lunedì 19 maggio 2014

pensierino del giorno-19/05/2014

ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. da un paio di settimane non riuscivo a concepire che potesse esistere un giorno oltre domenica perchè in quella data la mia squadra del cuore sarebbe andata a giocarsi un posto in europa. tutto nelle sue mani: se avesse vinto sarebbe passata, altrimenti no.
per spiegare la mia storia di tifoso ho sempre utilizzato un'efficacissima vignetta di charlie brown, dove lui con aria afflitta si chiede per quale motivo i beniamini del baseball dei suoi amici vincano gli scudetti mentre i suoi retrocedono. 
iniziai questo tormentato rapporto in un caldo pomeriggio di giugno di oltre sedici anni fa, in seguito a una cocente sconfitta. da lì in poi mi ha portato più delusioni che altro, soldi spesi, incazzature, litigi, mal di pancia, notti insonni, raucedine, sconforto. a volte mi chiedo se non sia più facile essere quegli altri, quelli che cascano sempre in piedi, che hanno pronta una soddisfazione all'anno o giù di lì. poi penso che non saprei nemmeno di cosa gioire e probabilmente mi sarei già scocciato di seguire il calcio.
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. ieri ho pianto a una partita di calcio, anche se credevo di aver superato quella fase nella quale il bambino non è in grado di accettare le sconfitte e come ogni volta che è contrariato su qualcosa scoppia in lacrime. evidentemente è una fase che non sono destinato a superare. mi trovavo in uno stadio a quattrocento chilometri da casa, in mezzo a migliaia di persone che come me avevano deciso di passare il lunedì mattina in uno stato comatoso pur di non perdersi la partita, pur di testimoniare. è successo quello che nemmeno il più ottimista fra i tifosi avrebbe potuto immaginare: rigore per noi all'ultimo minuto sotto il nostro settore, per gli avversari gioca il portiere di riserva. ci ha traditi il giocatore più forte. gliel'ha praticamente tirato addosso. per rendere la sensazione a chi non ha familiarità con quanto sto scrivendo, provate a immaginare di chiedere alla ragazza dei vostri sogni di sposarvi, di intravedere la felicità a due sole lettere di distanza, a uno sporco schifoso monosillabo che in questo caso è lungo undici metri. escono le due lettere che mai avreste voluto sentire. è il pugno che ti manda al tappeto durante una rissa.
puoi rialzarti, puoi ricominciare a corteggiare la ragazza ma ci vorrà del tempo e d'improvviso vedi la felicità che si allontana, perchè dopo la domenica prende forma il lunedì e tutti i giorni successivi con i vari eventi che potranno succedersi, le incognite sul cammino e chissà quanti altri accidenti. a quel punto la felicità sembra la cosa più lontana del mondo.
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. ieri sera mentre piangevo ho visto tanti ragazzi della mia età con gli occhi lucidi, alcuni con il volto solcato dalle lacrime. i quattrocento km da fare per ritornare indietro non saranno un carosello festante ma piuttosto un carro funebre, non si entrerà in città strombazzando ma mestamente s'imboccherà la via di casa, facendo meno rumore possibile affinchè non ci ricordiamo di esistere e di soffrire. non ho ancora avuto la forza di riaccendere internet sul cellulare, lo tengo staccato da quando sono partito poco dopo l'ora di pranzo; farò finta di essere concentrato su altre cose, ma la verità è che al momento non ho voglia di sorbirmi prese per il culo varie. cosa ne possono capire? hanno mai sofferto, loro? hanno mai visto aprirsi il baratro dopo la sconfitta? il dolore, come la gioia, sono sentimenti che sono preclusi poichè vivono in un limbo dove si alternano con tale rapidità da lasciarli storditi e confusi, incapaci di avere stati d'animo significativamente diversi.
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. mi sono ritrovato a farmi delle domande, mi son sentito chiedermi perchè stessi inveendo con lo sguardo rivolto in alto verso qualcosa che sostengo non esista, come sia possibile che pochi secondi siano in grado di trasformarmi da scimmione sbraitante a fragile bambino che singhiozza e vorrebbe nascondersi sotto la gonna della mamma. totalmente bipolare. viene da pensare che esista davvero un destino e che ce l'abbia proprio con te, che voglia fartela pagare per qualcosa di terribile commesso in una vita precedente. 
ciao,
mi chiamo jacopo e dico di avere ancora ventiquattro anni nonostante vada per i venticinque e la mia testa sia rimasta a diciotto. ieri sera ho assistito alla più grande tragedia sportiva della mia vita e stamattina indosso una maglietta della mia squadra del cuore. mi dà solo fastidio che a causa del freddo debba indossare una felpa e non si possa vedere bene, ma a breve me la toglierò. 
la vita è una battaglia e noi la vinceremo.

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