ti voglio lasciare qualche consiglio sensato. no, non è il trucco per non far friggere l'uovo nella carbonara, a quello dovrai arrivare da solo, bensì dirti l'unica cosa che conta veramente nella vita: avere coraggio.
non è il coraggio di rischiare, pensarla così significa vedere solo metà del problema, perchè dal rischio nasce il fallimento, ciò che ci incute timore più della morte stessa. accettalo come parte della vita, esorcizzalo il prima possibile. sei consapevole del fatto che prima o poi ci passiamo tutti? chi dice di no mente, oppure non ha mai veramente avuto coraggio e non ha fatto scelte difficili, accettato rischi e fatto sbagli. certo, valuta sempre gli interessi in gioco, raccomandazione superflua ma senza la quale sembra che io ti voglia dare briglia sciolta, poi però non farti intimorire dalle sfide e dal timore di non riuscire.
come diceva de gregori, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. e comunque per tirare un rigore ci vogliono due palle così; preferisci essere ricordato come chi, anche se poi ha sbagliato, si è presentato sul dischetto, o colui che per viltade fece il gran rifiuto?
baggio contro il brasile o falcao contro il liverpool?

pensierino del giorno-05/05/2013

alcuni rumori sono bellissimi.
certuni hanno un ché di sublime kantiano, come l'infrangersi delle onde su una scogliera, altri invece sono più terra terra ma non per questo veicolano meno emozioni.
per esempio, lo schiocco della lingua sul palato dopo aver leccato il coltello col quale si è appena cosparsa di nutella una fetta di pane. è uno schiocco forte, vigoroso, un punto esclamativo che non vuole rinnegare il gesto appena compiuto e se ne frega delle catene di trigliceridi che sposteranno un pelo più in là l'orizzonte del nostro ombelico e ci costringeranno a svuotare dell'aria i polmoni nel momento di indossare i pantaloni (rima interna alternata con schema abab, se proprio devo essere sgradevole nella prosa almeno lo faccio con stile ed appercezione).
dicevo.
probabilmente l'ho già detto altre volte, non faccio sport o attività fisica in generale per potermene bullare sulla spiaggia. lo faccio per altre tre ragioni: la prima, basilare, è che mi piace e sono contento, sorrido, rido, dopo una sudata che quasi mi accascia; la seconda è che altrimenti non saprei cosa fare della vita e terzo lo faccio per potermi poi permettere quel cucchiaio di nutella a mezzanotte o comunque fuori orario.
e di nuovo sono felice.

pensierino del giorno-04/05/2013

anche se palesemente in ritardo, non posso fare a meno di dedicare il pensierino che reca questa data al Grande Torino.
lo faccio da sempre, questa volta aggiungo due righe di spiegazione, ma di solito l'intervento era sempre più o meno così:
bacigalupo
ballarin
maroso
castigliano
rigamonti
grezar
menti
loik
gabetto
mazzola
ossola
il vostro ricordo ci fa ogni giorno più male. scusateci se abbiamo permesso tutto questo.

lunedì 13 maggio 2013

pensierino del giorno-03/05/2013

forse ambire al posto di imperatore del mondo è troppo. 
però ho adocchiato un nuovo titolo che potrebbe accattivarsi le mie simpatie: sto parlando di quello che abatantuono definirebbe "il re del quartiere", il capozona, chiamatelo come volete. un impero con confini ben delimitati dalle strade, il cui potere si esercita attraverso l'autorità e non già la violenza, comodamente seduto sul trono rappresentato dalla sedia di un bar che solo in apparenza è sempre la stessa. si tratta infatti della sedia precisa e specifica, che nessun altro deve permettersi di insozzare con le sue natiche. molto più di un trono, è la fonte stessa dello ius primae noctis e dello ius utere et abutere alicui (maledizione non mi ricordo com'è l'ablativo, per cui metterò un dativo di giustezza, il dativo è come i jeans, sta bene con tutto).
braccia conserte appoggiate sulla pancia prominente, capello gelatinato leccato all'indietro, espressione seria e compita, sguardo di chi ne ha viste ormai troppe da quello scranno e ben ricorda quando al posto del negozio di elettrodomestici c'era un verduriere, egli è giudice in terra del bene e del male, architetto, urbanista, assessore, sindaco, broker finanziario, analista politico e fine intenditore di calcio nonchè profondo conoscitore della cultura popolare con tanto di espressioni dialettali e barzellette sconce da raccontare alle bariste accompagnandole con un mezzo sorriso da emiparesi e una sonora pacca sulle rotonde chiappette.

