mercoledì 30 dicembre 2015

pensierino del giorno-30/12/2015

la notte di natale, anzi in quella tra natale e santo stefano, m'è apparso in tutta la sua folgorante chiarezza.
moriremo tutti.
questa, di per sé, non è di sicuro una novità. quello che vedo come inevitabile è che moriremo nella peggior maniera possibile, eliminandoci gli uni con gli altri per sopravvivere. difficile, in assenza di dati accurati e di precisi strumenti di calcolo, prevedere quando ciò accadrà, ma non è che l'inevitabile risultato degli scellerati comportamenti che abbiamo finora messo in atto.
l'uomo ha bisogno di due elementi per sopravvivere: l'aria e l'acqua. della prima, ce n'è in gran quantità, nonostante si stia facendo di tutto per renderla velenosa. la seconda, invece, dovrebbe essere quella che ci preoccupa maggiormente, poiché è strettamente collegata ai cambiamenti climatici.
le riserve d'acqua dolce vanno vieppiù riducendosi, eppure non sembriamo curarcene troppo, o meglio, non interveniamo sul nostro pianeta, ma ben conosciamo il problema, tanto che l'unico scopo delle esplorazioni spaziali non è quello di studiare i sassi degli altri pianeti, bensì trovarne uno che contenga acqua!
dovessi ragionare su un futuro distopico, immaginerei una serie di spedizioni che partono per i più remoti angoli della galassia al fine di reperire il prezioso liquido, mentre sulla terra viene ormai razionata e i poveri iniziano a farsi la guerra tra loro per guadagnare qualche giorno di sopravvivenza.

sabato 19 dicembre 2015

pensierino del giorno-19/12/2015

l'università italiana pullula di esemplari di una mitologica creatura, che secondo acrreditati studiosi si sarebbe dovuta già estinguere tempo fa, ma che invece riesce incredibilmente ad adattarsi al cambiamento climatico e a sopravvivere: lo studiosauro.
questo curioso animale, imparentato con il gurzo, ha una diffusione piuttosto omogenea sul territorio nazionale e si caratterizza tanto per i suoi tratti genotipici, quanto per quelli fenotipici.
lo studiosauro, infatti, ha un'unica ragione di vita: studiare. non importa cosa, lo studiosauro ha perennemente la testa chinata su un qualche manuale che consuma notte e giorno come se ne traesse il proprio sostentamento; il suo habitat naturale è l'aula studio, dove si reca quotidianamente indossando capi d'abbigliamento di dubbio gusto, singolarmente considerati, e decisamente disgustosi quando abbinati. l'occhiaia è profonda e ben scavata, netto il suo contorno, a indicare che una volta tornato a casa lo studiosauro ha trascorso qualche altra ora sui libri acuendo la propria miopia e peggiorando le condizioni della sua schiena, già duramente provata da intensi anni di matto e disperatissimo studio.
la stagione dell'amore è limitata ai sette giorni successivi all'ultimo esame sostenuto della sessione, settimana durante la quale lo studiosauro si devasta il fegato con improbabili brodaglioni alcoolici che mettono a dura prova il suo fisico per niente avvezzo allo sforzo etilico. sgombrata la mente da qualsiasi fastidioso freno inibitore, lo studiosauro si accoppia con qualunque essere di sesso apparentemente opposto, senza alcun riguardo alle caratteristiche fisiche e/o intellettuali, salvo poi pentirsene amaramente il giorno dopo, almeno finché non sarà di nuovo incapace di intendere e di volere.
quando ricominciano le lezioni, lo studiosauro viene assalito dall'ansia dei nuovi esami che si avvicinano all'orizzonte, minacciosi come le squadriglie di caccia giapponesi che volano verso pearl harbor: ed ecco che riaffiorano i pigiamoni di flanella, le ciabatte, le siringhe di caffeina per endovenosa, le borse della spesa sotto gli occhi, precarie condizioni di igiene personale, giornate costellate da posture storpie e uscite in pubblico socialmente imbarazzanti. questo però è il periodo preferito dallo studiosauro, poiché può dare sfogo alla propria ars poetica e drammatica attraverso la pubblicazione di elaboratissimi e certosini stati su facebook, meticolosamente calibrati sin dal risveglio e attraverso tutta la giornata, sacrificando le ore che avrebbe dovuto dedicare allo studio (matto e disperatissimo in qualsiasi momento dell'anno, ricordiamolo). la peculiarità dello studiosauro, che in un certo senso ne conferma anche il disturbo bipolare, è che ha pressoché perso l'uso della favella, riuscendo comunque a comunicare in maniera efficace - e talvolta persino brillante - attraverso mezzi informatici e/o tecnologici. tuttavia, guai ad avvicinarsi per interagire di persona: in risposta si possono ottenere soltanto grugniti od occhiate di riprovazione che significano non-vedi-quanto-mi-sto-dannando-l'anima-per-questo-esame-ti-sembra-il-caso-di-disturbare-sparisci-grazie-evapora.
la sottile linea rossa che collega i post sui social network è una sola: il lamento. me misero, me tapino. non esiste essere al mondo che si autocompatisca di più dello studiosauro, il quale, non pago, brama e anela anche per la commiserazione altrui, sebbene sia palese che a nessuno frega un emerito cazzo dei suoi deliri.
una recente ricerca dell'università di Yuvemerd, tuttavia, ha evidenziato che lo studiosauro è l'unico animale mai esistito che non è a rischio estinzione, anzi si ritiene che sopravviverà anche all'uomo, contraddicendo in pieno le teorie finora dominanti sull'intrinseca debolezza dello studiosauro e sulla propria difficoltà di interazione col mondo circostante, difficoltà che aumenta in misura esponenziale quando - dio non voglia - lo studiosauro termini il percorso di studi. secondo i ricercatori di Yuvemerd, invece, quando l'umanità sarà dilaniata da carestie e guerre intestine, lo studiosauro sarà in piena sessione esami e non sarà minimamente sfiorato dagli eventi bellici e catastrofici, al sicuro nel bunker dell'aula studio con una scorta annuale di merendine.

giovedì 17 dicembre 2015

pensierino del giorno-17/12/2015

essere scortesi con il prossimo è un'arte riservata a pochi eletti; va abbastanza di moda fare gli scontrosi, specie ammantarsi di questa ombra di fascino e mistero sui social network, ma una simile ostentazione è ontologicamente difforme dalla condizione in oggetto, che postula un'essenza e non un'apparenza.

