martedì 23 dicembre 2014

pensierino del giorno-23/12/2014

mentre lei passava in rassegna la gioielleria di famiglia, uno stormo di pensieri confliggenti annuvolava i suoi pensieri.
quid facere?
questo è il dilemma: se sia più nobile sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli?
tradotto: appendere un nuovo scalpo alla cintura e quindi poter finalmente segnare una nuova tacca sul calcio del fucile, quantunque non di prima qualità, oppure comportarsi rettamente fino in fondo, portando a termine un'azione chiaramente ispirata dalla dike, dalla giustizia divina, e quindi riportare a casa l'alcolica ninfomane senza approfittare delle sue profferte, a guisa di un cavaliere della tavola rotonda?
seguendo invece l'esempio di quinto fabio massimo prende tempo e fornisce risposte evasive, iniziando con il proliferare dei negozi cinesi, la crisi che attanaglia gli imprenditori, le difficoltà della burocrazia e persino la ricetta per l'insalata di riso. la vaghezza delle risposte evidentemente infastidisce la passeggera che cerca di cambiare posizione sulla sella, compromettendo gravemente l'equilibrio dinamico del mezzo. è solo grazie a un secco e deciso 'no' del conducente, paragonabile alla perentorietà con la quale il pd imponeva ai propri parlamentari il candidato presidente della repubblica, che si evita un tragico incidente.
la distanza dal traguardo si riduce, così come il tempo a disposizione del nostro sfigato eroe per decidere in merito alla proposta di coito avanzata dalla tavoletta del water.
una volta fermata la vespa sotto casa, incrocia fieramente il di lei sguardo e con fare risoluto prende in mano la situazione: salirà, sì, ma per un bicchier d'acqua. si giustificherà più tardi in conferenza stampa adducendo un'effettiva sete e allegando numerose perizie mediche secondo le quali vi era un forte tasso di probabilità che la sua idratazione fosse sotto i livelli minimi per far scattare l'impellente bisogno di bere.
è nel giro di pochi istanti che si consuma il dramma, nella forma del suo epilogo più imprevedibile. dopo averla sorretta per le scale portandole giacca e zainetto, il nostro si arrende di fronte alla serratura della porta d'ingresso all'appartamento: nessuno dei due, infatti, è in grado di aprirla con la chiave. al netto delle bestemmie e delle imprecazioni contro la progenie di chi ha costruito con tanta imperizia tale porta, è ormai pronto ad arrendersi. a un passo dal traguardo, qualunque fosse, sia che si trattasse di conservare la propria onorabilità sia che significasse infilzare un'altra preda.
la ragazza invece, dato che son solo le tre del mattino, suona. squilla a lungo finchè non si sentono i passi della coinquilina e in quel momento gli dice di nascondersi?
1) dove?
2) perchè?
3) chi prende l'inter?
4) di nuovo, perchè?
perchè la coinquilina che sta aprendo la porta, a quanto pare, non è una giovine e fresca ventenne, dalle gote ancora spruzzate di puerili efelidi e arrossate dalla viva emozione di una corsa sul prato in fiore con i suoi amichetti per raccogliere le margherite baciati dal sole primaverile e accarezzati dal tiepido zeffiro.
no.
è una vecchia.
nemmeno il tempo di sbaccalirsi ed ecco che apre la porta la strega di hansel e gretel.
l'ubriaca barcolla dentro, così restano loro due a fronteggiarsi.
lui ha in mano giacca e zainetto di lei.
questa volta sono gli articoli del codice penale a sfilargli velocissimo davanti, in una danza che ricorda quelle delle carte in alice nel paese delle meraviglie. le figure di reato ipotizzabili sono tantissime, dalla violenza sessuale alla circonvenzione d'incapace passando per la violazione di domicilio.
la più lesta a far fuoco, tanto per cambiare, è la megera: "Lei chi è?" chiede, legittimamente sorpresa di trovarsi uno sconosciuto sul pianerottolo in piena notte con in mano oggetti appartenenti a una ragazza in stato palesemente confusionario. mentre a studio aperto si sfregano le mani per il prossimo servizio sensazionalistico, sulla scena del crimine uno degli attori opta per una ritirata strategica.
"sono quello che l'ha recuperata dalla strada", risponde con un'aria da supereroe incompreso, porgendo giacca e zaino. dopodichè batte in ritirata. fuga al nero di seppia.
cala il sipario.
pochi applausi in platea, qualche fischio, alcuni ortaggi, nemmeno tutti commestibili.
un altro fiasco e questa volta peggiore, perchè lì almeno rimase impregiudicata la possibilità di trombare.
questa volta invece bisognava predisporre le carte per un bel solitario.

lunedì 22 dicembre 2014

pensierino del giorno-22/12/2014

girare in vespa può esporre a gravissimi pericoli sui quali sono già stati ricamati numerosi spettacoli teatrali e perfino alcuni adattamenti cinematografici. tuttavia, da queste lezioni non s'impara mai abbastanza; anzichè muoversi a piedi o coi mezzi pubblici, dunque, il protagonista della storia di cui sopra ha continuato a utilizzare il proprio motorino, grazie al quale ha compiuto anche alcune cagate non di poco conto, ma delle quali si narrerà in separata sede.
il pericolo, si diceva, è dietro l'angolo. è divertente notare la più totale aleatorietà degli eventi avversi, il loro presentarsi seguendo il moto caotico e confusionario delle particelle di polvere. si potrebbe agevolmente attraversare incolumi l'amazzonia in infradito e morire investiti sotto casa, giusto per fare un esempio del quale nessuno si stupirebbe.
ma non divaghiamo.
riprendiamo quel famoso protagonista e ricollochiamolo sul suo potente destriero, mentre galoppa intrepido liberando al vento la folta chioma bionda.
ah no, questo è robin hood.
quindi non biondo, ma castano. il resto è uguale.
sfrecciando a notte fonda per una celebre via di torino, assonnato e con la prospettiva di doversi alzare in capo a poche ore, ha nella mente l'unico obiettivo di raggiungere le coperte il prima possibile; qualcosa però lo attende al varco, precisamente nel dehors di un locale. a quell'ora il locale è ormai chiuso, per cui non vi sono luci accese, ciononostante scorge una sagoma sul pavimento.
il cervello elabora l'immagine solo alcuni metri dopo, quando ormai potrebbe fare spallucce. invece no. zeus egìoco consuma la sua vendetta sghignazzando, ben protetto sulla sommità del monte Olimpo (ma tanto dovete votare di nuovo, MERDE!).
lacerato dall'eterno conflitto ben denunziato da maccio capatonda nell'italiano medio ("il tuo problema è conseguenza del tuo menefreghismo" vs "e a me che cazzo me ne frega ammè, c'ho il diesel!"), il minchione opta per la prima scelta, fermando il bolide e tornando indietro per vedere cosa fosse quella figura che aveva attirato la sua attenzione.
l'olimpo è tutta una risata, sanno già come andrà a finire.
si avvicina quatto quatto e scorge una ragazza dalla corporatura minuta buttata per terra come se fosse un sacco dell'immondizia, racimolata lì da diversi minuti ormai, visto che il mozzicone di sigaretta ancora tra le sue dita è spento.
scappa prima che ti accusino di essere l'assassino, penserebbe un qualunque essere razionale. e poi lo farebbe. invece qui manca il sufficiente istinto di sopravvivenza, per cui si avvicina in modo da accertarsi che non sia cadavere. c'è respiro, sta solo dormendo.
e lasciala dormire, prosegue imperterrita la coscienza che è già in pigiama coi bigodini e vorrebbe spegner la luce.
stranamente fa il contrario, cioè tenta di svegliarla delicatamente bisbigliando e dandole lievi colpetti sulla spalla. nulla di fatto, permane lo stato di morte apparente.
quando zeus si accorge che ha perso le speranze e sta per andarsene, d'altronde non è medico e il suo l'ha fatto quindi nulla gli si potrebbe rimproverare, manda in soccorso una giovine coppia in automobile. i due notano la scena, accostano e scendono, visibilmente preoccupati e carichi di buone intenzioni. le sacre scritture li definiscono samaritani, più prosaicamente detti coglioni. molla a loro la patata bollente e scappa senza voltarti, fiumi poi campi poi l'alba era viola, bianche le torri che infine toccò. niente di tutto questo.
spiega che anche lui passava di lì per caso, si è fermato per sincerarsi delle condizioni della ragazza. dopo vari tentativi, finalmente il piccolo zombie riacquista sembianze umane e inizia a biascicare confusamente qualcosa: dagli spezzoni di parole che farfuglia si evince che i suoi amici l'hanno bellamente cacata lì (dimostrandosi in questo molto più furbi di qualcun altro di nostra conoscenza), è una fuori sede al primo anno, vive non lontano, vorrebbe una sigaretta ma soprattutto essere lasciata in pace. perchè non accontentarla, viene da chiedersi, specie sull'ultimo punto. già, perchè?
fatto sta che ora si gioca un duello alla texana per chi riporta a casa il vermiciattolo, che nel frattempo si è mostrato nella sua pregevole bruttura. un simpatico cesso. il secondo arrivato è lestissimo nel tirare fuori l'arma e far fuoco, dicendo che sfortunatamente deve andare proprio dall'altra parte e si stringe nelle spalle come per dire mi spiace stronzo, ma questa terra non è abbastanza grande per tutti e due. colpito e affondato.
si cerca allora un metodo per assicurarla alla vespa senza che possa arrecare eccessivi danni; dato che il metodo ovviamente non esiste, ci si rimette nelle mani della divina provvidenza, incarnata dal padre degli dei, che tra una risata e l'altra completa l'affresco con qualche altra pennellata di merda qua e là. se non altro, pensa l'ignaro guidatore, lo scorfano che mi porto appresso ha una presa salda e si stringe forte a me, quindi non dovrebbero esserci pericoli per la nostra incolumità.
ammappala che presa salda, pare quasi che mi stia palpando il petto.
beh, non occorre che si tenga alla pancia.
pensa che ridere se seguisse il suggerimento spesso lanciato alle fanciulle di aggrapparsi al...
cristo, l'ha fatto.
un ubriacona, raccattata semi-svenuta dal dehors di una rhumeria chiusa, gli sta palpando i genitali e chiede di fermarsi a dormire da lei.
ed è qui, sul secondo e ancor più lacerante conflitto del protagonista, uomo di spiccata moralità e onestà intellettuale, che si rimanda al prossimo episodio per la conclusione.

mercoledì 3 dicembre 2014

pensierino del giorno-03/12/2014

panta loni, che poi sarebbe l'evoluzione di panta rei.
tutto scorre, si diceva, quindi tutto è in mutamento. noi stessi cambiamo e più passano gli anni più ci rendiamo conto delle varie fasi che abbiamo vissuto con relative trasformazioni. passaggi indolori e forse neppure del tutto percepiti in quel momento, ma che visti con distacco sembrano i salti mortali di kierkegaard. cimitero della chiesa significa, intendo kierkegaard. pensa te che nome di merda.
severino cimiterodellachiesa. roba che in confronto piton sprizzava allegria da tutti i pori.
l'immagine di sé, dunque, è un eterno e immutabile batolite, per rappresentare il nocciolo, l'essenza, ciò che non cambia mai, oppure deve adattarsi e seguire i vari mutamenti?
valgono entrambe le risposte, non ce n'è una sbagliata.
per questo, dopo aver tenuto per anni la stessa foto su facebook, ho deciso di cambiarla. e non escludo di farlo di nuovo, per poi magari tornare alla prima.
siamo esseri multiformi, dare conto solo di una parte di noi sarebbe riduttivo.
lascio all'annosa questione dell'apparenza contrapposta all'essenza un altro e apposito pensierino.

domenica 2 novembre 2014

pensierino del giorno-03/11/2014

non è il motivo principale per cui lo faccio, ma c'è un simpatico risvolto nell'attività della scrittura: i ricordi.
difficilmente scrivo per cristallizzare ricordi e salvarli dall'erosione dal tempo, però quando leggo quello che ho scritto e la data cominciano a fluire. magari un post legato a qualche persona, qualche esperienza, un periodo felice, un periodo triste. per me che ho pochissime fotografie questo è il mio album personale.
rileggendo noto anche come fossi lontano da quello che sono nel presente e spesso lo stile non mi piace perchè troppo acerbo. sì, là dentro c'è una crescita e piano piano finirà per formare una vita intera.
come dicevo, diverso da un diario segreto perchè non contiene le emozioni, le sensazioni, le difficoltà, c'è poco di espresso, bisogna essere in grado di ricostruire tutto e a volte può risultare complicato causa mancanza di tasselli. quando riesco però è festa grande per lo spirito.

