domenica 9 marzo 2014

pensierino del giorno-08/03/2014

proseguendo sulla falsariga sdolcinata e glicemica che ormai ho intrapreso da un po', riflettevo sul fatto che se mai dovessi scrivere un libro sull'amore vero non mi focalizzerei su due adulti, nè su due adolescenti alle prese con la scoperta dei propri corpi, nè su ventenni desiderosi di spaccare il mondo e trovare la persona della loro vita con la quale scrivere il lieto fine disneyano.
scriverei dell'amore ai tempi del morbillo e lo ambienterei nella scuola materna. i protagonisti non hanno concezione del futuro, se non quella che viene trasmessa dai genitori quando comunicano qualche progetto, purchè sia a breve termine. vivono fissi nel presente, ma hanno lo sguardo proiettato verso l'infinito, perchè pensano che esista una dimensione del persempre. il contatto con la morte è scarno, quello col mondo degli adulti limitato a quanto vedono in famiglia o apprendono dalle maestre. 
l'unica cosa che conta davvero è divertirsi giocando. non esistono le paturnie che affliggono la vita dei grandi, perciò quando incontrano l'amore lo riconoscono in una forma embrionale, molto legata all'estetica e hanno come riflesso incondizionato la vergogna per questo sentimento sconosciuto che li percorre da testa a piedi, non ne capiscono a fondo le implicazioni ma si rendono conto della sua unicità, perciò ne sono gelosi e lo tengono per sè.
riuscissero, potessero, si nutrirebbero d'amore.

Nessun commento:

Posta un commento