mercoledì 16 dicembre 2015

pensierino del giorno-16/12/2015

quando la vita presenterà il suo conto, con ogni probabilità dovremo prendere coscienza del fatto che sono più le cose che non abbiamo fatto di quelle compiute. partendo da qui, ho deciso di stilare una lista di tutte quelle operazioni che fanno parte della vita ma che io non ho mai imparato a eseguire da solo e in autonomia. chissà se di qui a un anno scoprirò di averne tolta qualcuna.
si accettano scommesse e bonus di risultato, con l'evidente fine di incentivarmi a essere una persona migliore, rectius, meno peggiore di quanto sia.
pertanto, nuntio vobis, gaudio magno, nescio:
- stirare le camicie
- rammendare
- preparare dolci
- fare la maionese
- tenere ordinata camera mia
- accendere il fuoco con dei legnetti
- suonare la chitarra
- orientarmi con le stelle
- andare sui pattini
- usare excel
- rinunciare al cioccolato
- fare gli aeroplanini di carta
- bere latte senza risucchiare
- andare in skateboard
- impennare in bicicletta
- sbucciare la mela
- incastrare per bene i piatti nella lavastoviglie
- fare il nodo alla cravatta
- fischiare forte senza l'ausilio delle dita
- cucire i bottoni
- stirare qualunque cosa
- farmi andar giù quello che non mi piace

martedì 15 dicembre 2015

pensierino del giorno-15/12/2015

il tatuaggio rappresenta ancora una forma di trasgressione, ancorché soggetto a inflazione galoppante tipo il marco tedesco a seguito della crisi del '29. bisogna dunque sfruttare la possibilità di coprirsi il corpo d'inchiostro prima che diventi eccessivamente mainstream: all'interno di questo contesto di per sé a rischio, occorre altresì distinguersi a livello contenutistico, in maniera da porsi in contrasto con gli altri tatuati, indicando comunque un certo spirito di ribellione mai del tutto sopito.
a tal nobile fine, ho pensato che, anziché inciderrsi le classiche frasi latine che ormai son diventate tamarre per osmosi, come carpe diem (trote gnam), usque ad finem, per aspera ad astra et similia, sarebbe preferibile scrivere le formulette latine che si utilizzano in diritto: sono altrettanto altisonanti, creano mistero e curiosità in chi le legge, e graficamente non sono poi così dissimili. pazienza se il loro significato non è zarro, basta non dirlo in giro oppure raccontare una bugia.
tra parentesi provo a mettere una traduzione, ma non è assolutamente detto che sia giusta.
lista aperta:
- id quod plerumque accidit (ciò che accade nella maggioranza dei casi) lo vedrei bene sulle spalle, appena sopra le scapole, dove può occupare l'intera larghezza;
- tamquam non esset (come se non esistesse) sulla bassa schiena, sopra il sedere, in posizione metrosexual;
- ne bis in idem (divieto di giudicare una persona due volte per lo stesso fatto), questo va rigorosamente sull'avambraccio e in gotico, si scopa una sera su due;
- exempli gratia (per esempio) deve descrivere un semicerchio sulla pancia, sotto l'arco costale, tipo i colombiani quando si scrivono la mala vida;
- quod non! (cosa che invece non è, il punto esclamativo è per i maschi alfa) sulle nocche, incluso ovviamente il punto esclamativo per chi può permetterselo;
- favor rei (principio di favore nei confronti del colpevole) lo azzarderei sullo stinco, ma di lato;
- pro bono pacis (per il bene della pace) rigorosamente sul cuore, diviso in due righe;
- per tabulas (dagli atti) sulla gola, carattere fiammeggiante;
- mutatis mutandis (cambiato ciò che doveva essere cambiato) va esibito con orgoglio sull'inguine, vicino a dove si indossa la biancheria intima;
- forum commissi delicti (il tribunale del luogo dov'è stato commesso l'illecito) avrebbe una sua valenza sulla caviglia, a bracciale, ma non è garantito che si ficchi;
- alterum non laedere (non danneggiare gli altri) interno dell'avambraccio, tipo promemoria, metti mai che uno poi se ne scordi;
- nemo tenetur se detegere (nessuno è tenuto ad accusarsi) sui due lati del costato, scritto in caratteri piccolini e in verticale;
- animus nocendi (intenzione di nuocere) questo è la valida alternativa a per tabulas quanto a posizione e costituisce sicuramente una variatio in peius, dal momento che presenta un profilo di maggiore aggressività, fondamentale se si è zarri;
- scientia damni (consapevolezza del danno) lo nasconderei invece nel polso, quasi fosse da signorina sofisticato, 'na schiccheria insomma;
- consilium fraudis (partecipazione all'inganno) marchiato sul cuore, per far capire che tradire è una scelta di vita;
- thema decidendum (l'oggetto della controversia) da incastonare in una spirale posizionabile sulla coscia, per spiazzare anche i più prevenuti;
- salvis juribus (fatti salvi i diritti) è una di quelle con cui si concludono gli atti, quindi non può che finire dritta dritta sulla fronte, al pari di mara salvatrucha.



lunedì 14 dicembre 2015

domenica 13 dicembre 2015

pensierino del giorno-13/12/2015

andiamo con ordine, perchè questa volta sarà ancora più complicato seguire i pensieri tortuosi della mia mente.
era il giorno diciannove del mese di febbraio, anno di grazia duemilaquindici.
un giorno che avevo atteso da tutta la vita: il toro giocava in casa l'andata dei sedicesimi di finale di europa league, avversario di blasone, l'athletic bilbao.
a un certo punto della partita, dal minuto 0:42 del filmato, succede questa cosa qui: el kaddouri ripete un'azione che pochi minuti prima aveva messo martinez solo davanti al portiere e, dalla sinistra, si accentra leggermente. il taglio di benassi verso il  centro libera totalmente la fascia destra e il marocchino sbinocola un cambio di gioco delizioso ma un pelo lungo.
è in quel momento che accade.
matteo darmian da legnano, preso nell'estate di alcuni anni fa, quando sembrava già una promessa sfiorita, parte all'inseguimento di quel pallone a tutta velocità. dopo il rimbalzo la palla schizza altissima e sta per uscire, ma lui ci crede fino all'ultimo e in un impeto di granatismo vero la arpiona con la punta del piede destro.
fiato sospeso.
c'è arrivato.
riesce a fermare la sua corsa, con l'esterno dello stesso piede prima controlla il rimbalzo, poi fa perno e con una mezza giravolta si appresta a calciare di sinistro.
epifania granata: questo per me è il toro. non sarà il successivo cross perfetto, né l'incornata di maxi lopez che ci regalerà il momentaneo vantaggio.
il mio toro è lo stop di darmian, quello che non finirà sulla prima pagina dei giornali, ma senza il quale ci sarebbe finita l'altra squadra. è il lavoro oscuro del gregario, destinato a non essere celebrato dalle epopee dei cantastorie, ma soltanto a marchiare a fuoco chi lo ha conosciuto dal vivo.
uscendo dallo stadio, sfiduciato per il definitivo gol del pareggio degli avversari che comprometteva seriamente il passaggio del turno, ho realizzato una serie di cose, e ovviamente tutte insieme.
rimuginavo su quello cui avevo assistito, su quanto avesse significato per tutti i ragazzi della mia generazione e un sacco di altre scemenze, quando ho avuto una rivelazione su di me e sul mio futuro: m'è venuta voglia, in quei momenti, di raccontare a un bambino tutto quello che mi stava passando per la testa, cercando di coinvolgerlo e di fargli capire cosa stessi provando. viene naturale pensare a un rapporto padre-figlio, ma è un rapporto che non avrò. non si tratta di una decisione irrevocabile né per forza definitiva, però al momento non riesco a pensare diversamente.
è per certi versi frustrante non avere qualcuno da investire col fiume della propria passione, è un sentimento mutilato quello privo di sbocchi verso altre persone, vuol davvero dire che non solo si muore, ma anche che si vive soli?
no, non plasmerò nessun mio figlio con epici racconti su quello stop a pochi centimetri dalla linea di fondo, farà soltanto parte dei miei ricordi personali e di una presto impolverata pagina su questo blog, iniziata molti mesi fa e lasciata a decantare perchè mi ero dimenticato dove volessi andare a parare.
a quasi un anno di distanza, scopro di pensarla ancora allo stesso modo, nonostante lo scenario sia cambiato: non solo lo stesso darmian (ipse!) ha segnato il gol qualificazione a bilbao facendomi urlare il suo nome come un ossesso mentre duemilacinquecento persone mi franavano addosso catapultandomi nel nirvana che avevo solamente scorto nei volti degli altri, non solo darmian è stato venduto in estate, ma io sono una persona diversa. anche se darmian non gioca più nel toro.
quel gesto resterà per me il Toro, non importa cosa vedrò in seguito, è come il più grande amore, lo riconosci nel momento stesso in cui lo incontri, ma non ne abuserò nel supremo atto di egoismo, cioè forgiare una creatura a propria immagine e somiglianza. che senso avrebbe? io sono stato libero di fare delle scelte, e sarebbe sciocco negare questa possibilità a chi verrà dopo di me.
ogni tanto ci ripenso, a quello stop. lo abbraccio, osservo il ricordo prendere forma e librarsi nell'aria davanti a me, la consapevolezza che anche se avesse sbagliato il cross lo avrei applaudito.
questa è l'unica grande lezione: inseguire ogni palla, anche quando rimbalza veloce sul terreno viscido e sembra destinata a uscire. bisogna farlo perchè darmian l'ha fatto prima di noi, c'ha creduto, e da quella palla è nato il gol del vantaggio, oltre a tutto il resto.
a pensarci bene, magari allo stadio ci porto i nipoti.