pensierino del giorno-02/11/2014

fra i mestieri, alcuni sono più difficili di altri.
c'è chi pensa che i peggiori siano quelli che ti provano fisicamente.
secondo altri quelli che ti stressano.
oppure quelli che ti mettono di fronte alla morte, come può capitare per i medici (infatti il miur ha recentemente preso a cuore la loro situazione e ha deciso di rimandare il più possibile il loro ingresso nel mondo del lavoro).
invece per me il lavoro più duro è un altro. è il pasticcere.
voi pensate a questi artisti del dolce che ne sfornano in gran quantità e non possono neanche toccarli, causa necessaria vendita. è terribile, uno strazio. cucinare per gli altri è bello e da molta soddisfazione, ma perchè poi si presume che uno si sieda a tavola e partecipi al pasto. invece loro no, vedono solo uscire dalla cucina questi capolavori zuccherati e zuccherosi che andranno ad allietare le fauci di qualcun altro.
ma c'è di peggio: a furia di stare in mezzo ai dolci c'è il rischio che ti vengano a noia dopo un po' ed è questa la parte peggiore, non riuscire più ad apprezzare una delle poche cose per la quale val la pena alzarsi la mattina. 
solidarizzo con la categoria.

martedì 28 ottobre 2014

pensierino del giorno-27/10/2014

qui ho introdotto un libro letto di recente e che mi ha spinto a delle riflessioni, più o meno profonde.
ne ho anticipata una, ora ecco l'altra dove esprimo a pieno il mio animo da complottista.
calabresi dipinge un quadro con schemi precisi e ruoli ben determinati: da una parte i buoni, o perlomeno gli innocenti, dall'altra i carnefici. pur comprendendo le sue motivazioni, e penso che al suo posto farei fatica a pensarla diversamente, sono più propenso a credere che i veri carnefici siano altri. i carnefici son quelli che hanno deciso a tavolino la strategia della tensione e che l'hanno messa in atto, coprendo i veri responsabili di attacchi assurdi al paese come quello di piazza fontana o piazzale della loggia a brescia depistando le indagini verso chi faceva loro più comodo, in modo da portare l'opinione pubblica a schierarsi. buoni o cattivi, bianchi o rossi.
anche se meno rumorosa, la parte che ha scelto il bianco è stata senza dubbio prevalente e tuttora lo è.
però nell'analisi di calabresi manca totalmente questo elemento, cioè ragiona come se i suoi carnefici avessero agito di loro spontanea iniziativa, senza pressioni o manipolazioni dall'esterno. in parte è vero, perchè nessuno li ha obbligati, ma dall'altra non si può far finta di niente e tacere il fatto che un tale clima di odio e violenza sia stata ideato a uso e consumo della classe politica dirigente di allora. da una parte e dall'altra sono stati trascinati in un gorgo di annichilimento reciproco che ha causato soltanto un rafforzamento di chi guardava strofinandosi le mani.
divide et impera.
sarebbe secondo me sbagliato affermare che le vittime di quegli anni siano state uccise soltanto da chi materialmente ha commesso l'omicidio, perchè la loro morte in quanto esseri umani sacrificabili era stata preventivata e anzi auspicata ben prima che accadesse.

domenica 26 ottobre 2014

pensierino del giorno-26/10/2014

raramente parlo di me, ancor meno della mia famiglia, ma ogni regola deve sopportare le sue eccezioni.
in un'insensata domenica sera sono al cazzeggio su internet e m'imbatto in un video. è la sigla di una trasmissione tv che parla del pisa, il pisa squadra di calcio. la sigla è quella di quest'anno e decido di perdere tre minuti della mia vita a vederla perchè mettono sempre spezzoni di tifo con in sottofondo la storia siamo noi di de gregori.
dopo pochi secondi vengo preso e scaraventato nel passato: sullo schermo compare la punizione di gerry cavallo in pisa forlì 5-0, stagione 1996/1997, per la precisione primavera del '97.
fu la prima partita che mio nonno mi portò a vedere allo stadio e ovviamente mi portò all'arena, dove lui aveva trascorso la maggior parte della sua vita da tifoso. ho dei ricordi nitidissimi, lui che la definisce una "punizione frizzante", la goleada del pisa che ne seguì, e soprattutto sempre lui che mi prende sotto braccio e mi incita a seguire il "chi non salta è un livornese e la maiala di su ma'".
non mi era mai capitato di rivedere i gol di quella partita nè li avevo mai cercati, però a quasi quindici anni dalla sua morte ho risentito nonno accanto a me che mi prende sottobraccio e ho paura ad andare avanti nel video, perchè poi quelle immagini spariranno per lasciar spazio ad altre più recenti, e con esse sparirà nonno, di nuovo.

martedì 21 ottobre 2014

pensierino del giorno-22/10/2014

quando si pensa alla disoccupazione in italia occorrerebbe far riferimento a situazioni concrete. tipo le persone che vanno a vedere i processi al mattino. gente che non ha un cazzo di niente da fare, perchè come diamine ti può venire in mente di andare nell'aula di un tribunale mentre dovresti lavorare? o ti han pagato per far leva sulla giuria, oppure sei un debosciato.
in entrambi i casi, via il diritto di voto e non ci si sbaglia.

pensierino del giorno-21/10/2014

la riflessione dell'altro giorno mi è venuta dopo aver letto "spingendo la notte più in là", scritto da mario calabresi. è la storia, raccontata per aneddoti e associazioni di idee, del rapporto triangolare tra la sua famiglia, la figura del padre scomparso e il resto del mondo, all'interno del quale si ricomprendono familiari di altre vittime del terrorismo, le istituzioni, i terroristi stessi.
già, perchè dovete sapere che mario calabresi è figlio di luigi calabresi, poliziotto assassinato sotto casa sua una mattina del millenovecentosettantadue.
prima puntata, ovvero del perchè sia morto calabresi.
questa storia non si può raccontare se non partendo da fatti più lontani nel tempo, precisamente nel dicembre del millenovecentosessantanove, quando inizia ufficialmente in italia la strategia della tensione. un bel giorno, a milano, esplode una bomba all'interno della banca dell'agricoltura sita in piazza fontana causando numerosi morti. l'attentato è da ricondurre all'operato del terrorismo nero, ma le indagini furono da subito sviate verso una pista più rossa, o meglio rossonera: quella degli anarchici.
giuseppe pinelli, ferroviere e anarchico, fu tra i sospettati e per questo portato nella caserma di polizia dove era commissario proprio calabresi. lì rimase per tre giorni di interrogatori sfibranti, senza aver riposo nè cibo. durante la notte del terzo giorno, precipita dalla finestra della stanza del commissario. morirà in ospedale.
su questa morte non è mai stata fatta luce piena, nel senso che non si è mai giunti ad avere la certezza totale sul motivo per il quale pinelli cadde da quella finestra (ho visto anarchici distratti cadere giù dalle finestre, cantavano i modena). il giudice istruttore, ruolo che ora non esiste più, incaricato di far luce sulla tragedia la iscrisse come omicidio volontario, dato che nella stanza erano presenti diversi agenti di polizia e sul momento gran parte dell'opinione pubblica rifiutava anche solo di pensare alla fatalità. tale giudice, come riporta calabresi nel suo libro, è giunto a smentire ogni possibilità di omicidio, prosciogliendo quindi tutti gli indagati, ivi compreso il commissario, che si dimostrò non trovarsi neppure nella stanza al momento del fattaccio.
contro di lui si scatenò una fortissima campagna mediatica e fu per questo motivo che una mattina venne freddato sotto casa mentre prendeva la macchina per andare a lavorare. lo slogan in quegli anni era calabresi assassino, ma se vogliamo credere al giudice istruttore era completamente privo di fondamento.
personalmente voglio credergli, davvero. sono dell'idea che non sia stato calabresi a uccidere pinelli.
però credo che sia stato calabresi a causarne la morte.
nel film che han fatto sulla sua vita, e anche il figlio non manca di segnalarlo nel libro, si narra che i due si conoscessero e ci fosse un rapporto di stima reciproca. si dice inoltre che fosse stato proprio il commissario uno dei primi a essere poco convinti della pista anarchica, gli pareva che non portasse da alcuna parte, che non fosse quella giusta.
allora la domanda è d'obbligo: che cosa ci faceva pinelli in caserma da tre giorni? nulla, o meglio, non avrebbe dovuto farci nulla perchè il fermo poteva durare al massimo due giorni, ma al momento della morte eran già trascorse settantadue ore. doveva essere portato in prigione o rilasciato. invece no, in barba alla legge si trova ancora lì, in condizioni psico-fisiche chiaramente deficitarie, sulle quali non è stato avanzato alcun dubbio.
io non voglio mettere in discussione la soluzione avanzata dal giudice istruttore, cioè quella di un malore, cui peraltro si è giunti solo scartando tutte le altre, anzi voglio crederci. ed è per questo che il commissario deve esserne responsabile. non per forza per il diritto, poichè la dottrina penalistica ha da tempo superato l'idea del regresso all'infinito, ma per gli uomini sì. e lasciamo per una volta anche stare le menzogne tirate fuori sul caso dalla polizia, reati per i quali nessuno è mai stato indagato. si tratterebbe di abuso d'ufficio per il diritto, reato a mio avviso particolarmente grave e infamante, ma di sicuro imparagonabile all'omicidio.
fu calabresi a condurre l'interrogatorio di pinelli, nel quale il suo alibi venne creduto falso anche se in seguito si scoprì che falso non era. fu lui che non lo rimandò a casa quando era provatissimo dal poco sonno e pressoché a digiuno. voglio credere al malore, ma tale malore è stato causato dalle condizioni nelle quali è stato tenuto per quei tre giorni.
e davvero non deve nè può esistere un responsabile per tutto questo? no, io a questo non credo. calabresi aveva il dovere di mandarlo a casa e non l'ha fatto. in seguito a questa negligenza, per una tragica sfortuna, pinelli è morto. davanti a quello che potremmo definire un tribunale morale non potrebbe che essere condannato. pinelli è morto per una situazione di illegalità per la quale nessuno ha pagato, né chi l'ha posta in essere, né chi doveva vigilare affinché non fosse posta in essere. sono abbastanza sicuro che calabresi non volesse causarne la morte, ma indirettamente lo ha fatto col suo comportamento negligente.
 

lunedì 20 ottobre 2014

pensierino del giorno-19/10/2014

gli anni di piombo sono un periodo che mi ha sempre affascinato, probabilmente per il fatto che ho dovuto scoprirlo interamente da solo, senza che a scuola venissero mai fatti cenni di alcun genere, eppure è indispensabile per provare a comprendere l'italia di oggi.
dei tanti risvolti che hanno avuto ce n'è uno che recentemente mi è balzato agli occhi: l'età dei personaggi coinvolti. non mi riferisco ai politici, bensì a chi era in strada. ragazzi che ammazzavano altri ragazzi, gente di venti, ventuno, ventidue anni che brandiva una pistola e sparava a chi aveva di fronte. i defunti quasi sempre lasciavano mogli coetanee con figli o comunque gravide.
la nostra generazione è cresciuta dopo. alla loro età erano uomini e donne che scrivevano, nel bene o nel male, pagine di storia. tanti di noi invece attendono di aprirsi al mondo una volta ottenuta una laurea.
fare azioni di una tale portata significa, per forza, prendere delle decisioni. mi domando quand'è l'ultima volta che abbiamo deciso qualcosa di così importante o se l'abbiamo mai fatto e se mai lo faremo.