giovedì 9 maggio 2013

pensierino del giorno-02/05/2013

alcune date, per un motivo o per un altro, non si dimenticano.
episodi legati alla propria vita, a quella dei propri cari, fanno subito scattare qualcosa in noi. oppure date legate a eventi storici di una certa rilevanza dei quali è bene ricordare ogni anno l'anniversario, nel bene o nel male.
poi ci sono quelle assolutamente inutili, e sono le più forti.
il nove maggio di un anno fa, in un campo di calcio a cinque lungo le rive del fiume po a torino si compiva una grande impresa sportiva. si tratta di quelle gesta noiose da raccontare per chi non le ha vissute, eppure dall'inestimabile valore per chi le ha compiute; è talmente difficile spiegare agli altri ciò che si prova che perfino scriverlo risulta ostico, ben sapendo che queste parole non riusciranno a veicolare l'esplosione, la pelle d'oca, la gioia, l'allegria, che qualcuno ha provato quella notte.
nella vita ci son persone che pur di vincere farebbero qualunque cosa, come per esempio schierare una squadra semi-professionista nella finale di un torneo di sgarruppati, pensando che in fondo se han battuto in semifinale una squadra quasi al loro livello non avranno alcun problema nel giungere alla conquista del trofeo. è qui che si annida l'errore di un calcolo basato su freddi numeri, sull'errata convinzione che due più due faccia sempre quattro. per fortuna di noi scarsi esiste gente che ragiona ancora così, altrimenti non avremmo speranza.
è lecito chiedersi se da qualche parte esista la pozione magica preparata dal druido panoramix per asterix e obelix e la risposta a questo punto è sì, giace dentro ognuno di noi, solo che bisogna essere in grado di scovarla e volerla davvero utilizzare, far sì che possa decuplicare le proprie forze, esattamente come accadeva ai galli quando andavano a combattere contro i romani e risolvevano la questione a cazzotti. dicono che sia il cervello l'organo più complesso del nostro corpo, però non mi trovano d'accordo. è la forza del cuore, dell'intensità con la quale pompa il sangue nelle arterie a rappresentare il più grande buco nero della scienza. l'insondabile sta lì. tutto il resto, o quasi, si può spiegare.
accadde che in un giorno di settembre a uno col naso grosso venne voglia di fare una squadra e tentare un torneo. idea pazza gli dissero, anche perchè devi selezionare la gente, mica puoi ficcarci gli amici tuoi a caso e pensare di riuscire pure a classificarti decentemente.
serviva a quel punto una figura di riferimento, un uomo tutto d'un pezzo, votato alla disciplina e al rigore (non calcio di, come scopriremo più avanti) più assoluti. il capitano. una sorta di discobolo di fidia del ventunesimo secolo, l'ipostatizzazione del concetto di eroe nella mitologia greca.
l'insegnamento base del calcio è dato da nereo rocco, quindi si basa tutto sulla difesa ed è dunque necessario trovare un portiere, uno che il calcio a cinque lo conosceva solo per sentito dire ed era abituato a ben più ampi spazi da difendere. ma si prestò senza problemi.
occorreva intimorire gli avversari, perciò ecco la giusta via di mezzo tra un macellaio e un serial killer, un uomo che faceva del cartellino giallo per protesta una vocazione.
in ogni squadra serve pure quel pizzico di sregolatezza, la fantasia al potere, il genio ribelle, colui che si spegne la cicca sui tacchetti un secondo prima di entrare in campo, quello al quale non si possono far vedere degli schemi perchè gli si riempie il corpo di pustole rosse e gioca anche d'estate con un berretto di lana calcato sugli occhi.
non sarebbe una rosa degna di tale nome se fosse priva del centravanti boa, il perticone messo in mezzo a spizzar palloni, anche se a calcetto in teoria non servirebbe giocare a lanci lunghi, anzi è caldamente sconsigliato.
cosa poteva mancare? il goleador, colui che vive in funzione dell'umiliazione del portiere, che ha sentito parlare della difesa qualche volta alla tv e incontra il proprio portiere solo negli spogliatoi.
infine, quando tutto sembra ultimato, ecco che all'accorto direttore sportivo vengono due flash: serve un presidente, finanziere maneggione capace di dare ossigeno alle magre casse della compagine, e un ultimo giocatore per le rotazioni, quello che arriverà sempre con una maglia diversa e tapperà i buchi alla bisogna.
quando una simile armata brancaleone giunge alla finale appare dietro l'angolo la debacle in un senso poco decoubertiniano del termine, specie quando si va sotto per uno a zero.
invece uno, due, tre, alla fine del primo tempo addirittura possono contare due gol di vantaggio.
sembra fatta, ed è qui l'errore, perchè come polli quali sono subiscono la più classica delle rimonte. subentra la paura di giocare, la tensione dovuta all'importanza del palcoscenico e a nulla serve il sostegno del numeroso pubblico.
c'è bisogno del miracolo, della cosa che statisticamente può accadere una volta nella vita, dato che a un minuto dalla fine si può sperare in questo o nient'altro. quello coi piedi più quadrati inventa una parabola perfetta e il lungo si accartoccia per colpire di capello (pensate fosse stato calvo!) e la palla beffarda s'insacca alle spalle del portiere.
parità.
seguirà lo stillicidio dei calci di rigore, dove emergerà soprattutto l'istinto di chi fu chiamato a difendere i pali e rispose presente!.
della festa finale narrarono le cronache di molti aedi e per fortuna non le multe dei vigili urbani, tuttavia giunti a un anno di distanza è giusto celebrare chi ebbe il coraggio di credersi più forte della realtà e andò a conquistarsi un posto nell'olimpo di torino.
lunga vita ai merenderos, ovunque essi siano.