giovedì 10 dicembre 2015

pensierino del giorno-11/12/2015

secondo guy de maupassant, avessi detto moccia, agli uomini piace fare soprattutto due cose: annusare i propri peti e leggere i propri scritti.
non mi sono mai sentito così parte di qualcosa.
vi voglio bene, amici. fratelli.

pensierino del giorno-10/12/2015

il livello d'intelligenza del telespettatore è fedelmente reso dalle pubblicità propinate, segnatamente dai cosiddetti messaggi promozionali.
guardate la televisione al mattino? siete dei pensionati o casalinghe annoiate che iniziano a essere infoiate.
ora di pranzo? gente pseudo-normale che cambia canale quando finisce il telegiornale, mentre le casalinghe, sempre più annoiate, restano ipnotizzate da mirabolanti offerte e iniziano a infoiarsi di brutto.
pomeriggio? bambini. le casalinghe sono già con l'amante.
ora di cena? messi ormai a letto i bambini e gli anziani, è il momento d'oro delle casalinghe, il loro trionfo come categoria dello spirito in un valzer di revanscismo reazionario. date tutte voi stesse in un qualche inutile e probabilmente truffaldina compera, in modo da potervi svegliare nuovamente annoiate e infoiate il mattino seguente.

giovedì 3 dicembre 2015

pensierino del giorno-03/12/2015

consenso.
secondo la treccani, tra i vari significati che questo lemma può assumere, v'è anche il "favore espresso da gruppi e strati sociali alla politica di chi è al potere", d'importanza tale per cui si parla addirittura di organizzazione del consenso, intesa come "azione svolta di istituzioni e persone influenti per assicurare il favore di larghi strati di opinione a chi esercita il potere".
il potere, senza consenso, non esiste; ne costituisce il fondamento primo e imprescindibile, è da esso che deriva la propria legittimazione.
a ben vedere, tuttavia, il consenso non dev'essere inteso unitariamente, anzi, si articola in due livelli: uno generale e uno particolare.
il consenso generale è quello ricercato in maniera più o meno costante da tutte le forze politiche, è una sorta di consenso di sicurezza, poiché fintanto che ci sarà, è scongiurato il rischio di rivoluzioni e colpi di stato che andrebbero a punire l'establishment. alimentare questo livello minimo, di salvaguardia, è esiziale non solo per chi sia al potere, bensì per chiunque attorno a esso graviti o in qualche misura vi ambisca (a meno che non voglia cambiare le regole del gioco, ça va sans dire). rispondendo ai nostri più impellenti bisogni, si traduce in una semplice parola: soldi. i soldi, a loro volta, si articolano in differenti sottocategorie, ma la principale è quella del lavoro.
dare lavoro è il modo migliore per ottenere consenso generalizzato e diffuso. è il panem del panem et circenses.
per questo motivo, ogni volta che una fabbrica chiude o un'impresa decide di delocalizzare (neologismo fino a poco fa espresso dalla locuzione "sfruttare altrove"), i politici sono in allarme: cala il consenso. proprio in questo snodo si rinviene il passaggio tra il livello generale e quello particolare, poiché non ogni politico ha il medesimo bacino elettorale; una società di consulenza che chiude le proprie sedi operative in italia difficilmente chiamerà alle armi lo stesso politico che si mobilita per la chiusura dello stabilimento industriale di periferia. il problema, per il politico, è che chi resta senza lavoro pretende risposte inizialmente da chi ha votato, e solo in subordine si rivolgerà ai rappresentanti di altri orientamenti. è facile, a questo punto, immaginare la felicità di chi riesce a salvare l'occupazione in una determinata zona, perché in un colpo solo riesce a soddisfare due proprie necessità, risultato senza il quale si sarebbe trovato sulla graticola.
purtroppo, il lavoro è stato merce di scambio e utilizzato, appunto, per creare consenso generale; chi riusciva a elargirlo, come premio, poteva persino fregiarsi di consenso particolare e personalizzato, ma l'importante era il mantenimento dell'entropia.
non avevano alcuna importanza i piani strategici, i programmi a lungo termine, le visioni d'insieme, contava solo e soltanto soddisfare l'impellente bisogno, esattamente come quando mangiamo qualcosa a caso: prima di tutto placare la fame, se poi questa ritornerà nel giro di poco, beh, ci si ripenserà.


venerdì 20 novembre 2015

pensierino del giorno-20/11/2015

qualche mese fa, son tornato dall'indonesia con una grande certezza: sono la popolazione più stupida che abbia mai conosciuto.
per rendere a chi non ci fosse mai stato il concetto, ho trovato quest'esempio: se si mostrassero due banconote di diverso valore a un indonesiano, dicendogli di prendere una delle due, sarebbe capacissimo di prendere quella che vale di meno.
quest'immagine dovrebbe essere sufficiente per spiegare il quoziente intellettivo medio di quel popolo; l'aggettivo medio, tuttavia, postula l'esistenza di casi che superino o siano al di sotto, dunque non in linea. viene da aspettarsi che le (poche) menti brillanti si trovino nelle posizioni che comportano maggiori responsabilità, o perlomeno che in quelle posizioni non ci siano proprio dei minus habens.
e invece.
lanciando una campagna di informazione e prevenzione contro l'aids, il governo ha pensato bene di far affiggere a Giakarta, la capitale, una serie di manifesti che si pongono il lodevole intento di sfatare alcune dicerie e leggende popolari circa le modalità di trasmissione del virus. l'iniziativa è meritevole di plauso, non c'è il minimo dubbio al riguardo. peccato che qualche luminare abbia dimenticato di inserire la negazione 'non', per cui chiunque abbia letto quei cartelloni è ora convinto che zanzare, saliva e acqua possano essere infetti.
grazie di esistere