lunedì 13 ottobre 2014

pensierino del giorno-13/10/2014

ogni comunità ha bisogno del proprio jefe.
el jefe.
in spagnolo significa il capo.
uso, contrariamente alle mie abitudini, un termine non italiano perchè deve aiuta a rendere meglio la spontanea devozione e sottomissione degli appartenenti alla comunità nei suoi confronti. la parola capo ci evoca imposizione, fastidi, potere. niente di tutto questo. el jefe diventa tale per acclamazione, a furor di popolo viene eletto guida morale e spirituale, financo etica.
el jefe deve dunque spiccare per le sue qualità morali e il campo di battaglia nel quale si misura è la figa.
sul punto, bisogna riconoscerlo, non vi è ancora unanimità di vedute. una prima impostazione, più smaccatamente marxista, individua nel jefe colui che dà del tu alla figa; altra parte della dottrina, di chiara ideologia niciana o come cazzo si scrive, alla perenne ricerca dell'oltreuomo, ritiene invece che el jefe sia colui al quale la figa dà del voi. un ribaltamento di prospettiva quasi kuhniano, se non fosse che le due impostazioni potrebbero incredibilmente convivere: nulla impedisce, infatti, che la figa ossequiosa omaggi col voi el jefe mentre lui dall'alto del suo ruolo possa darle del tu. purtroppo in letteratura non è ancora stata trovata traccia di tale sincresi, per cui bisogna lasciarla nel mondo del condizionale e dei periodi ipotetici, così ben espressi dall'an più ottativo.
per chi non avesse familiarità col greco antico, lasciate perdere. non il pensierino, proprio la vita in generale.
dicevo.
l'ottica niciana scorge pertanto nel jefe una figura quasi mitologica, più vicina all'eroe omerico che al moderno cittadino metropolitano ormai schiavo dei social network e più a suo agio a navigare in internet che sul mar egeo. el jefe, pertanto, è chi non conta neanche i punti perchè ha già vinto il campionato per distacco incolmabile in saecula saeculorum e può allora permettersi il calcio champagne.
a questa visione si contrappone recisamente chi lo individua come un prodotto del sottoproletariato urbano, vicino più al foggia di zeman che al barcellona di guardiola. la sua peculiarità, però, è proprio quella di giocare la competizione ad armi pari e, mosso dal sacro fuoco della rivoluzione, dominare il torneo grazie alla costanza, allo spirito di sacrifizio e all'abnegazione; el jefe assurge a tale non ex ante bensì ex post, quando emerge dalla selva di braccia e spade polverose al centro dell'arena e sferra il colpo letale alla feroce tigre che si è scagliata su di lui, per poi esplodere in un urlo belluino che tremare il mondo fa. el jefe, in questo, rappresenta il riscatto sociale degli emarginati, di chi vuole sradicare la società esistente per fondarne una giusta, equa e meritocratica. rifiuta quasi il titolo di jefe, arrossisce talvolta, perchè si vede uguale ai suoi compagni rifiutando di riconoscere la propria superiorità. è quindi il branco a doverla decretare con silenziosa e ossequiosa deferenza ogniqualvolta lo si vede troneggiare, splendente di fulgida gloria.
el jefe, una volta incoronato, non può perdere lo scettro se non per alto tradimento della figa. ma, essendo jefe, ciò non può accadere: sarebbe una contraddizione in termini e parmenide non lo permetterebbe mai.
onorate il vostro jefe, ovunque si trovi.

domenica 28 settembre 2014

pensierino del giorno-13/09/2014

contando i senatori a vita credo che i parlamentari siano novecentocinquanta, uno più uno meno.
tra di loro c'è qualcuno che si dà da fare, propone leggi, insomma attua il compito precipuo del suo ruolo che è quello appunto della rappresentanza del cittadino: ne fa gli interessi.
altri invece stanno lì a scaldare una poltrona, spesso assenti e molte volte senza valida giustificazione.
tra tutti questi salverei razzi. proprio lui, l'uomo che litiga con l'italiano quanto gattuso con l'inglese.
nel suo essere una squallida macchietta e nell'essersi fatto probabilmente comprare come se fosse un giocatore al fantacalcio, una cosa buona l'ha combinata: ha un canale diplomatico con la corea del nord. anche qui, al di là dei racconti assurdi che lui ne riporta, non è di scarsa rilevanza. gli stati uniti, non san marino, son dovuti ricorrere a dennis rodman per penetrare a pyongyang, noi almeno riusciamo a mandarci un parlamentare.
intendiamoci: non è che il suo intervento cambierà il futuro del mondo, ma se ognuno di quei parlamentari apportasse nel suo piccolo un contributo tangibile alla causa, probabilmente non esisterebbero molti di questi discorsi anti kasta.
ora che ho esaurito anch'io la mia dose di qualunquismo da quattro soldi posso andare a dimenticare l'italiano in favore dell'abruzzese.

giovedì 25 settembre 2014

pensierino del giorno-12/09/2014

quanto ti puzza il culo
disse la vacca al mulo
sarà perchè ho fatto la cacca
rispose il mulo alla vacca

pensierino del giorno-11/09/2014

devo fare outing: mi piace bere l'acqua.
tanto quella frizzante quanto la naturale, anzi sono perfino giunto a teorizzare delle rispettive aree di applicazione. per esempio non mi piace portare il bicchiere d'acqua frizzante sul comodino prima di andare a dormire perchè metti che poi si sgasa quindi meglio la naturale, che vince anche dopo lo sport o di prima mattina.
durante i pasti sempre e solo frizzante, così come dopo il gelato è d'uopo per il gentiluomo che voglia farsi rispettare un bel sorso di acqua con anidride carbonica la cui formula mi pare sia ci o due, preferibilmente servita a temperatura ambiente.
insieme al whisky manco sto a specificare cosa va servito, altrimenti si scade davvero nelle banalità.
la doccia invece la alterno: nei giorni pari acqua naturale, in quelli dispari frizzante.

mercoledì 10 settembre 2014

pensierino del giorno-10/09/2014

è opportuno dedicare una seria e profonda riflessione a un tema di stringente attualità che tocca tutti quanti, anche coloro che nascondono la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
basta fare gli indifferenti, è il momento di agire, di fare qualcosa! adoperarsi per un cambiamento tangibile nel segno del rinnovamento della speranza!
vi pare possibile che nel duemila e quattordici no dico leggasi d-u-e-m-i-l-a-e-quattordici il portogallo abbia un fuso orario diverso dalla spagna? ok, fa impressione pensare che abbia lo stesso fuso del salento dal quale disterà un tantilione di km, però perbacco non puoi mettere un fuso diverso a portogallo e spagna. finchè uno viaggia verso ovest ancora ancora, ma è quando si passa dal nord del portogallo alla galizia o viceversa che ci si rende conto dell'assurdità della cosa: son messi lì, uno sopra l'altro, e tu devi cambiare orologio. sarebbe come se noi spostassimo le lancette ogni volta che passiamo il brennero, giusto cielo!

pensierino del giorno-09/09/2014

il male è una condizione percepita come permanente. non si ricorda un prima, non si riesce a immaginare un dopo. è come se non avessimo vissuto diversamente.
vale tanto per le malattie quanto più banalmente per i dolori che si possono provare a causa di infortuni di vario genere.
eppure, per fortuna, si tratta di momenti che ricoprono solo una piccola parte della nostra vita.
però quanto cazzo fa male il callo che m'è sbucato sotto al piede mannaggia la pupazza me lo amputerei.

lunedì 8 settembre 2014

pensierino del giorno-08/09/2014

l'otto settembre è una data sempre scomoda, come tutte quelle più o meno direttamente riconducibili alla seconda guerra mondiale e quindi alle vicissitudini del regime fascista in italia. di solito si segnala per una smodata presenza di post sui social network nei quali improbabili e nostalgici apologeti fanno riferimento a eventi accaduti quarant'anni prima della loro nascita come se li avessero vissuti in prima persona, anzi come se fossero stati dei protagonisti di quei giorni. un po' come se mio nonno, che era del 1919, mi avesse parlato per slogan dell'unità d'italia.
quest'anno, ad ogni modo, ho deciso di sfruttare la ricorrenza per sviluppare una riflessione secondo me inevitabile: cosa significa tradire? quand'è che si può legittimamente parlare di tradimento?
cercando di strutturare il discorso con un approccio neutro, direi che il tradimento significa la rottura della fiducia sulla quale si regge un rapporto. due persone hanno un rapporto di fiducia riguardo ad alcune cose e una delle due lo vìola, tradisce. la situazione tipica alla quale la nostra mente ricorre è quella di un fidanzamento/matrimonio o di amicizia. volendo riavvicinarsi al punto di partenza sembra opportuno prendere in considerazione solo la seconda, che è di facile interpretazione quando riguarda solo due persone, mentre diventa questione assai più spinosa e complicata quando vengono in rilievo gruppi di consociati, dove la volontà non è più individuale bensì collettiva e frequentemente si forma nonostante il dissenso di taluni. quando alla formazione della volontà collettiva si concorre secondo il metodo cosiddetto democratico e cioè quello della maggioranza più uno è giusto che tale volontà sia rispettata anche da coloro che non la condividono, se vogliono restare all'interno di quel gruppo e rispettarne le regole generali. se invece a ciò si è giunti attraverso metodi di sopraffazione è normale aspettarsi che questa non venga mai accettata e anzi ribaltata il prima possibile, concetto talmente banale che non merita ulteriori disquisizioni.
ma torniamo al caso di prima: si forma democraticamente una volontà. fino a dove ci vincola? voglio dire, è fisiologico che le idee possano mutare nel tempo e la maggioranza che ieri ha deciso x oggi può avere diversa composizione e stabilire y. tuttavia, si sostiene, vi sono casi in cui ciò non dovrebbe accadere, per esempio se il rapporto che si regge sulla fiducia è di tipo amicale. ma possono due stati essere amici? non sarebbe meglio parlare di partner commerciali, o piuttosto belligeranti? un lieve spostamento della prospettiva aiuta ad aprire numerosi scenari. perchè, così come sembra lecito in talune circostanze rompere un rapporto di amicizia se l'altra persona ha preso decisioni con le quali non possiamo convivere, ancora più facile ciò dovrebbe diventare quando l'amicizia altro non è se un rapporto di comodo, di mutuo vantaggio. e laddove questo cambi in maniera consistente la maggioranza di uno dei gruppi e palesi la propria contrarietà alla prosecuzione di tale rapporto, è evidente che non abbia alcun senso parlare di tradimento.

domenica 7 settembre 2014

pensierino del giorno-07/09/2014

è ora che qualcuno ci pensi seriamente: gastone è fortunato, vince un sacco di premi e si mantiene con quelli.
zio paperone, va beh. che ve lo dico a fare. idem rockerduck.
archimede pitagorico tira a campare con le sue invenzioni.
paperino almeno ha la decenza di lucidare le monete di zio paperone e comunque ha una lista dei debiti immensa.
nonna papera e ciccio vivono della fattoria.
perfino umperio bogarto, detective, in qualche modo la sfanga.
ma paperoga che cazzo fa nella vita per campare? vorrei sentirlo a colloquio con il nanni moretti di ecce bombo.

sabato 6 settembre 2014

pensierino del giorno-06/09/2014

i tempi cambiano e bisogna sapersi adattare.
ho sempre cercato di scrivere quotidianamente il pensierino, è stata la mia grande sfida e il motivo per cui a volte l'ho abbandonato, ossia quando ormai l'arretrato era troppo e non riuscivo più a stare al passo.
a questo punto l'unica cosa sensata da fare è prendere atto della situazione e riconoscere che non solo non ho più il tempo né l'energia per farlo, ma anche che questo blog è a uso e consumo di chi già mi conosce e difficilmente un giorno mi porterà grandi risultati. allora, con molta calma, continuerò a scrivere con la maggior frequenza possibile, ma senza il pallino della cazzata giornaliera.
è forse la prima volta che cambio davvero qualcosa.
significherà mica che qualcosa sta cambiando dentro di me?

mercoledì 3 settembre 2014

pensierino del giorno-03/09/2014

l'argomento sarà anche trito e ritrito, ma la verità è che non si finisce mai di esplorarlo in tutte le sue potenzialità.
per esempio, non riesco a rispondere a un tremendo quesito: quando gli alpinisti vanno a fare le spedizioni sugli ottomila, dove immagino non arrivino alla vetta in mezza giornata, come fanno con la cacca? non so perchè ma ho sempre immaginato che non restassero quasi mai con delle parti del corpo esposte all'aria, col freddo che fa lassù. quindi ripropongo il quesito: come fanno a far la cacca?

martedì 2 settembre 2014

pensierino del giorno-02/09/2014

c'è una cosa che detesto ma che qualche volta son stato costretto a fare: non finire un libro, lasciarlo lì. è una sconfitta totale e lo ancora di più perchè mi rendo conto che non provo la curiosità di sapere come va a finire. è una cosa che da ragazzino non mi poteva succedere, smaniavo troppo di sapere le cose per cui portavo a termine anche quelli che trovavo devastanti.
tranne albero e foglia, ça va sans dire, ma quello secondo me da pagina sessanta in avanti è riempito di parole a caso tanto non c'è mai giunto nessuno. parole riempitive.
dopo una serie di fortunati incontri mi trovo di nuovo in questa situazione. scrittore che ha goduto in vita di grande fama, ma che a mio modo di vedere ha partorito un mattonazzo che risulta meno interessante di un catalogo della findus. almeno avesse le immagini.
ho deciso di affrontare la questione di petto, ma non vi è tradimento più grande di leggere e finire un libro mentre ne hai un altro già aperto. è una ferita che non si rimargina, puoi pure finirlo ma ormai il rapporto è logoro e consunto, per cui tanto vale rassegnarsi all'idea che non si rimarginerà.