pensierino del giorno-01/05/2013

ci sono alcuni aneddoti che pensavo facessero parte del patrimonio culturale italiano, invece devo imparare a rendermi conto che un paese non significa sessanta milioni di cloni di se stesso, pertanto ne approfitto per divulgare.
indro montanelli, morto una decina d'anni fa e ritenuto il più grande giornalista italiano, ha lasciato una celebre lezione sul modo di fare il proprio mestiere. racconta infatti che, durante il suo periodo in america, si trovò a scrivere della visita dell'allora presidente franklin delano roosevelt in un qualche stato che adesso non ricordo. iniziò il pezzo parlando di roosevelt che scendeva la scaletta dell'aereo a una data ora e il suo direttore, leggendolo, gli chiese sorpreso chi fosse questo roosevelt. ancora più stupito, montanelli gli rispose che era il presidente degli stati uniti d'america.
già, si sentì ribattere, io lo so, tu lo sai, ma il lattaio dell'ohio non è tenuto a saperlo.
ed è diventato una figura di riferimento nel giornalismo nostrano tenendo sempre bene a mente, nel suo modo di scrivere, che la divulgazione di fatti doveva essere a beneficio di tutti.
secondo me scalfari questa storiella non la sa.

pensierino del giorno-30/04/2013

visto che io sono un profano di certe cose, chi se la sentirebbe di spiegarmi che differenza c'è tra un governo berlusconi qualunque e un governo letta?

mercoledì 8 maggio 2013

pensierino del giorno-29/04/2013

è meno palloso sdraiarsi sulla sabbia e iniziare a contare i granelli che tirare giù dallo scolapasta ogni chicco di riso.
è più gustoso mangiare la sabbia di cui sopra che condire il riso con salsa di soia e burro.

martedì 7 maggio 2013

pensierino del giorno-28/04/2013

come ci insegnano le etichette degli alimenti, ogni cosa ha una sua scadenza naturale. si può ancora mangiare un paio di giorni dopo, giusto perchè può darsi che questo consumismo spietato spinga le imprese ad anticipare la data indicata. dopodichè si rischia o di diventare ridicoli, come quando si va ancora in giro con la maglietta delle elementari che arriva all'ombelico o proprio di farsi male, come quando si mangia un formaggio in origine fresco scaduto da una bella settimanetta.
certo, spiace separarsi dalle cose, o buttarle quando si pensava di poterle ancora sfruttare, tuttavia c'è solo da guadagnarne.

pensierino del giorno-27/04/2013

si dice che la strada per l'inferno sia lastricata di buone intenzioni.
quindi significherebbe che il paradiso è di chi non ne aveva?
ecco spiegato dove trovare i dittatori di tutto il mondo.

pensierino del giorno-26/04/2013

il mondo è cambiato dall'introduzione dei leggins.
la primavera-estate non è più il solo periodo che causava scompensi ormonali, impossibilità di concentrazione, moltiplicarsi dei reati di natura sessuale, abbandono di tetto coniugale ed aumento esponenziale di divorzi nonchè di incidenti automobilistici in città.
ci troviamo dinnanzi a un fuoco incrociato, una volta si passava da svolazzanti vestitini a dover lavorare con l'immaginazione, cercare di penetrare coltri spesse centimetri con la nostra vista a infrarossi e ogni centimetro di pelle non ricoperta di uno spesso strato di piombo era una conquista paragonabile alla scalata dell'everest senza ossigeno. ora invece il bombardamento continua, si lasciano intravedere le forme, le rotondità a noi tanto care, queste agognate collinette del piacere tattile.
è una vita difficile, maledizione.