mercoledì 18 novembre 2015

pensierino del giorno-17/11/2015

una parola che fa rima sia con benaltrismo che con tempismo è moralismo.
non è mia intenzione, per ora, attaccare un pippotto sui luttuosi eventi che segnano questi giorni (regola aurea del pensierino è parlare il meno possibile dell'attualità), bensì attaccarne uno altrettanto palloso, partendo però dall'altro episodio occorso, ovverosia lo sventato furto del sellino della bicicletta.
si tratta di un gesto che, considerato singolarmente, non è punibile: dalla primavera di quest'anno, infatti, è stata introdotta all'interno del nostro ordinamento penale la figura della particolare tenuità del fatto, che ne esclude la punibilità. sperare di trovare giustizia presso le forze dell'ordine, dunque, è quanto mai utopistico, non per colpa loro ma per via, appunto, della legge oggigiorno vigente.
tuttavia, resta un atto odioso, che causa un pregiudizio ben più grande del valore dell'oggetto. scartata l'ipotesi di pagare una guardia giurata che vigili sull'integrità della nostra bicicletta quando è parcheggiata all'aperto, qual è una soluzione praticabile per disincentivare questi furtarelli?
per quanto possa sembrar banale, smetterla di fare il gioco di questi ladruncoli, andando cioè a comprare merce rubata e finanziando questo mercato. la mattina dopo, quando con calma mi sono alzato e c'ho riflettuto, mi son reso conto che, se me l'avesse rubato, sarei probabilmente andato in uno di questi mercati dell'illegalità a cercarne uno simile.
la dose quotidiana di moralismo consiste in un piccolo monito: comprare merce che sappiamo essere stata rubata è un gesto che prima o poi si ritorcerà contro di noi.

lunedì 16 novembre 2015

pensierino del giorno-16/11/2015


qualche tempo fa, come ho in altre circostanze segnalato (here and there), dei loschi figuri hanno pensato bene di dare immeritata eco a certi miei elaborati. la speranza era che tutto ciò fosse destinato a finire, nel nome del decoro della letteratura e della cultura italiana.
purtroppo, come spesso accade, è proprio quando si tocca il fondo che si inizia a raschiare, senza che s'intraveda la possibilità di risalire. se prima, perlomeno, si trattava di produzione propria, questa volta si è consumato il vile e atroce delitto di stupro di capolavoro: a partire dal cantico delle creature di san francesco, infatti, ho pensato bene di scrivere il cantico delle verdure.
sappiate che non mi opporrò a un eventuale tso.

domenica 15 novembre 2015

pensierino del giorno-15/11/2015

una parola che fa rima con benaltrismo è tempismo.
il tempismo ha due facce: da un lato è un'arte che va imparata, dall'altro è un'involontaria, ma felice, convergenza di eventi.
col passare del tempo (per l'appunto), ho cercato di sfruttare le pieghe dello scorrere dei secondi; anche quando le nostre parole sono quelle giuste da pronunciare in determinate circostanze, l'effetto che sortiranno dipende molto dalla scelta del momento. non sempre, per esempio, rispondere d'istinto è un'idea vincente, anzi, quasi mai lo è. riflettere su quello che avremmo voluto dire permette, se non altro, di poter eventualmente meglio formulare il pensiero e, se non riteniamo di doverlo cambiare, perlomeno di essere davvero certi di quanto affermeremo. è il motivo per cui quando succede qualcosa che ci scuote dovremmo imporci un silenzio stampa di alcune ore, una sorta di cordone sanitario comunicativo.
il secondo aspetto, invece, è quello che incuriosisce di più, perchè è in larga parte fuori dal nostro controllo. pensate infatti a quanto tempo occorre per svitare il sellino di una bicicletta e filarsela a gambe levate, si parla di un minuto scarso. cogliere il ladruncolo di turno che ti sfila il sellino dalla bici è senza dubbio una botta di fortuna, poiché si può intervenire, insultarlo e mandarlo via. nel frattempo, lui ha anche criticato l'intervento, sostenendo che la bici appartenesse a un'altra persona. idolo.

sabato 14 novembre 2015

pensierino del giorno-14/11/2015

ripartirei da qui
stando alla garzanti linguistica, il benaltrismo è la "tendenza a spostare l'attenzione dal problema in discussione ad altro che si addita come più importante o più urgente".
per quanto poco mi si addica il ruolo del censore (sebbene lo desideri!), è evidente che questo costume sia largamente diffuso in italia, dove credo se ne detenga il record mondiale di abuso. tuttavia, non nasce a caso: siamo il paese dove, nonostante la profonda tradizione cattolica (o forse proprio per sua causa), l'atto che riesce più difficile è l'assunzione di responsabilità.
io non ho mai sbagliato.
se ho sbagliato (ma non è vero), guardate che sbagliano tutti (quindi io non ho sbagliato).
per chiudere il sillogismo: io non ho mai sbagliato.
la quintessenza del benaltrismo è rappresentata dall'ormai celebre "e i marò?!", figlio naturale del precursore "e le foibe?!", ma la declinazione che più mi affascina è quella che viene sfruttata in ambito, appunto, di responsabilità.
ne deriva che non è importante che io sia colpevole o meno, ma neanche che provi a discolparmi, l'importante è trovare qualcuno da trascinare negli inferi, forse per via dell'errata interpretazione dell'adagio per cui mal comune mezzo gaudio.
non perdiamoci in quisquilie.
il corollario essenziale, si diceva, del benaltrismo, è quello che postula l'equazione tutti colpevoli uguale nessun colpevole. non è ovviamente mai vero, perchè la colpevolezza presuppone, logicamente, la violazione di una legge: una legge che non è rispettata da nessuno dev'essere perlomeno adeguata, quindi se resiste significa che è ancora valida e vigente. non è neanche vero che i colpevoli sono tutti, ci basta reperire un compagno di sventura con cui addentrarci nei meandri dell'arrampicata su vetro, sport estremo per vittime certificate.

venerdì 13 novembre 2015

pensierino del giorno-13/11/2015

io non ho mai sbagliato.
se ho sbagliato (ma non è vero), guardate che sbagliano tutti (quindi io non ho sbagliato).
per chiudere il sillogismo: io non ho mai sbagliato.

giovedì 5 novembre 2015

pensierino del giorno-05/11/2015

ha molto senso urlare contro la tv.
quasi quanto tifare l'aspirapolvere perchè elimini quanti più acari possibili o contestare la lavapiatti se lascia qualche traccia di sporco sui piatti.
è il medium che più di tutti ci ha fregato: s'è introdotto nelle nostre case, strisciando come un vermilinguo, è presente in più esemplari e ci permette di vivere tutto all'interno delle quattro mura domestiche. assorbe tutto di noi, gioie, dolori, amarezze, frustrazioni, speranze, attese, illusioni, sogni, assorbe tutto, lo mastica un po' e infine sputa un verdetto proveniente da un autorità che lei stessa finge solo di mostrarci, ma in realtà tiene ben al sicuro da noi.
oh, sapessi quante gliene ho detto a quel politico ieri sera mentre blaterava alla trasmissione. se solo mi avesse sentito.
immagino lo sgomento del politico nell'apprendere la notizia.
o la costernazione dell'arbitro che non ha visto il fuorigioco, del difensore che ha sbagliato il tempo dell'intervento.
cuciniamo, viaggiamo, leggiamo libri, ci immergiamo, vediamo opere, matrimoni, funerali, eventi sportivi, tutto in via mediata. viviamo per mezzo di altri.
persino la figa, ormai, è diventata un prodotto dell'etere. tanto che ci frega, possiamo pur sempre votare chi è la più gnocca e aspettare che la tv a pagamento mandi qualche pornazzo per scarnificare il pistolino con la chimera di una bellezza che ci viene propinata e non scegliamo.
per somma beffa, tutto questo avviene quando siamo rilassati, sdraiati sul divano, magari dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro - quello sì, vero - e le difese immunitarie sono completamente abbassate, figurati se andiamo a pensare che il nemico ci stia aspettando dentro casa.