lunedì 1 settembre 2014

pensierino del giorno-01/09/2014

nel mulino che vorrei fa le pompe sasha grey.
lo so, ma che ci volete fare.
volevo augurare a tutti un agreste e bucolico inizio di settimana.

giovedì 19 giugno 2014

pensierino del giorno-17/06/2014

i social network non fanno per noi misantropi. come qualunque luogo affollato dove l'umanità può esprimersi al suo peggio, servono solo a farci salire il nervoso e ad aumentare il numero delle persone odiate.
non a caso la mia esperienza sugli autobus urbani è durata il meno possibile, quindi son passato alla bicicletta che è il mezzo di trasporto personale per antonomasia.
di recente ho avuto modo di disprezzare una nuova tendenza, oltre al dilagare delle coppie, ma questo temo sia inevitabile: si tratta dei marpioni che ci provano con le strafighe. innanzitutto è bene precisare che sono marpioni sfigatissimi, perlopiù anzianotti che anzichè scorticarsi il pirillo pensano bene di commentare le foto in maniera, a loro dire, scherzosa e provocatoria. peccato che poi caschino sul più bello e aggiungano lo spoiler: scherzo eh, magari accompagnato da faccina con lingua di fuori. quanto squallore e tristezza.
son peggio di quelli che sotto le foto delle coppie commentano beeelliiiiiiiiii. questi andrebbero davvero privati dei diritti civili e politici.

mercoledì 18 giugno 2014

pensierino del giorno-16/06/2014

dopo procrastinare c'è un'altra parola cui bisognerebbe pensare più spesso: santabarbara.
si scrive tutto attaccato ed è la parte della stiva della nave dove erano tenute le armi e le munizioni. prende il nome, com'era facile intuire, dall'omonima santa che fu uccisa da suo padre, il quale venne poi fulminato. è quindi la santa protettrice del fulmine e di tutto ciò che ha a che fare con esplosioni varie, nonchè della marina e dei vigili del fuoco.
a parte questa inutile e pallosa digressione, santabarbara è bellissimo da pronunciare.
procrastiniamo lo svuotamento della santabarbara.
potrei tatuarmelo in gotico sul petto.

martedì 17 giugno 2014

pensierino del giorno-15/06/2014

il cartone è un isolante davvero portentoso. provate a lasciare delle birre in freezer ancora nella confezione: dopo mezz'ora saranno molto meno fredde rispetto a come sarebbero se fossero state messe senza cartone intorno. e il cartone stesso non è freddo al tatto.
so di aver scoperto l'acqua calda e non a caso i senzatetto lo utilizzano come coperta d'emergenza, ma quando queste vengo a contatto con la realtà di queste conoscenze generiche resto sempre esterrefatto come il bambino che si brucia per la prima volta col fuoco.

lunedì 16 giugno 2014

pensierino del giorno-14/06/2014

dopo post come quello su donne & calcio vien da pensare che forse l'idea di fondo che anima il pensierino è sbagliata: questo voler essere anticonformista a tutti i costi può essere simpatico all'inizio, ma alla lunga non paga. e visto che siamo a otto anni di storia e non ho mai ricavato un centesimo da tutto quello che ho scritto direi che siamo abbastanza sul lungo periodo.
scrivere di argomenti di facile uso e consumo e soprattutto di attualità attira più l'attenzione, c'è poco da fare, soprattutto quando non si ha tutta la giornata da dedicare al blog. di per sé non sarebbe neanche male l'idea di proporre sempre un argomento meno sulla bocca di tutti, però poi ho pensato una cosa: quando apriamo un giornale andiamo alla ricerca della notizia più curiosa e singolare o ci concentriamo sui principali fatti del giorno? forse dovrei piano piano introdurre un aggancio alla quotidianità.
sarebbe un cambiamento epocale e io odio i cambiamenti.
i cambiamenti sono persone orribili.
ah no, quelli sono i cavalli.

pensierino del giorno-13/06/2014

una suora, potando un'aiuola, si punge con una spina.
- cazzo che male!
- oh merda ho detto cazzo!
- porca puttana ho detto merda!
- e vaffanculo non volevo neanche farmi suora!

sabato 14 giugno 2014

pensierino del giorno-12/06/2014

c'è una cosa che mi turba del rapporto con la tecnologia e le innovazioni. o meglio, non è proprio che mi turbi, sarebbe più corretto dire che mi causa dubbi irrisolti.
partiamo da un assioma: qualunque cambiamento migliora la nostra vita rendendola più comoda, più semplice, o magari addirittura aggiunge delle possibilità che prima non avevamo. in quest'ultimo senso collocherei internet, che ha permesso di ampliare l'accesso alla conoscenza.
altre, come dicevo, ci hanno reso la vita più facile e penso al navigatore satellitare: prima ci si arrangiava con le cartine e si chiedevano indicazioni, ora si imposta la destinazione finale sul navigatore e ci si lascia guidare.
dunque, posto che appunto non mi passa neanche per l'anticamera del cervello l'idea di criticare il progresso, mi domando in che misura ne diventiamo schiavi. se uno ci pensa, prima dell'innovazione che ha semplificato la vita ci si doveva arrabbattare in qualche altro modo, mentre dopo ci affidiamo completamente all'ultimo ritrovato della tecnologia ed è qui che possono sorgere dei problemi: che succede quando non possiamo utilizzare l'invenzione? riusciamo a vivere come prima? oppure la nostra mente si è ormai bloccata su quel livello, lo ha dato per acquisito e non può quindi tornare indietro, concependo di fatto la nostra esistenza come mutilata?
non mi sono espresso benissimo, ma quello che intendevo chiedermi è quanto c'impigrisca il progresso, quanto ci faccia dimenticare di quando si viveva in sua assenza senza che ci fossero particolari problemi. temo che la risposta sia molto. il punto focale è che non esistiamo solo noi, esiste anche un mondo intorno a noi perciò poco male se siamo gli unici nel mondo a trovarci a un livello superiore e poi dover tornare allo stesso di tutti gli altri, il cruccio è restare indietro. non riusciamo a sopportarlo, viviamo come se fossimo dei paria.

pensierino del giorno-11/06/2014

passo spesso per misogino, che poi non sarebbe altro che un tratto della più generica misantropia, ma devo confessare che amo le donne. adoro il loro corpo, mi manda veramente fuori di testa. passerei la vita intera a tastarne i seni, accarezzare la cosce, la linea ondulata dei fianchi e le rotondità del sedere.
mi fanno impazzire le labbra, la pelle liscia e delicata del collo e i capelli folti che ricadono sul viso quando si sporgono in avanti.
ho qualche problema in più con la loro mente, anzi diciamo che non vado affatto d'accordo. siccome cerco di evitare situazioni di palese conflitto, credo sia opportuno per tutti ritagliarsi degli spazi di no-fly zone, dove è vietato interferire e i contatti sono severamente proibiti.
il calcio rappresenta una di queste aree ad accesso limitato e nello specifico i mondiali.
dovete sapere, care donne, che già è fastidioso vedere alla televisione stadi pieni di tifosi occasionali che si scandalizzano per un fallo, si alzano in piedi in preda a raptus di entusiasmo quando c'è un inutile dribbling a ottanta metri dalla porta e applaudono sportivamente entrambe le formazioni, figuriamoci cosa può diventare se a ciò aggiungete la vostra ignorante presenza.
perchè non tira? perchè siamo a quarantacinque metri dalla porta, tesoro. non è che mi andresti a prendere una birra fredda?
perchè si lamenta e fa tutte quelle storie? perchè probabilmente gli hanno appena spaccato il legamento crociato del ginocchio, amore, e dovranno operarlo d'urgenza. guarda, son finite le patatine, avresti mica voglia di prenderne altre?
perchè esce dal campo? perchè si è fatto tre autogol, luce mia, e l'allenatore forse ha pensato che non fosse producente continuare a farlo giocare. giù dal balcone ci sono i popcorn, ti getteresti mica per cortesia?
riprendo un'idea di una grandissima civiltà del passato, quella ateniese. vi ricordate leonida, quello del petto lucido e delle foto su instagram? bene, quando gli chiesero per favore di morire da eroe fu perchè nel frattempo potessero evacuare la città di atene e mandare i suoi abitanti sull'isola di salamina nei cui pressi ci fui poi la battaglia navale blablabla.
ecco, non potremmo anche noi esiliare in tempo di guerra tutte le donne e con esse tutti gli ignoranti di calcio in un'unica isola e farli rimpatriare a mondiali conclusi? o perlomeno dopo l'eliminazione dell'italia, che probabilmente anticiperà di gran lunga la finale.
potranno accoppiarsi liberamente e riempirci di corna, ma siccome non ho una fidanzata la questione non mi interessa affatto. saranno nutriti con due pasti al giorno e la sera verrà proiettato un film noioso in modo da farli assopire il prima possibile.
grazie a tutti per la gentile collaborazione, organizziamoci con le macchine in modo da facilitare l'esodo.

pensierino del giorno-10/06/2014

il pensierino ha anche funzione di salvagente. talvolta capita che ci si trovi in periodi difficili dove gli eventi sembrano essersi messi d'accordo per remare contro; allora, seguendo, i preziosi insegnamenti di harry potter, come prima cosa bisogna praticare l'occlumanzia per escludere i pensieri negativi e fare perno su quanto di positivo c'è dentro di noi. in questi casi è dura trovare appigli esterni, quindi occorre tirar fuori qualcosa che si ha dentro, a uomini e donne la chiamerebbero la solarità pertanto ci atterremo a questa definizione, esattamente come farebbe l'accademia della crusca.
dopodichè riverso ogni singolo sprazzo di allegria nel pensierino, sperando che inneschi una valanga di cazzate che come sempre parte da un sassolino spostato dal piede di un distratto camminatore. piano piano ci si lascia travolgere dal vortice di idiozie, si ride come fessi e ci si ritrova a sgangherarsi per una qualche scemenza. e i pensieri negativi sono stati sconfitti.
vale tanto per chi scrive come per chi legge.
anche per questo vado avanti, nella speranza di apportare un minimo di buonumore a chi assiduamente mi segue.

venerdì 13 giugno 2014

pensierino del giorno-09/06/2014

viaggiare è un'arte. non ci si improvvisa viaggiatori. e la viaggiatrice migliore di tutti sarebbe stata mary poppins, poichè non le sarebbe mai mancato niente.
purtroppo non possediamo la sua borsa magica nè è pensabile affrontare un trasloco ogniqualvolta si metta il naso fuori di casa, tuttavia la questione dell'ottimizzazione del bagaglio è di fondamentale importanza e meriterebbe maggiore spazio sui media nazionali, che invece si ostinano a parlare ancora di politica.
facciamo un esempio pratico: la giornata al mare. quali sono le cinque cose che assolutamente non possono essere trascurate, pena la fustigazione sulla pubblica piazza e la scomunica presso le più importanti religioni monoteiste?
- il pallone. andare al mare senza pallone è come leccare la patata con le mutande. poi magari non lo usi perchè è tutto scogli, ma devi vederlo, devi sapere che è lì;
- le carte. problemi con la socialità? una bella mano di scopone, briscola, tressette e per magia si passerà da problemi a reati. imprescindibili;
- la crema solare. eh già perchè chi arriva al mare senza la crema solare ha due possibilità: o passa la giornata rintanato sotto l'asciugamano per evitare di ustionarsi facendo la figura del pirla oppure se la spassa consapevole del fatto che nei giorni successivi saran dolori, facendo comunque la figura del pirla che s'è dimenticato la crema;
- i racchettoni. vedi pallone.
- cibo e acqua. possibilmente in gran quantità e con la massima varietà possibile. particolarmente indicata la frutta, dolciumi vari che non rischino di squagliarsi e bibite di qualunque genere.
- borsa frigo per la freschezza dei prodotti, a meno che non vogliate tenere le bottiglie nell'acqua di mare pensando che non ve le porterà comunque via se non le seguite ogni tre secondi.
anche stavolta è andata a finire che le cose eran più di cinque. la mente umana è un abisso tutto da esplorare.