mercoledì 4 novembre 2015

pensierino del giorno-04/11/2015

c'aveva fatto pure una striscia zerocalcare, però non è che questo basti per conferirgli l'esclusiva assoluta sul tema, peraltro lui disegna e scrive, io scrivo soltanto (ci manca solo mi metta a disegnare). il tema è patrimonio di tutti noi, lo diventa in un momento ben preciso e definito della vita: quando ti annunciano per la prima volta che un tuo conoscente si sposa.
rettifico: non conoscente, bensì persona con cui sei legato da un rapporto di amicizia.
amico o amica che sia, poco cambia.
ti metti a ripensare a tutti i più o meno coetanei che sai che si sono sposati e c'è magari la vecchia compagna del liceo che ti fa venire le rughe e le piaghe da decubito dalla tristezza, quella matta come un cavallo che magari ti eri sifonato una volta, ma essendo appunto matta è capace che lo sgozza dopo due giorni, qualche conoscenza de relato e infine...infine quella persona. qualcuno con cui sei passato per l'adolescenza, la giovinezza, le porte dell'età adulta, ma infine lei la ha varcate, tu no.
come se si dovesse salire sull'arca di noè, ci vediamo dentro appena trovo una coppia. sai che potrebbe succedere, però nessuno ti garantisce che su quell'arca salirai, o che ci voglia salire.
sarà quella persona con cui si parlerà utilizzando due vocaboli finora riferiti a delle sovrastrutture del nostro mondo (i genitori), e cioè marito e moglie. lui, marito di lei, lei, moglie di lui.
è la prima volta che un matrimonio non ti provoca un attacco di risate, anzi, fa riflettere.
non viene da pensare che ce n'è di gente strana al mondo, quasi avessero deciso di adottare un elefante e crescerlo a tarvisio, no, provoca la repentina caduta della mascella verso il basso.
silenzio.
minchia.
e poi?
e poi un cazzo, non è che muore, solo che diventa adulta sul serio. sarà, molto probabilmente, l'adulto di riferimento per i propri figli.
cazzo, i figli. quelli vengono ancora dopo, non fanno parte dell'equazione.
ogni evento che sia all'apparenza sconcertante, porta in sé quel vago sentore di fine del mondo. s'è aperto il buco nell'ozono, che ne sarà di noi?
nulla, il giorno dopo ci siamo svegliati tutti quanti come se nulla fosse e le nostre vite sono proseguite indifferenti. così è successo quando sono caduti governi, iniziate crisi, scaduti ultimatum.
tutto continua a procedere, impercettibilmente, placidamente inarrestabile.
cosa cambierà?
nella migliore delle ipotesi, nulla.
nella peggiore, neanche.

venerdì 23 ottobre 2015

pensierino del giorno-23/10/2015

esiste un motivo per cui l'acqua ci mette un'eternità a diventare calda sul bidet?
fateci caso, la doccia ci impiega mezzo minuto scarso, l'acquaio della cucina idem, ma per il bidet bisogna aspettare più che dal medico di base quando iniziano gli attacchi influenzali.
p.s.: questa domanda è traducibile in quasi tutte le lingue del mondo, tranne una. indovinatela.

mercoledì 16 settembre 2015

pensierino del giorno-16/09/2015

per ragioni a me tuttora oscure e incomprensibili, qualcuno si ostina a voler pubblicare dei miei scritti (male).
inutile dire quanto io prenda le distanze da questa iniziativa e inviti voi tutti a fare altrettanto, lasciando queste miserabili persone circondate dall'imbarazzato silenzio che si meritano.
è il momento di schierarci compatti e di urlare a pieni polmoni un forte no! alla valorizzazione di questi fenomeni da strapazzo che, se solo fossero nati vent'anni prima, avrebbero conservato i loro non richiesti pensieri all'interno di un adolescenziale e brufoloso diario segreto, anzichè appestare attraverso uno strumento che si suppone di diffusione culturale, il blog, chi vuol fare un utilizzo consapevole della rete.
vi prego, pertanto, di voler esprimere il vostro sdegno e la più totale riprovazione nei confronti di tale gesto a questo link. non appena zuckerberg ci doterà del pulsante apposito, vi invito anche a riempirlo di "non mi piace" o "mi dispiace che la tua vita faccia così schifo da farti produrre simili aborti letterari, se solo sapessi leggere lo leggerei solo per insultarti con cognizione di causa", a seconda del significato che voi vogliate dare al pollice verso. nell'antica roma, per inciso, significava la condanna a morte per il gladiatore agonizzante: niente in contrario, pare una punizione severa ma non per questo meno giusta.

mercoledì 2 settembre 2015

pensierino del giorno-02/09/2015

una torna dall'altra parte del mondo ed è giusto che condivida le profonde riflessioni suscitategli dall'incontro con usi e costumi così diversi dai suoi: com'è possibile che burger king non sia un presidio slow food? son solo degli invidiosi. o forse sono troppo fast e non abbastanza slow nel servir la clientela, quindi slow food rosica.

domenica 19 luglio 2015

pensierino del giorno-19/07/2015

è successo.
il pensierino è andato oltre.
qualcuno ha inspiegabilmente avuto l'ardire di pubblicarne uno sul blog del proprio sito internet: questi scellerati sono i ragazzi di fanceat, ma siccome non sono un fanatico delle campagne pubblicitarie mi limito a consigliare di scoprire le loro idee.
per il resto, è con grande orgoglio che, per la prima volta, rilancio un pensierino che adesso compare su una pagina diversa.
buona lettura
p.s.: ragazzi quello sopra è il link, in caso non ve ne foste accorti. no spam, no porno, 100% gluten free. il primo pensierino adatto anche ai vegani e persino ai benpensanti. vorrete mica farvelo scappare?

venerdì 10 luglio 2015

pensierino del giorno-10/07/2015

qua sopra c'era un bel pensierino, fino a poco fa.
a breve, come per magia, lo ritroverete altrove.

giovedì 9 luglio 2015

pensierino del giorno-09/07/2015

dai raga non fatemi bestemmiare (Francisco Bergoglio)
real amatriciana? only with the pillow (W. Churchill)
senti che fuori piove, senti che bel rumore (L. Van Beethoven)
scialla (A. Merkel)
tu sei il mio domani, ma io son fermo all'altro ieri (F. Volo)
fatti non foste a viver come bruti (A. Conte)
oh hai mangiato pollo? (E. Bonino)
invidio la fermezza del governo Renzi (A. Tsipras)
vi ho purgato ancora (Y. Varoufakis)
e i marò??? (M. Salvini)
e corona??? (M. Latorre e S. Girone)
sorridete (F. Corona)
stasera bamba e champagne (F. Fazio)
ahò (F. Totti)
quasi finito (G. R. R. Martin)
non vedo l'ora (A. Bocelli)
a chi lo dici (R. Charles)
sobrietà e moderazione sono le mie parole d'ordine (L. Elkann)
droghe? mai, forse da giovane (M. Pannella)
e anche oggi non abbiamo fatto un cazzo (I. Marino)
vaffanculo! la minestra non la voglio! (G. Grillo)
mi sento mogio (A. Lubitz)
fai tu? io mi son scordato di prelevare (L. Cordero di Montezemolo)
il frutto del lavoro a chi lavora andrà (M. Thatcher)
son gasato nero (C. Brown)
madonna joseph mi gasi l'anima! (A. Hitler)
bacione grande a tutti (G. Iscariota)
stringe un po' al cavallo (R. Siffredi)