mercoledì 11 giugno 2014

pensierino del giorno-08/06/2014

la gente odia la politica. ma non la politica intesa come gestione della cosa pubblica, proprio la parola.
la parola politica e tutte le sue possibili declinazioni.
questioni politiche.
esigenze politiche.
ragioni politiche.
motivi politici.
queste locuzioni altro non sono se non un paravento per qualcosa che si vuole tener fuori dalla portata dei cittadini: sembrano d'immediata comprensione, ma certo, la scelta è stata presa in base a questioni politiche, chi non ne capirebbe il significato? eppure nessuno sarebbe in grado di spiegarlo precisamente. da qui nasce la curiosità di andare più a fondo, di scavare fino a giungere al nocciolo delle spiegazioni. ma è proprio lì che il paravento esplica la sua funzione, rendendosi più opaco che mai e lasciando a chi si trova dalla parte sbagliata solo la percezione di alcune indistinte sagome in movimento.
la gente odia la politica perchè è qualcosa che si è voluto porre oltre la loro possibilità, e non capacità, di comprensione.

pensierino del giorno-07/06/2014

le relazioni tra esseri umani sono come i cavi: se vengono recise di netto c'è la possibilità che siano riunite con della colla, dello scotch, poichè combaciano ancora. se invece i cavi vengono sfibrati e sfilacciati non c'è più nulla che li possa mettere a posto.

pensierino del giorno-05/06/2014

- quante volte si può amare? -
- dipende -
- non può essere la tua risposta a tutto -
- è vero invece. dipende da cosa ami. dipende da cosa intendi per amare. dipende -
- va beh lo sai benissimo che per esemp... -
- no che non lo so. io e te abbiamo amato nello stesso modo? ed era lo stesso tipo di amore? -
- comunque è incredibile che ogni questione con te debba diventare quasi un litigio -
- niente affatto, cerco solo di esser preciso. se non lo fossi si creerebbero delle incomprensioni e queste sì che porterebbero a un litigio -
- figurati che mi stai già facendo passare la voglia di discuterne -
- io non ce l'avevo manco in partenza -
- allora vaffanculo? -
- per me, senza rimpianti nè rimorsi -
- era solo una semplice domanda -
- il vaffanculo? -
- no, idiota, l'altra -
- semplice ma sollevava una questione complessa e interessante alla quale non riuscirei a rispondere con un sì/no/lisbona -
- puoi aggiungere oporto alle soluzioni -
- m'ha fatto quasi ridere, ma manterrò la serietà per non darti questa soddisfazione -
- ora te lo richiedo sillabando, come con i bimbi scemi. quan-te-vol-te-si-può-ama-re?
- guarda il labiale, ti faccio lo spelling: d-i-p-e-n-d-e -
- va bene, circostanziamolo: quante persone si possono amare durante la propria vita? -
- consanguinei inclusi o esclusi? -
- esclusi, ovviamente -
- lo vedi che dipende? ad ogni modo, vuoi sapere amori ricambiati o a senso unico? -
- tutti -
- no, son due cose diverse -
- che cazzo dici? -
- è così logico che mi sembra assurdo doverlo spiegare, personalm... -
- vaffanculo -

pensierino del giorno-06/06/2014

chissà se questo parallelismo tra la psicologia (o psichiatria/psicanalisi che sia) e la geografia regge: prima di girare il mondo bisogna conoscere le terre dove si è nati. tradotto: prima di conoscere gli altri bisogna conoscere se stessi.
in effetti ora che ci penso qualcuno l'aveva anche detto, gnozi sautòn.

lunedì 9 giugno 2014

pensierino del giorno-04/06/2014

c'è un indicatore della felicità molto semplice e genuino: la voglia di condividerla.
in un certo senso mi ricorda l'esultanza pazza e sfrenata dopo i gol, che comunica al mondo la propria gioia ed è così liberatoria che cerca di raggiungere tutte le persone del globo.
quando siamo davvero felici vogliamo che tutti lo sappiano, metteremmo cartelloni in giro per il mondo. almeno, questo in partenza. poi c'è chi la controlla meglio e chi invece è afflitto da una patologia di questo tipo e cioè dallo stracciamento di palle altrui che conduce a subissare di notizie persone alle quali non poteva interessare di meno.
ma di base chi è felice vuole urlarlo a tutto il mondo.
altrimenti non lo è davvero, ne è anzi il coronamento.

pensierino del giorno-03/06/2014

dicevano di crescere, di smetterla con i videogiochi. è ora di diventare adulti, di assumersi delle responsabilità, di cambiare proprio mentalità e attitudine.
tutto giusto eh, bravi.
però avevano sottovalutato l'aspetto più importante: con l'avvento della tecnologia sono aumentate le possibilità di migliorare la qualità della vita e di conseguenza la propria felicità. internet, per esempio, ha aperto a tutti un universo intero di conoscenza fatto non solo di cultura ma anche e soprattutto di galattici archivi video contenenti film, serie tv, filmati, sceneggiati, pornazzi, chi più ne ha più ne metta.
l'handicap è quello di dover vedere tutto questo ben d'iddio sullo schermo del pc che per quanto possa essere di ultima generazione non sarà mai grande e nitido come la televisione.
è qui che il fanciullino ottiene la sua rivincita. la play station, infatti, è collegata alla tv da un cavo particolare, quello dell'alta definizione. orbene, il pc ha una presa apposita per questo cavo.
da lacrime agli occhi. son finite le nottate in camera con il computer sulle ginocchia, ora si potrà vedere tutto e quando dico tutto intendo tutto sui centoseimila pollici del salotto.
il mondo mi sorride.

sabato 7 giugno 2014

pensierino del giorno-02/06/2014

è un trend che in parte avevo notato negli altri anni, eppure in questi giorni si è ripresentato con una certa forza: la mancanza di stimoli durante il periodo vacanziero. il fatto è che tenere la mente poco occupata porta a un impigrirsi dei nostri neuroni, con conseguente calo dei pensieri.
ciò è dovuto anche a un tasso di attività sinusoidale, che si compone di eterne giornate parcheggiati in casa alternate a intense maratone sballottati di qua e di là senza poter rifiatare un attimo; in tutto questo il blog viene malamente trascurato o per inattività o per attività troppo intensa.
la lezione che se ne può trarre è molto semplice: la scrittura raramente viene da sè, ha costantemente bisogno di essere incoraggiata, stimolata, aiutata, punzecchiata. è il rapporto col mondo esterno che crea i pensieri.
o meglio, a volte possono arrivare da soli, in altri casi invece abbiamo bisogno di isolarci per metabolizzarli e affrontarne alcuni con la dovuta calma e profondità di riflessione, ma perchè questi pensieri esistano è comunque necessario che ci siano arrivati in qualche modo, occorrono delle stimolazioni esterne che mettano in moto il tutto.
vivere l'umanità.

lunedì 2 giugno 2014

pensierino del giorno-01/06/2014

da un punto di vista strettamente biologico, se i dinosauri non si fossero estinti noi esisteremmo? saremmo mai venuti alla luce?
la causa della loro estinzione, quale che sia, ha in qualche modo favorito le condizioni per la nascita e sviluppo dell'uomo? oltre al fatto, chiaramente, di aver liberato il pianeta da quei simpatici bestioni.
ci son due diverse possibilità: se al tempo c'eran solo loro sulla faccia della terra mi vien da pensare che un motivo ci sarà stato e dunque noi saremmo stati sbranati o mai nati, ma se invece coesistevano con altre specie viventi questo significa che almeno all'inizio avremmo potuto convivere e prosperare, fino al momento in cui per forza di cose avremmo cercato di soggiogarli o annientarli definitivamente.
ecco, adesso mi è venuta voglia di essere un tirannosauro.
a parte quando c'è da rifarsi il letto.
ah, ma io non mi rifaccio mai il letto! sarei stato un tirannosauro invincibile.

pensierino del giorno-30/05/2014

il nostro sistema educativo ha grosse ed evidenti lacune.
una di queste è quella di non averci insegnato ad avere a che fare con gli orsi: come ci dovremmo comportare nel caso in cui ci presentassero un orso? non so, tipica situazione che potrebbe presentarsi in futuro: tua figlia ti presenta il suo nuovo fidanzato che è un grizzly. non si può certo essere scortesi, bisogna metterlo a proprio agio. d'altronde la felicità di un figlio viene prima di tutto ed è sbagliato giudicare un libro dalla copertina, per cui bisogna dare una chance anche al povero signor orso che siede sul divano accanto alla pupa e cerca d'inserirsi nella conversazione per dare l'impressione di essere uno a posto, un tipo brillante con la battuta pronta.
cosa si può offrire a un orso? vien da pensare del salmone, ma come potrebbe prenderla? è come dare del cous cousa a un maghrebino, ci sono tre diversi scenari ipotizzabili.
uno, ringrazia e se lo sbafa perchè è il suo piatto preferito e racconta come si usa cucinarlo dalle sue parti (in questo caso crudo e già si sapeva, però è sempre carino fingere una punta di stupore in queste circostanze).
due, la vede come una presa per il culo, come se il messaggio fosse "voi trogloditi non sapete cibarvi di altro per cui supponiamo che l'unica cosa che il tuo organismo ormai sia in grado di digerire è questa. tiè mangia, schifezza ambulante".
tre, vi compatisce teneramente: si rende conto che avete voluto fare una sorta di omaggio alle sue origini ma avete miseramente fallito e siete stati pure piuttosto goffi nel tentativo. che è sta robina affumicata tagliata in fettine sottili che non riesce manco ad artigliare? il salmone si mangia intero e crudo, cani infedeli. sarete puniti dagli dei e il martello di thor non avrà pietà per voi. questa peraltro è la tipica scena che capita quando si prova a cucinare qualcosa di napoletano a un napoletano, errore madornale, oppure peggio ancora portarlo a mangiare la pizza in una città che non sia napoli, solo che il napoletano anzichè invocare thor e odino si appella a san gennaro e a diego armando maradona quindi tutto sommato potete stare tranquilli che a livello divino non rischiate niente (diego non ha tempo da perdere con voi).
quattro, è deluso perchè già mangia salmone tutti i giorni e sperava almeno per una volta di provare qualcosa di diverso, fosse anche solo un'insalata di riso.
oh alla fine gli scenari son diventati quattro, pazzesco come tutto cambi a una velocità incredibile nel mondo di oggi, cioè non fai in tempo a scrivere una cosa che già non è più attuale.
il vantaggio è che giocate in casa quindi sarà lui a doversi adattare alle vostre abitudini, quindi bene o male la si può sfangare. il problema è quando vuole ricambiare il favore invitandovi da lui.

venerdì 30 maggio 2014

pensierino del giorno-29/05/2014

commentare l'attualità è una cosa che cerco di evitare fin da quando è nato il blog, cioè più di otto anni fa. recentemente non mi son potuto esimere dal fornire il mio punto di vista su genny 'a carogna e in realtà mi ha fatto piacere che ne sia nato un piccolo dibattito con scambio d'opinioni, segno che in realtà la categoria che io tanto snobbo accende l'interesse molto più delle mie cagate quotidiane (intese anche come evacuazioni di rifiuti corporei).
tuttavia scorrendo le notizie dal sito di un quotidiano mi sono imbattuto in un titolo che ha richiamato la mia attenzione: cortei in tutta la francia contro la le pen. va bene, siete francesi, quindi sono concessi le attenuanti generiche, però diamine ragazzi. non è passata neanche una settimana dal voto. cioè voi avete avuto nelle vostre mani la possibilità di evitare che risultasse vincitrice delle elezioni e dopo non esserci riusciti protestate? di cosa vi drogate?

mercoledì 28 maggio 2014

pensierino del giorno-28/05/2014

il nostro sistema immunitario non ci protegge solo dalle malattie, ma anche da noi stessi e dalle cazzate che rischiamo di fare. la cosa fantastica è che funziona a nostra insaputa, esattamente come i muscoli involontari, o meglio, magari siamo consapevoli dell'azione in quel dato momento ma poi ce ne dimentichiamo e ne perdiamo totalmente la cognizione, al punto che quando ne scorgiamo gli effetti siamo stupiti quanto i nativi che videro colombo scendere dalle caravelle.
stupiti perchè lo aspettavano il giorno dopo, mica per altro.
dalla mia esperienza posso trarre un paio di esempi.
il primo accadde circa un anno e mezzo fa, tornai a casa per le vacanze di natale dalla spagna e quando fui sul pullman che mi riportava alla casa di granada ebbi una folgorazione: le chiavi di casa! certo di non averle prese inizio a smadonnare e chiedo asilo politico presso qualche amico, dove inizio a frugare nella valigia. niente da fare, non ci sono. controlla meglio, mi dicono. allora inizio a svuotare e come per magia eccole sbucare dal fondo della tasca esterna, raggomitolate in attesa che le trovassi. in quel momento mi sono rivisto mentre sfacevo la valigia una volta a torino e pensavo saggiamente di sistemare già le chiavi nella valigia stessa, in modo da prevenire un'eventuale sbadataggine che puntualmente si è verificata. questo vuol dire conoscersi.
poco fa invece stavo parlando con una persona e dopo una ventina di minuti mi passo le mani tra i (pochi) capelli e mi accorgo di non avere più gli occhiali da sole. terrorizzato torno indietro, faccio il percorso a ritroso finchè non scopro che li avevo già messi precauzionalmente via. fantastico, erano al sicuro da tempo.
le volte in cui funziona questo anti-virus è portentoso, peccato che a volte abbia dei black-out.

martedì 27 maggio 2014

pensierino del giorno-27/05/2014

quando iniziai la scuola elementare non erano ancora passati dieci anni dal disastro di chernobyl e all'epoca si facevano delle iniziative benefiche volte ad aiutare i bambini di quelle zone. non ricordo con preciso in quale progetto fosse coinvolta la nostra scuola nè cosa comportasse, fatto sta che a noi scolaretti chiesero di fare dei disegni da mandare ai nostri pari età ucraini e per aiutarci ci consegnarono un foglio con il nostro alfabeto e la traduzione di ogni lettera in cirillico.
dato che già allora ero scarso a disegnare cercai di ovviare a questa carenza con dei dialoghi, peccato che non avessi grande padronanza dell'idioma (neppure dell'italiano), per cui tradussi lettera per lettera dall'italiano e lo scrissi in cirillico.
un cretino già allora.

lunedì 26 maggio 2014

pensierino del giorno-26/05/2014

la vita dell'uomo moderno, timorato o meno che sia, è costellata di insidie e pericoli anche nei suoi aspetti apparentemente più innocui. uno di questi è senza dubbio rappresentato dagli angoli dei muri quando si cammina a piedi scalzi o si gattona. il mondo sarebbe più facile se fosse smussato.
ma non è di questo che volevo parlare.
gli spigoli son sempre esistiti, se l'uomo non è riuscito nel corso dei millenni a tenersene alla larga sarà perchè in fondo ha del masochismo latente e vuole avere un'occasione per farsi del male e potersi lamentare, altro grande traguardo della nostra esistenza: cacare il cazzo al prossimo facendo leva sulla nostra più sfortunata condizione. c'è gente che lo ha trasformato in un'arte, ci si guadagna quasi da vivere.
ma non volevo parlare nemmeno di questo.
volevo invece focalizzarmi sui piccoli accidenti che possono occorrere durante la routine mattutina, per definizione il momento più importante della giornata, o meglio del suo arco cosciente. espressione bellissima, l'arco cosciente della giornata. utilizzatela pure in famiglia e al lavoro, vi farà sentire socialmente inseriti e apprezzati.
capita, per esempio, che ci si ritrovi senza gli ingredienti per la prima colazione. dato che fin dalla magna charta libertatum del 1215 è fatto divieto assoluto di uscire di casa per comprare il necessario per la colazione prima di averla consumata, quando si verifica questo genere di sciagure si aprono due sole strade al cittadino modello: la prima, osteggiata sia in dottrina che in giurisprudenza (e quindi non si capisce chi cazzo la sostenga) è cambiare la prima colazione. soluzione tanto sciocca quanto irrealizzabile, sarebbe come dire a una persona sposata che deve passare una sera lontano dal coniuge di rimediare con altra compagnia (ora che ci penso improvvisamente non appare così stupida). la seconda invece, dolorosa ma forse eticamente preferibile, prevede di saltare a piè pari la colazione per rimediare al bar. piuttosto semplice da un punto di vista logico, rischia però di prestare il fianco a un dilemma che, qualora si verifichi, è paragonabile alle trombe dell'apocalisse: giungere al bar e scoprire di non avere un centesimo.
anche qui, però, son cose che capitano da decenni, come tutte le peripezie legate alla carenza di mutande, ai calzini spaiati, alle camicie non stirate e via discorrendo.
con particolare riguardo alla modernità una delle trappole è quella relativa all'inserimento della password del wifi. quid iuris, infatti, se d'improvviso non ci si dovesse più riuscire a collegare? sì, ce la ricordiamo bene e no, al centosettantesimo tentativo chiaramente non abbiamo più sbagliato a digitarla. per fortuna esiste l'invio della password tramite mail, penserà lo sprovveduto, e invece no, c'è un numero verde che fa passare per il centralino della casa bianca, tre irresistibili offerte promozionali, il bollettino di isoradio e ir budello di tu ma', come si direbbe nei salotti raffinati della pisa bene. non resta che iniziare dei rituali magici per aggirare questo problema, quali la preparazione di intrugli magici tipo bevanda di panoramix (sperando di non caderci dentro tipo obelix oppure sì, pensate che figata non aver mai più bisogno di una singola password per entrare nelle connessioni di tutto il mondo) e l'esecuzione di una danza del wifi secondo l'antico rito delle tribù microsoft del congo centrale.
mentre lo stinco di bambino si sta lentamente cuocendo dentro la pozione, ecco che improvvisamente si palesa l'arcinemico, la causa prima e suprema di tutti i mali e delle madonne scagliate in quella mattinata: il caps lock. infido, era rimasto acceso di soppiatto, come una vipera in agguato nell'erba pronta a mordere il malcapitato di turno che si aggiri nei paraggi del suo nascondiglio.
una volta disinserito, la giornata può cominciare.
hello world.

domenica 25 maggio 2014

pensierino del giorno-25/05/2014

nella vita ho sempre cercato di privilegiare i contenuti rispetto alle forme. con una frase fatta, non giudicare un libro dalla copertina.
invece è una cagata pazzesca, non perchè sia sbagliato, anzi resto convinto della sua validità, ma siamo comunque molto influenzati dalle forme, dall'estetica, dal contorno. restando sui libri, tante volte ne ho comprato uno attratto appunto dalla copertina o dalla veste grafica o peggio ancora dalla costoletta.
così come le persone che non conosciamo ci danno un'impressione prima ancora che abbiano aperto bocca, tutto quello che ci si presenta agli occhi manda dei messaggi immediati. la capacità di andare oltre e di non farsi ingannare è notevole, però è sciocco far finta che non agisca in alcuna misura sul nostro giudizio. bisogna saper accattivare il prossimo per farlo arrivare al contenuto altrimenti è molto difficile che questo emerga da solo.

sabato 24 maggio 2014

pensierino del giorno-24/05/2014

salviamo l'abigeato. no dico ma vi pare giusto che questa fondamentale figura di reato non abbia all'interno del nostro ordinamento la dignità di un articolo a sé stante, ma debba rinvenirsi all'ottavo posto (manco al primo!) delle circostanze aggravanti del furto? lo trovo inconcepibile.
il fatto che la sardegna sia una regione a statuto speciale non significa che vada bistrattata in questo modo terribile e meschino, anzi, riscriverei il codice penale centrandolo sull'abigeato ma che dico usciamo dall'euro e reintroduciamo il baratto, libero accesso alla moneta tramite caccia e pesca. diventeremmo una società migliore, dove tutti lavorano per gli altri prima che per se stessi e dove non è importante l'io, ma il noi. praticheremmo l'amore libero su verdi prati in fiore (ma se sono in fiore non son più verdi, dico bene?) e quando le nostre amanti saranno soddisfatte torneremo a rivolgere l'attenzione alle donne.

venerdì 23 maggio 2014

pensierino del giorno-23/05/2014

da piccolo, che poi vuol dire una decina d'anni fa quindi tanto piccolo non ero anche se mi sembrano passate ere geologiche con tanto di glaciazioni ed estinzione dei dinosauri, credevo a un sacco di scemenze, tipo questa qui (ci tengo a ribadire che è acqua passata, per fortuna mi sono evoluto in charmeleon anche se vorrei un giorno diventare charizard).
pensavo e sottolineo avo che sarei stato una persona tutta d'un pezzo, intrisa di valori, morale ed etica. avrei orientato la mia vita alla coerenza e al rigore, senza scendere mai a compromessi. poi ho capito una cosa: che a nessuno frega una mazza di tutto questo. se è importante se stessi ok, è un sacrificio accettabile, ma se perseguire delle idee/convinzioni comporta delle rinunce che sul momento ci riescono difficili al diavolo tutto.
l'importante è evitare le contraddizioni marchiane, come può essere il farsi passare appunto per un uomo retto e probo. nel momento in cui accettiamo e facciamo accettare agli altri di essere persone che possono mutare a seconda della convenienza dov'è il problema?
da una parte si loda chi ha il coraggio e l'onestà intellettuale di cambiare idea, dall'altra se ne critica l'incoerenza. francamente mi sembra un corto-circuito logico, delle due l'una, a meno che uno non si arroghi il diritto di poter decidere ogni volta in base al caso specifico, ma entrerebbero in gioco variabili legate al sentire personalissimo e a mio modo di vedere insindacabile di ognuno.

giovedì 22 maggio 2014

pensierino del giorno-22/05/2014

la gente va vissuta per strada, c'è poco da fare. bisognerebbe passare la propria vita, o almeno parte di essa, nei luoghi affollati e origliare le conversazioni, osservare i comportamenti, studiare le mimiche facciali, le gestualità quotidiane. un campionario stupefacente.
il vero divertimento, col quale trascorrevo gli spostamenti in autobus quando ancora lo utilizzavo, consiste nell'immaginare le storie personali a partire da un paio di frasi o da dettagli del corpo piuttosto che dell'abbigliamento; cercare di riempire meglio il loro presente e se possibile tracciare un abbozzo del loro passato.
oppure, banalmente, capita di uscire dalla panetteria e vedere un gruppo di tre persone che viene incontro, due donne e un maschio; grande è la gioia quando, a causa della pioggia che scende dal cielo, una delle due esclama, perfettamente consapevole del significato della sua frase: a me piace bagnarmi.

mercoledì 21 maggio 2014

pensierino del giorno-21/05/2014

una volta in preda a qualche giovanile delirio decisi che la donna della mia vita sarebbe stata quella che avrebbe completato il verso di una canzone. o meglio, l'avrei posto in forma subdola, come una domanda, e lei avrebbe avuto due opzioni: la prima, più semplice, capirlo e citarla volontariamente oppure, il sogno, dare la risposta giusta in maniera casuale perchè è quello che lei pensa, quello che corrisponde alla sua personalità e sensibilità.
per fortuna poi son cresciuto eh, ci tengo a sottolinearlo.
tuttavia non sarebbe figo conoscersi così? voglio dire, andare in giro, fermare una persona, ma anche dello stesso sesso, e porre una domanda a caso su quella falsariga. tipo chiedere qual è il personaggio preferito di un libro. o sulla politica. o qualcosa che comunque sia rivelatore di qualcosa su chi abbiamo di fronte, in modo che si sappia di avere un interesse in comune che sia poi la base per una discussione.
domani lo proverò.
poi vi racconto quanti schiaffi ho preso.

martedì 20 maggio 2014

pensierino del giorno-20/05/2014

qual è l'animale più fiero del mondo?
il leone, forse?
la tigre, per caso?
la pantera, può essere?
l'aquila, magari?
siete fuori strada.
il dominatore dei cieli, delle acque e delle terre emerse, nonchè signore unico e assoluto del creato è proprio lui, il piccione.
avete notato con quale altezzosità e sprezzo del pericolo lo si trova in situazioni ad alto rischio, eppure lui è lì a sfidare il destino senza paura alcuna di finire nel valhalla, impavido come uno spartano alle termopili, intrepido come tom cruise in mission impossible.
tuttavia non è quando sfida le correnti d'aria nè quando balla sui cornicioni o sta in equilibrio sui cavi dell'elettricità che ne possiamo apprezzare a pieno la regalità: il momento chiave è l'accoppiamento. cosa fa l'uomo, misero e inutile animale, quando vuole accoppiarsi con una donna? si avvicina con fare insicuro o eccessivamente fiducioso e inizia ad attaccare qualche inutile sproloquio, mentre il re degli esseri viventi gonfia il collo mostrando tutti i colori dell'arcobaleno e intona un soave quanto armonico canto d'amore, tubando dolcemente per attirare la femmina. ella ne è attratta irrimediabilmente, rapita, avvinta, soggiogata, priva di difese contro questo superbo semi-dio.
una volta terminato di riprodursi, egli ci mostra quanto sia superiore a noi umili cacchette defecandoci addosso dall'alto dei cieli, dei quali, è bene ricordarlo, è il padrone incontrastato. ci guarda con aria di compassione mista a sfida, come a dire venite pure poverini, con le lame quando volete, tanto sapete già che vi faccio un culo nero.