mercoledì 8 luglio 2015

pensierino del giorno-08/07/2015

le persone devono, o meglio dovrebbero, sentirsi a proprio agio nel mondo. credo che sia ingiusto e profondamente sbagliato prendere in giro, o addirittura emarginare, chi ha dei problemi fisici: questo andrebbe insegnato ai bambini sin dalla più tenera età, perchè l'accettazione dell'altro passa proprio per la sublimazione delle diversità, tanto estetiche quanto genetiche.
quello che invece non accetto e, anzi, rifiuto con forza, è propagandare, pubblicizzare, un cattivo stato di salute.
mi spiego meglio: le persone sovrappeso, per comodità i grassi, sono esseri umani dotati di dignità al pari degli altri. e fin qui tutto semplice e lineare. il problema è che avere dei chili in più addosso non è figo, bensì rappresenta, per l'appunto, un problema; può essere dovuto a fattori genetici, a una cattiva alimentazione, alla scarsa attività fisica, resta il fatto che non è uno stato di salute ottimale.
ben vengano le modelle cosiddette curvy, cioè con fianchi abbondanti e generosi, che respingono l'ideale della magrezza a tutti i costi, ma con la consapevolezza che spingono in maniera pericolosa verso un altro estremo, ultimamente tanto di moda nei canali tv americani (ma va, che strano), con tanto di programmi dedicati.
non si può pretendere di vivere all'interno di una società composta da soli atleti di triathlon, logico, ma bisogna evitare che passi il messaggio per cui grasso è davvero bello. no. grasso si accetta, ma deve fare in modo di uscire dalla sua condizione, perchè il primo a guadagnarne, in salute oltretutto, è proprio lui.

lunedì 6 luglio 2015

pensierino del giorno-06/07/2015

lavoratori in giacca e cravatta sotto l'afa torinese durante il mese di luglio.
si sta come all'alba
nei forni
le pagnotte

giovedì 18 giugno 2015

pensierino del giorno-18/06/2015

no, non sto cercando di darmi un tono.
né voglio prendere un argomento apparentemente basso ed elevarlo a insigne riflessione attraverso il sapiente uso del lessico e di mirabili ragionamenti.
niente di tutto ciò.
semplicemente, esterno un dubbio, poiché si tratta davvero di una domanda che mi pongo e alla quale non so - né vedo come potrei saperlo - dare risposta.
ma le puttane godono? (sul ma in esordio di domanda scrissi un pensierino anni fa, andatevelo a riprendere)
spesso e volentieri chi si reca da loro è una persona triste e sola che dalla vita non ha avuto molto, quanto meno sul versante affettivo. oltretutto le prostitute non è che lo facciano per passione, alla bocca di rosa, bensì sono costrette da qualcuno che le sfrutta o dalla propria condizione di indigenza. orbene, e qui sta il fulcro della questione, suppongo che già loro abbiano poca voglia di stare ad aspettar clienti, figurarsi la tristezza quando arriva uno che normalmente non degnerebbero di uno sguardo, ai cui voleri devono però soggiacere. e se invece arrivasse un uomo piacente, anche capace a letto, che però ha il trip di andare a troie? scatta qualcosa in loro? si godono una scopata, hanno un orgasmo? oppure è sempre e solo un cliente, e solo al cliente è concesso godere?
non che perda il sonno al riguardo, però mi vien da pensare che non ci sono motivi per cui ogni tanto non possano aver fortuna pure loro.

sabato 28 marzo 2015

pensierino del giorno-29/03/2015

se harry potter avesse usato la mappa del malandrino per batter figa, sarebbe stato accusato di stalking.

mercoledì 25 marzo 2015

pensierino del giorno-28/03/2015

ci attrae la forza delle persone, epperò c'innamoriamo delle debolezze.
sconvolgente, una volta che lo si realizza.

pensierino del giorno-25/03/2015

i grandi principi della fisica sono nati da semplici e banali osservazioni empiriche, ma il loro pregio è stato di non fermarsi all'apparenza e riuscire ad andare oltre il velo di maya che ammanta i nostri sensi e ci fa prendere la realtà per quella che è, senza porci ulteriori questioni.
per questo motivo archimede sarà ricordato come un genio, mentre la maggior parte di noi al massimo avrebbe detto che un corpo immerso in un liquido si bagna.

venerdì 13 febbraio 2015

pensierino del giorno-13/02/2015

studi internazionali l'hanno ormai decretato, restituendo pieno fondamento a quella che fino a poco fa altro non era se non una vox populi. il karmalcohol esiste, gli scienziati sono riusciti a fornirne la prova.
per poterlo comprendere fino in fondo, sarebbe opportuno conoscere le nozioni hindu di dharma e karma, tuttavia siccome non è che son qua a pettinar le bambole, le darò per assodate. il karma, per gli ignoranti, è tipo la tessera fedeltà del benzinaio ma per le buone azioni: più ne fai e più accumuli un credito che in futuro qualcuno dovrebbe saldarti, anche se c'è sempre la fregatura perchè molti premi del benzinaio in realtà richiedono i cinque dieci quindici euri in più.
ma dicevamo.
il karmalcohol, prescindendo dalla sua base epistemologica, entra in gioco quando due persone sono palesemente sbronze e si incontrano per caso. la probabilità che si ignorino del tutto o che dal loro incontro non scaturisca alcunché è altissima, sfiora la certezza matematica, a meno che non intervenga proprio il fattore k. ha una peculiarità: ha azione quasi immediata. con i filtri inibitori quasi a zero non c'è tempo per le schermaglie, come per magia si materializza una situazione che crea il bisogno di comunicare, verbo che fa rima con limonare e che ne costituisce l'antecedente logico. da lì in poi è un'escalation di cose riservate a un pubblico adulto, ma tenete ben presente una cosa: dal karmalcohol non si scappa. è inutile invocare legami o presunti tali, giacché dinanzi alla forza dirompente nulla può il passato: vive nel presente proiettato al futuro e soprattutto non guarda in faccia a nessuno.
quindi occhio perchè al mattino dopo, quando vi risveglierete, potreste trovare una brutta sorpresa accanto a voi.

giovedì 5 febbraio 2015

pensierino del giorno-05/02/2014

ogni mattina, in africa, un leone si sveglia e guarda il cielo: terso, senza uno straccio di nuvola. significa che potrà rimettersi a dormire, poiché ha a disposizione tutto il giorno per cacciare una gazzella.
ogni mattina, in africa, una gazzella si sveglia e guarda il cielo: puttana eva, fa bello anche oggi. significa che quel bastardo del leone sbucherà fuori da un momento e sa che dovrà correre più veloce di lui se vuole vedere un'altra alba.
ogni mattina, a torino, un vespista si sveglia e guarda il cielo: si capisce un cazzo, ma nonostante le previsioni diano neve per tutto il giorno, gli sembra faccia troppo caldo perchè la pioggia si trasformi nella soffice ovatta che tanto dolcemente fa sbandare la vespa, quindi ritiene di poter comodamente uscire di casa col proprio mezzo a due ruote.
caro vespista, non importa che tu sia gazzella o leone, l'importante è che quando ti svegli ti ricordi di abitare a torino, e non in africa, e soprattutto che ci sarà un motivo se chi fa le previsioni del meteo riceve uno stipendio e a te non pagherebbero manco per scrostare la cacca dai marciapiedi.