lunedì 19 maggio 2014

pensierino del giorno-19/05/2014

ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. da un paio di settimane non riuscivo a concepire che potesse esistere un giorno oltre domenica perchè in quella data la mia squadra del cuore sarebbe andata a giocarsi un posto in europa. tutto nelle sue mani: se avesse vinto sarebbe passata, altrimenti no.
per spiegare la mia storia di tifoso ho sempre utilizzato un'efficacissima vignetta di charlie brown, dove lui con aria afflitta si chiede per quale motivo i beniamini del baseball dei suoi amici vincano gli scudetti mentre i suoi retrocedono. 
iniziai questo tormentato rapporto in un caldo pomeriggio di giugno di oltre sedici anni fa, in seguito a una cocente sconfitta. da lì in poi mi ha portato più delusioni che altro, soldi spesi, incazzature, litigi, mal di pancia, notti insonni, raucedine, sconforto. a volte mi chiedo se non sia più facile essere quegli altri, quelli che cascano sempre in piedi, che hanno pronta una soddisfazione all'anno o giù di lì. poi penso che non saprei nemmeno di cosa gioire e probabilmente mi sarei già scocciato di seguire il calcio.
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. ieri ho pianto a una partita di calcio, anche se credevo di aver superato quella fase nella quale il bambino non è in grado di accettare le sconfitte e come ogni volta che è contrariato su qualcosa scoppia in lacrime. evidentemente è una fase che non sono destinato a superare. mi trovavo in uno stadio a quattrocento chilometri da casa, in mezzo a migliaia di persone che come me avevano deciso di passare il lunedì mattina in uno stato comatoso pur di non perdersi la partita, pur di testimoniare. è successo quello che nemmeno il più ottimista fra i tifosi avrebbe potuto immaginare: rigore per noi all'ultimo minuto sotto il nostro settore, per gli avversari gioca il portiere di riserva. ci ha traditi il giocatore più forte. gliel'ha praticamente tirato addosso. per rendere la sensazione a chi non ha familiarità con quanto sto scrivendo, provate a immaginare di chiedere alla ragazza dei vostri sogni di sposarvi, di intravedere la felicità a due sole lettere di distanza, a uno sporco schifoso monosillabo che in questo caso è lungo undici metri. escono le due lettere che mai avreste voluto sentire. è il pugno che ti manda al tappeto durante una rissa.
puoi rialzarti, puoi ricominciare a corteggiare la ragazza ma ci vorrà del tempo e d'improvviso vedi la felicità che si allontana, perchè dopo la domenica prende forma il lunedì e tutti i giorni successivi con i vari eventi che potranno succedersi, le incognite sul cammino e chissà quanti altri accidenti. a quel punto la felicità sembra la cosa più lontana del mondo.
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. ieri sera mentre piangevo ho visto tanti ragazzi della mia età con gli occhi lucidi, alcuni con il volto solcato dalle lacrime. i quattrocento km da fare per ritornare indietro non saranno un carosello festante ma piuttosto un carro funebre, non si entrerà in città strombazzando ma mestamente s'imboccherà la via di casa, facendo meno rumore possibile affinchè non ci ricordiamo di esistere e di soffrire. non ho ancora avuto la forza di riaccendere internet sul cellulare, lo tengo staccato da quando sono partito poco dopo l'ora di pranzo; farò finta di essere concentrato su altre cose, ma la verità è che al momento non ho voglia di sorbirmi prese per il culo varie. cosa ne possono capire? hanno mai sofferto, loro? hanno mai visto aprirsi il baratro dopo la sconfitta? il dolore, come la gioia, sono sentimenti che sono preclusi poichè vivono in un limbo dove si alternano con tale rapidità da lasciarli storditi e confusi, incapaci di avere stati d'animo significativamente diversi.
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. mi sono ritrovato a farmi delle domande, mi son sentito chiedermi perchè stessi inveendo con lo sguardo rivolto in alto verso qualcosa che sostengo non esista, come sia possibile che pochi secondi siano in grado di trasformarmi da scimmione sbraitante a fragile bambino che singhiozza e vorrebbe nascondersi sotto la gonna della mamma. totalmente bipolare. viene da pensare che esista davvero un destino e che ce l'abbia proprio con te, che voglia fartela pagare per qualcosa di terribile commesso in una vita precedente. 
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. ieri sera ho assistito alla più grande tragedia sportiva della mia vita e stamattina indosso una maglietta della mia squadra del cuore. mi dà solo fastidio che a causa del freddo debba indossare una felpa e non si possa vedere bene, ma a breve me la toglierò. 
la vita è una battaglia e noi la vinceremo.

pensierino del giorno-18/05/2014

tipico pensierino riempitivo, di quando bisogna mettere qualcosa in una tale data in attesa di un intervento più significativo il giorno dopo.
ho scoperto che esiste 'sta roba che si chiama camera anecoica che non riflette nulla quindi è isolata da tutto, zero radiazioni, zero rumori, simula lo spazio insomma.
poi per carità, intendiamoci, non frega un cazzo neanche a me ma qualcosa andava scritto.
fingiamo stupore per la camera anecoica: oooooooooooooh tipo scolaretti che entrano per la prima volta al planetario e vedono le stelle col bambino ciccione che fa cadere la merendina per terra e non la trova più perchè è buio. godo, mangia di meno, bastardo.

sabato 17 maggio 2014

pensierino del giorno-17/05/2014

c'era un'usanza che purtroppo è andata scomparendo nel tempo, quella del caffè sospeso. ossia l'avventore entrava in un bar, prendeva un caffè ma ne pagava due, così il cliente successivo l'avrebbe preso senza pagare.
bevessi caffè ogni tanto lo farei.

venerdì 16 maggio 2014

pensierino del giorno-16/05/2014

le cliniche per disintossicarsi dall'alcool sono nate quando si è percepito l'alcolismo come un problema sociale cui porre un argine. la persona che vi entra segue un percorso che lo conduce a resistere alla tentazione e ad apprezzare la sobrietà.
ecco, tutto questo non ci piace.
è per questo che a breve aprirò la prima clinica per alcolizzarsi.
l'idea di base è la stessa delle altre cliniche, solo che funziona al contrario. si prendono le persone fastidiosamente sobrie, quelle che guai a bere più di un bicchiere e solo nelle occasioni speciali oppure peggio ancora il bicchiere del vino dicono che puoi rimetterlo via tanto non l'han toccato, si prendono questi qua, si cacciano tutti insieme in una struttura adatta a ospitarli e, seguiti da persone altamente specializzate, li si instrada verso l'alcolismo. in maniera professionale s'insegna sia a sbronzarsi malamente alternando vino e tequila con successiva giornata di schifo sia a farlo con eleganza e moderazione, partendo da un aperitivo con una leggera birra bionda per finire a tracannare assenzio.
l'offerta è rivolta anche a coloro che vogliono perfezionare la propria formazione accademica e puntino a migliorare la propria resistenza durante le serate moleste, in modo da non finire racimolati in un prato o buttati su un tavolino dopo gli shottini preliminari.
d'altra parte, nunc est bibendum.

giovedì 15 maggio 2014

pensierino del giorno-15/05/2014

Percorse sulla punta dei piedi il pavimento fino alla sua parte del letto e s’infilò rapidamente sotto le coperte alla ricerca di lui. Completamente nudo, giaceva immobile sulla schiena, lasciando scoperto il corpo dalla vita in su. Lei aveva già chiuso gli occhi, a quel punto non le occorreva più l’ausilio della vista; la sua memoria muscolare l’avrebbe ricondotta nella sua posizione preferita, con la testa adagiata tra la spalla e il torace di lui, i corpi quasi a contatto, separati da pochi centimetri. Lui allargò il braccio per permetterle di sistemarsi, poi la strinse a sé mentre lei con una mano lo cingeva e ne auscultava il perfetto ritmare del cuore.
Un colpo dietro l’altro, pompava con la controllata regolarità di un atleta impegnato in una gara di resistenza. Il petto si alzava e si abbassava e la sua mano ne seguiva il movimento.
Come diavolo fa, si chiese, a restare così tranquillo, imperterrito, glaciale, come fa a non accorgersi della tempesta che mi si sta scatenando dentro?
Il contrasto tra la propria inquietudine e il suo respiro senza affanni la innervosiva. Perché, perché? Eppure al massimo i ruoli avrebbero dovuto esser capovolti, non doveva andare così. Aveva programmato dal principio ogni singola mossa, ma non questa, ora le sembrava di lanciarsi in battaglia senza uno scudo.
Spostò la mano, cercando a tastoni la sua. Le dita si trovarono e si avvilupparono in una danza tutta loro, cercandosi ed esplorandosi come se fosse la prima volta. Quando furono stanche di lottare si lasciarono andare spossate e senza alcuna forza, ma intrecciate in un nodo che appariva indissolubile. A quel punto riaprì gli occhi e lo vide con la mascella serrata, lo sguardo fisso in un punto poco oltre il cassettone di legno dozzinale. In una frazione di secondo però lui percepì che lei aveva iniziato a fissarlo e spostò la visuale sulle mani. Poi di nuovo oltre il cassettone.
Lei gli baciò il primo punto di pelle che trovò vicino alle sue labbra, senza sapere cosa fosse, ma facendo uno schiocco forte e un po’ artificioso per attirare la sua attenzione. Tutto quello che ottenne, invece, fu una carezza sulla guancia con la mano che fino a un secondo prima le accarezzava dolcemente i capelli. Nemmeno mosse la testa. E lei che pensava fosse un riflesso involontario girarsi verso una persona che ti dà un bacio, di qualunque tipo sia. No: fermo, in pace col mondo, imperturbabile. Decise allora di farsi più vicina, portò il bacino a toccargli l’anca mentre le gambe si facevano largo tra le sue per incastrarsi le une nelle altre.
Nonostante avesse solo le gambe sotto le coperte lui irradiava calore per tutta la stanza, un calore dal quale lei non riusciva ad allontanarsi e racchiusa nelle sue braccia si crogiolava in quella sicurezza che li isolava dal resto del mondo. Dimenticava perfino dove fossero, certamente fuori dal tempo, con ogni probabilità anche dallo spazio perché avrebbero potuto trovarsi ovunque e in nessun luogo e non avrebbe fatto la benché minima differenza. Sempre più risoluta a cercare la sua attenzione tirò via le coperte mostrando a entrambi le nudità dei propri corpi, a riposo dopo una battaglia che non aveva visto perdere nessuno. Questo gesto sortì l’effetto desiderato, lui girò la testa verso di lei e sorrise, ricambiato, quindi alzò leggermente la schiena, quel tanto che bastava per sfiorarle con le labbra la punta del naso. Poi ritornò nella sua posa tombale ricoprendosi fino alla vita; mosse leggermente le labbra, come se stesse riordinando le idee prima di dire qualcosa, e in quell’istante il cuore di lei ebbe un sussulto – e se avesse scoperto il suo segreto?–, ma fu smentita dalle sue parole: «Perché non possiamo diventare pirati?» e proseguì, sempre fissando quel dannatissimo cassettone, «voglio dire, pirati cavallereschi. Punteremmo solo ai vascelli battenti bandiera europea, chiederemmo loro un congruo prezzo per risparmiare le vite umane e ci allontaneremmo con un inchino togliendoci il cappello a tricorno mentre quei parrucconi restano lì impalati a guardare la nostra goletta allontanarsi.»
Mentre pronunciava quelle parole si rese conto di tutto. Il corpo di lei si era fatto rigido, con i piedi aveva smesso di cercare i suoi, stava solo aspettando la fine del discorso per intervenire e tirar fuori la burrasca: «Sarebbe bello e suggestivo. Forse all’inizio potrebbe pure funzionare. Ma poi ti abbandonerei nottetempo portandomi via la metà dei dobloni», «non uno di più­», ci tenne a precisare.
Lui capì che le aveva dato la certezza di esserci, giano bifronte dei rapporti che rappresenta tanto l'aspirazione quanto la fine di ogni cosa perchè quando sopraggiunge non c'è più ricerca, tensione, lotta, scontro, tutto si appiattisce nella normalità e nella consuetudine. Si diventa scontati. Desideriamo solo quel che non abbiamo e lei ce l'aveva, o pensava di averlo. Il suo destino era segnato, sarebbe finito nella stessa cesta dei vecchi giocattoli dagli occhi neri e inespressivi.
Dopo alcuni interminabili istanti di silenzio lei riprese la parola: «Sai, forse un giorno le nostre rotte si incroceranno di nuovo e allora spareremo un colpo di cannone per salutarci», ma non ottenne alcuna risposta, lui non ribattè, anzi mantenne la propria compostezza. Fu questo che la fece innervosire, si stizzì proprio della sua mancata reazione e mentre vedeva i suoi talloni uscire per l’ultima volta dalla porta pensò che non le sarebbe neppure mancato.