mercoledì 4 febbraio 2015

pensierino del giorno-04/02/2015

- eccomi -
- eccoti. fatto buon viaggio? -
- ho fatto un'unica ronfata, quindi tanto male non dev'essere andato -
- sai già quanto ti tratterrai? -
- non lo so. è che forse per la prima volta in vita mia sono stanco -
- vuoi mica dirmi che hai intenzione di fermarti? dico fermarti in generale -
- sono arrivato a un punto in cui voglio provare la routine, la tanto vituperata normalità. alzarsi la mattina e avere la giornata pronta, salvo imprevisti. sei davvero gentile a ospitarmi mentre cerco una sistemazione definitiva -
- figurati, puoi stare quanto vuoi. la camera degli ospiti è libera e qui la vita scorre abbastanza piatta, per cui ci farebbe piacere avere una persona in più con la quale chiacchierare. dammi qua, ti aiuto con la valigia -
- belle ripide queste scale. non siete mai ruzzolati di sotto? -
- giusto l'altro ieri. per fortuna solo una culata, niente di rotto -
- addirittura un letto matrimoniale? pare brutto non sfruttarlo a dovere, cercherò qualche escort -
- la cosa divertente è che con tutto quello che hai visto e combinato non sei ancora sazio e so benissimo che saresti in grado di farlo. beh, almeno non si può dire che ti sia annoiato negli ultimi quanti, quarant'anni? spero che ne sia valsa la pena, che ci fosse davvero la pentola d'oro in fondo all'arcobaleno -
- chi lo sa. ho capito solo che non lo scoprirò mai. è questo che mi è sempre mancato nella vita, la capacità di accontentarmi della felicità, di cercare continuamente altro, come se il diverso fosse per forza meglio. un inutile album delle figurine di emozioni, perchè non sai quante sono e quanto ti manca per finirlo, finchè non arrivi all'amara conclusione per cui non lo completerai mai -
- e cosa ti ha reso così disfattista? -
- la volta in cui ho avuto il coraggio di prendere piena consapevolezza della finità della vita. il tutto è qualcosa che ci sfugge per sua e nostra stessa natura. sai chi è che riesce a completare l'album, prima o dopo? -
- dal tuo sguardo si direbbe che sono tra quelli -
- sta a te dirmelo. io credo di sì, credo che il trucco stia nello scovare la felicità in pochi elementi e rinnovarla di alba in alba ricombinandoli in modi diversi o, per i virtuosi, utilizzandoli sempre allo stesso modo -
- ti stai dando del fallito, insomma. dopo tanti anni di inseguimento folle e sfrenato, quindi, nessun sacro graal -
- sai qual è stato il mio problema, quello che ho sempre deliberatamente ignorato e che con ogni probabilità sta alla base di tutto? -
- ho sempre pensato che fossi semplicemente un animo irrequieto -
- no. è che non ho mai capito se abbia trascorso tutti questi anni a rincorrere qualcosa o se invece ne stessi scappando -

martedì 3 febbraio 2015

pensierino del giorno-03/02/2015

- grandissimo! -
- ohé mitico! allora? -
- tutto bene grazie, te? in forma? -
- in formissima come sempre, non si molla di un centimetro -
- bene bene son contento, oh ma hai iniziato a lavorare? -
- sì certo, anche tu mi pare, giusto? -
- lascia stare, meglio disoccupato. a proposito, guarda devo proprio scappare. ci becchiamo in giro una di queste sere? -
- per forza! -
- a presto allora! ciao! -
- ciao! -

- ma chi era questo?? -
- e che cazzo ne so -

lunedì 2 febbraio 2015

pensierino del giorno-02/02/2015

la vita purtroppo mi ha insegnato che tanto furbo non sono. lo ha fatto in maniera subdola, distillando delle folgorazioni che mi hanno accecato, svelandomi verità auto-intuitive alle quali giungevo con gravissimo e ingiustificato ritardo rispetto al resto dei miei coetanei.
tra queste, faccio sempre l'esempio della parola ennesimo, che fino a poco per me rappresentava solo un'accozzaglia di lettere a caso cui era stato attribuito quel preciso significato.
ebbene, temo di averne avuta un'altra. v'è tuttavia un margine d'incertezza, ed è per questo che ritengo opportuno sottoporlo alla scure del web, certamente ispirata dalla sapienza e dalla giustizia.
finchè la cantava pupo non mi ha mai dato quest'impressione, ma quando ho scoperto che gelato al cioccolato è di malgioglio, improvvisamente la nebbia che avevo davanti agli occhi si è diradata: non è che niente niente è un'allusione alle nodose verghe delle persone dalla pelle scura?
dolce e un po' salato.
un bacio al cioccolato io te l'ho rubato.
più ci penso e più mi inquieto. non tanto per cosa vuol dire, intendiamoci, ma per il fatto di averlo capito solo adesso.