Sul momento provò col cuscino a ricreare la forma del suo corpo, ma non andava bene, gli mancava il respiro, voleva sentire la pelle nuda scattare a ogni contrazione del cuore e non quel piatto cotone monocromatico. Dopo aver invano provato a prendere sonno si alzò e andò a fare colazione, o pranzo, non avendo la minima idea di che ora fosse.

pensierino del giorno-14/05/2014

ci prenderanno mica in giro con 'sta storia della scadenza dei cibi?
non che io sia contrario al mettere le date di scadenza sulle etichette, me ne guardo bene. tuttavia ho notato come spesso non corrispondano all'effettivo deterioramento del prodotto o perlomeno non arrecano danni alla salute.
vengo da una famiglia dove mio padre si mangia senza problemi gli yogurt scaduti da diversi giorni, mentre mia madre se fosse per lei li butterebbe una settimana prima, in sostanza appena uscita dal supermercato.
cercando di collocarmi in mezzo a questi due estremi ho sempre scelto la via dell'assaggio: se il cibo non presenta segni esteriori di putrescenze o simili se ne prova un pezzettino ino ino ino, il gusto ci dirà poi se è dannoso o meno consumarlo. così è andata con il latte, l'alimento a breve scadenza che utilizzo di più. ormai vige la regola per cui se la scadenza è il giorno stesso è ottimo, se era il giorno prima va ancora bene, se era due giorni prima si assaggia ma di solito conserva lo stesso sapore.
l'altro giorno mi sono lanciato su un vasetto di pesto piccantissimo calabro che recava come data di scadenza il duemiladieci, quattro anni fa. l'ho aperto e all'occhio appariva ancora buono, odori strani non ne emanava perciò l'ho mangiato e sono ancora qui a raccontarlo. banalmente, anche la frittata con uova scadute da un paio di settimane non ha arrecato disturbi a nessun membro della famiglia.
ci sono due spiegazioni che mi vengono in mente e in parte s'intrecciano: la prima è che evidentemente dovranno soddisfare qualche requisito legale che impone l'apposizione di tale data con fini di protezione del consumatore, la seconda è che approfittino di tale circostanza per rubare qualche giorno e costringere il consumatore fesso a buttare via cibi ancora commestibili per spingerlo a comprarne di nuovi. altrimenti non me lo spiego, perchè il latte bevuto il giorno dopo la scadenza è davvero buono e non causa alcun tipo di problema e lo stesso penso si possa dire per tutti i latticini in generale.
il pesto piccante invece lo lasceremo nel frigo a beneficio delle generazioni future, tanto è così forte che se ne può mangiare solo una puntina per volta, per cui è impensabile finirlo nell'arco di una sola esistenza a meno che ci si dedichi interamente a quello.

martedì 13 maggio 2014

pensierino del giorno-13/5/2014

la storia di genny (di cui potete comodamente trovare prima e seconda puntata) mi ha condotto verso una pericolosa conclusione.
ho detto che bene han fatto le autorità a parlare con i capoccia della curva del napoli per scongiurare episodi di violenza che sicuramente avrebbero coinvolto persone del tutto estranee; parlandone in famiglia mi è stato posto un interessante interrogativo: va bene il dialogo, ma allora perchè non farlo alla luce del sole facendo comunicare la notizia direttamente allo speaker dello stadio? perchè conciliare in 4-5 persone e lasciare che siano loro a decidere il destino delle altre sessantamila?
soprattutto, ho notato stupore per la decisione di legittimare al tavolo delle trattative dei criminali o presunti tali.
il discorso stato-criminali mi ha riportato alla mente un'annosa questione che di tanto in tanto balza nuovamente agli onori delle cronache, ossia la trattativa stato-mafia.
per chi non se lo ricordasse farò un riassunto molto stringato: la mafia annunciò violenze e attentati se non fossero stati tolti dal regime di carcere duro (il famoso 41-bis) alcuni dei suoi esponenti più significativi, di fatto affinchè potessero in qualche modo comunicare con l'esterno.
lo stato, almeno inizialmente, rispose niet, salvo poi cacarsi addosso quando iniziarono a esplodere bombe in tutto lo stivale. da lì in avanti pare ci siano stati dei contatti appunto tra le istituzioni e la criminalità organizzata, in modo da giungere a un accordo. attualmente alcuni pubblici ministeri stanno cercando di far luce su quanto accaduto e la vicenda è stata sotto i riflettori quando da palermo hanno intercettato napolitano.
orbene, è legittimo che sia fatta piena luce sugli avvenimenti storici? la gente deve sapere?
a malincuore rispondo di no. deve per forza esistere un'area oscura d'intervento politico. in casi come questi la gente vorrebbe inflessibilità, rigore, prove di forza, quando invece porterebbero a conseguenze disastrose. su scala più grande mi sembra di rivedere quanto accaduto all'olimpico; in entrambi i casi ritengo che esista un interesse superiore per il cui raggiungimento non bisogna andare tanto per il sottile. dimenticare l'etica può salvare delle vite umane.

lunedì 12 maggio 2014

pensierino del giorno-12/05/2014

con ogni probabilità questa è la mia teoria definitiva sulla vita, sotto qualunque profilo la si guardi: psicologico, metafisico, astronomico, filosofico, giuridico, gastronomico, meccanico e quant'altro.
il punto di partenza è una delle tre grandi verità assolute insieme alla legge di murphy e al mito della mela di platone. in realtà son le prime due che mi sono venute in mente, non consideratele. oppure fatelo se vi piace, ma non devono interferire col discorso serissimo e straordinariamente breve che mi accingo a fare.
dunque.
desideriamo ciò che non possiamo avere. pertanto la nostra vita è un continuo tendere a quelle cose lì e quando le raggiungiamo spostiamo l'asticella leggermente più in alto, in modo da porci una nuova sfida, una nuova conquista, una nuova caccia. intesa così, però, presupporrebbe un avvitamento dentro una spirale infinita dove regnerebbe sovrana l'insoddisfazione. in parte è così.
nel senso che ci possiamo ragionevolmente fermare e interrompere la ricerca quando lo stadio al quale siamo si evolve, è in continuo mutamento e ci pone continuamente delle sfide. il suo rinnovarsi riproduce l'eterna ricerca. ed è quando siamo stimolati a sufficienza senza bisogno di allontanarci che troviamo la felicità.

domenica 11 maggio 2014

pensierino del giorno-11/05/2014

è importante non perdere lo spirito del fanciullino, lo dico spesso. dovremmo avere tutti la curiosità con la quale i bambini si accostano al mondo, desiderosi di scoprire e conoscere.
perchè la verità è che non si smette mai non solo di imparare, ma proprio di fare delle scoperte vere e proprie. provare, sperimentare, non aver paura di fallire, ricominciare da capo. in una parola, o meglio espressione, mettersi in discussione, avere il coraggio di accettare la nostra fallibilità, la nostra imperfezione. può esser doloroso per alcuni vedersela rinfacciare tante volte, ma basta un episodio a favore per capovolgere il rapporto.
tutto questo per dire che ho fatto un passo avanti nella scala evolutiva. ora sono più vicino all'homo sapiens.
ebbene sì, vi svelerò questo segreto, questo prodigio della natura o forse sarebbe il caso di dire dell'uomo giacchè proprio di questo si tratta, di fruire in maniera migliore e più consapevole degli strumenti che circondano la vostra vita da anni e al cui uso siamo talmente assuefatti da non essere in grado di valutarli con occhi diversi.
lo zaino. uno ci mette dentro le cose, poi lo chiude.
fin qui nessun problema, non volevo suggerire di cuocerci la pastasciutta dentro. nè di farne un tappeto volante, anche perchè essendo zaino non può essere tappeto.
dicevo.
la cerniera dello zaino, quando questo è pieno e lo teniamo sulle spalle, a volte si apre con lo spiacevole effetto di riversare per terra il suo contenuto. situazione nella quale in tanti si saranno trovati almeno una volta e che pone il seguente dilemma: una volta che ho raccattato tutto, come faccio a evitare che si ripeta? posto che il volume degli oggetti contenuti sarà sempre lo stesso e lo zaino non aumenterà la sua capienza all'improvviso, esiste un modo per scongiurare la fuoriuscita di materiali magari preziosi tipo lo zafferano?
la risposta è sì, c'è.
bisogna chiudere la zip da un lato. non far incontrare nel centro i due cosini, ma tenerli entrambi dalla medesima parte. in quel modo potete riempirlo quanto volete, ma una volta chiuso lo sarà per sempre.

sabato 10 maggio 2014

pensierino del giorno-10/05/2014

abbiamo due unità di misura per esprimere le distanze: la prima è lo spazio, quindi per noi che adottiamo il sistema metrico decimale il metro con i suoi multipli o sottomultipli. tuttavia è abbastanza scomodo da utilizzare, perciò molto spesso per quantificare una distanza utilizziamo il tempo in rapporto al veicolo; è così che tra torino e genova non ci sono più centosettanta kilometri, ma un'ora e mezza di macchina se non c'è traffico. oppure da un locale all'altro all'interno di un centro cittadino venti minuti a piedi o cinque col pullman.
ma non è questo il punto.
la distanza implica lontananza e la lontananza vuol dire separazione.
però quand'è che siamo davvero lontani? bisognerebbe fare un discorso legato anche alle tratte aeree perchè avere un comodo collegamento muta e non poco la prospettiva, ma voglio lasciarlo da parte. facciamo finta che non esistano gli aeroplani.
nella mia esperienza personale non mi sono mai sentito realmente lontano da casa se non c'era almeno uno stato in mezzo o un mare a dividerci. paradossalmente, potrei percepire un maggiore distacco trovandomi nella germania del sud che non in fondo allo stivale, nonostante si parli in quest'ultimo caso di una distanza quasi doppia rispetto alla prima. per lo stesso motivo finchè guardo l'inghilterra dalle coste francesi mi sembra di essere a un tiro di schioppo da casa, mentre una volta attraversata la manica è come se fossi entrato a narnia e non solo perchè guidano a sinistra. che poi, che senso ha guidare a sinistra se tanto poi voti a destra? noi almeno siamo coerenti, da sempre siamo saldamente ancorati a destra e guai a chi ci sposta.

venerdì 9 maggio 2014

pensierino del giorno-09/05/2014

è cosa giusta e buona ascoltare la radio.
ne faccio una questione di conoscenze e arricchimento: troppo spesso quando si ascolta la musica si tende a riciclare quello che già abbiamo ascoltato e si esplora poco un universo smisurato. con l'arrivo di spotify e quindi con la possibilità di crearsi una propria discografia sul pc senza nemmeno la fatica di dover cambiare cd, ecco che l'impigrimento è arrivato ai massimi livelli. è vero che spotify stesso suggerisce e incoraggia in tutti i modi l'ampliamento della propria cultura musicale, ma il bello della scoperta giace nella sorpresa, nel non avere idea di che cosa staremo per ascoltare. ci sintonizziamo su una stazione radio e, oplà, risuonano le note di un brano sconosciuto che qualcuno vuole farci conoscere. non è detto che ci piaccia, magari cambieremo, però dopo un paio di tentativi ci fermeremo su qualcosa di nuovo che ha catturato la nostra attenzione; in quel momento saremo allineati con chi ha ideato un certo percorso musicale e potremo arricchirci davvero di qualcosa.