venerdì 23 gennaio 2015

pensierino del giorno-23/01/2015

svegliarsi bene è importante, ma non sempre possibile. per questo esistono i giullari di corte.
orbene, sin dall'alba dei tempi il risveglio è il momento più traumatico nella giornata dell'uomo: solo l'abbiocco post-prandiale gli si avvicina, ma di sicuro non rappresenta una minaccia credibile per il primo posto in solitaria nell'elenco delle cose che uno cancellerebbe dalla faccia della terra. nota di colore: cancellando il risveglio, uno potrebbe addormentarsi una sola e letale volta nella vita.
dunque, cos'è che è in grado di allietare questi tormentati minuti che quotidianamente ci massacrano le membra e lo spirito? a parte il sesso orale, intendo.
c'è chi dice una buona colazione, pasto più importante della giornata.
c'è chi dice niente.
c'è chi si gira dall'altra parte e poi si sveglia in ritardo.
c'è chi dice una bella giornata di sole.
c'è chi dice un pompino.
c'è chi dice un pompino e poi girarsi dall'altra parte.
hanno tutti ragione e tutti torto. ragione, evidente, perchè quelle sopraelencate sono verità assolute e incontrovertibili, degne di assurgere a dogmi teologici. torto poiché ne omettono una fondamentale: iniziare a ridere a crepapelle entro la prima ora di veglia.
i protagonisti di questa storia sono due: l'arciduchessa d'austria, maria caterina d'asburgo, e il cardinale spontini, abile diplomatico dello stato pontificio che tesse le sue trame con arguzia e sagacia nelle corti dei più importanti monarchi europei. persone di alto lignaggio, abituate da sempre a ostentare grande classe e dignità, soprattutto in pubblico, e a non cedere mai alle emozioni, onde evitare di offrire un vantaggio al proprio interlocutore.
personaggi di contorno sono il giovane spruz, aspirante coglione, e il bauscia ranzani, commerciante di stoffe arricchitosi grazie ai suoi traffici con l'estero.
la voce narrante è sempre la mia, che assisto alla scena a bordo dell'immancabile vespa, sempre più calamita per aneddoti. la narrazione è al presente, data la contiguità con lo svolgersi degli eventi, e ha un incipit in medias res: dopo lauta e abbondante colazione salgo sul poderoso destriero per andare a lavoro, godendomi nel tragitto il panorama delle montagne finalmente innevate che circondano torino. il monviso ha la cuspide incappucciata da un piccolo banco di nubi e solo chi ne conosce bene la forma riesce a immaginarsela.
giunto all'incrocio con la via dove si trova l'ufficio, noto davanti a me un piccolo rallentamento: qualcuno sta facendo manovra in retromarcia e causa qualche disagio alla circolazione. grazie alla più volte elogiata agilità della vespa evito il tutto con un colpo d'acceleratore e in un attimo posso parcheggiare; mentre mi sfilo il casco e mi accingo a entrare nel portone, sento un vociare piuttosto animato provenire dalla via.
la scena che mi si presenta davanti è all'apparenza piuttosto banale: automobilisti che si sfanculano vicendevolmente. per la precisione, come mi è stato poi riferito, il buon ranzani, a bordo del suv col quale si sposta anche dal salotto alla camera, è entrato in retromarcia dalla via per evitare le telecamere della ztl e questa sua manovra ha costretto il giovane spruz a fargli spazio indietreggiando a sua volta. sopraggiungeva, però, ammantata dal suo fascino di nobildonna aristocratica, l'arciduchessa d'austria sulla propria carrozza, con l'infanta seduta al suo fianco. c'è un rischio di collisione tra il giovane spruz e l'arciduchessa, per fortuna scongiurato; le due macchine però si ritrovano in questo modo fianco a fianco e l'asburgo ha ora strada libera davanti a sé.
calano le maschere, inizia lo show.
l'arciduchessa, attraverso i suoi modi garbati e da gran dama, fa notare al giovine la poca accortezza della propria condotta al volante, e questi risponde per le rime, non avendo forse riconosciuto il lignaggio di chi gli ha rivolto la parola. il ranzani, che si è dimenticato di mettere il freno a mano alla sua auto che nel frattempo scivola indietro, cerca di smorzare i toni proponendo uno sconto per entrambi sui suoi prodotti. il giovane spruz, capito che la nobildonna non ha un cazzo da fare dal mattino alla sera e può permettersi di perdere tempo questionando sul nulla, decide di abbandonare la tenzone (incerto sull'arcione, tentò di risalir) e sceglie di dileguarsi.
la fermata dell'arciduchessa, però, aveva spiegato i propri effetti anche su chi stava sopraggiungendo, e cioè il porporato spontini, ornamento e splendor del secol nostro. questi, visibilmente indispettito dalla perdita di tempo, decide di lanciare una tanica di benzina sul fuoco e strombazza, al fine di invitare con delicatezza la nobildonna a rimuovere l'intralcio alla normale circolazione dei veicoli.
non si suona il clacson a un'asburgo.
nossignore.
questo non è ammesso.
maria caterina scende dalla macchina decisa a chiedere ragione dell'oltraggio subito: - cazzo vuoi nonno? non rompere i coglioni -
- vaffanculo, levati dal cazzo -
- no -
riassunto così il carteggio fra i due, si giunge al momento in cui spontini fa appello alla propria formazione da pastore del gregge in sardegna sul gennargentu e cerca la lama di pattada, che per fortuna non trova. decide allora di scendere a sua volta dalla macchina e con fare galante si prostra davanti alla reale per onorare la tradizione del baciamano: - sposta quella cazzo di macchina -
- altrimenti? cosa fai? mi picchi? dai picchiami! mettimi le mani addosso -
trattenendosi a stento dal mostrarle l'ammirazione per la cortesia dei suoi modi, il cardinale si avvicina e, resistendo all'impulso di abbracciarle le ginocchia, prosegue con le sue richieste: - torna in macchina e parti, deficiente, hai bloccato tutto -
- no, io faccio il cazzo che voglio, hai capito, vecchio della madonna -
a bordo del veicolo, l'infanta vorrebbe essere orfana.
spontini si risolve a chiedere l'intervento della santa sede da roma e prende il cellulare, forse davvero per chiamare o solo per segnarsi il numero di targa. l'arciduchessa, che era già risalita e questa volta stava per andarsene sul serio, lo nota dallo specchietto e girandosi lancia un messaggio distensivo che fa ben sperare per i futuri rapporti tra il regno austro-ungarico e lo stato pontificio: - tanto la macchina è intestata a stocazzo, cretino! -

mercoledì 21 gennaio 2015

pensierino del giorno-21/01/2015

c'è chi ha l'abitudine di andar per cimiteri, come se fosse un atto dovuto. saltuariamente pigliano, partono e si vanno il giro delle tombe dei parenti defunti; sinceramente, è una tradizione che non sono mai riuscito a comprendere fino in fondo.
posto che l'elaborazione del lutto è personale e in quanto tale sottratta al giudizio altrui, mi pare alquanto forzata. l'esigenza impellente di recarsi al cimitero, quasi fosse un obbligo divino al quale è vietato sottrarsi pena la scomunica, odora poco di spontaneità.
sarà che vado davvero poco al cimitero, ma non credo che sia necessaria la presenza fisica in un dato luogo per assolvere a compiti di natura spirituale. è palese che chi è partito per il suo viaggio non tornerà indietro, per cui a chi è rimasto non resta che coltivarne il ricordo, individualmente o insieme ad altre persone, ma senza che vi sia una sorta di intermediario, come accade magari per la messa, cosa che rende in qualche modo necessaria la presenza in chiesa di tanto in tanto (è palese come non sia d'accordo con tutto questo, ma non ho voglia di divagare troppo). dunque, se il lutto è qualcosa che appartiene alla sfera intima e soggettiva di ognuno, sfugge alla costrizione di un luogo. si vive in ogni momento, nell'imprevedibilità del quotidiano e nelle associazioni di idee che ci capita di fare.
e non per questo lo si vive con minor intensità.

domenica 18 gennaio 2015

pensierino del giorno-18/01/2015

spoiler alert: il pensierino che segue è, con ogni probabilità, un ricettacolo di ovvietà alle quali poteva senza dubbio giungere chiunque. ciò debitamente premesso, ho proprio sentito l'impellenza di scriverlo. un po' come quando scappa la cacca, vai a farla e basta, non è che stai tanto a ricamarci su.
allora. nel dubbio tra fare e non fare, è sempre da preferire la prima. lascio perdere tutte le questioni sul tempo che sfugge blabla, è da quando studiai seneca al liceo che ne sono ossessionato, ma voglio concentrarmi su un altro lato della vicenda, e cioè i ricordi.
ipotizziamo che la situazione zero, cioè la normalità, sia quella di trascorrere la vita a casa propria sdraiato da qualche parte a puzzare. saltuariamente può anche essere piacevole e sarebbe ipocrita da parte mia negarlo, cionondimeno lascia poche tracce nella nostra memoria. anzi nessuna.
quando invece si decide di agire, la situazione zero è di per sè già alterata. qualunque cosa succeda dopo andrà ad arricchirci, costituirà un diversivo dalla routine, lascerà traccia di sé in un ricordo.
molto spesso per fare, ahimè, servon due cose delle quali non possiamo disporre quanto vorremmo: tempo e danaro. sul primo abbiamo già più margine di manovra, sul secondo decisamente poco. al di là della mia personale convinzione che sia meglio morire poveri in canna, raramente mi son pentito di quando sono uscito di casa. capita che uno pensi di aver sprecato tempo e soldi, capita eccome, ma a distanza di anni invece finisce col riderci su perchè qualcosa ne trae comunque. condividere esperienze con le persone ci aiuta a conoscerle meglio e fare selezione su chi vogliamo che ci stia intorno nella vita. da un episodio sfortunato e vissuto male anche per chi era presente si può decidere di fare un bel repulisti e, per quanto sulle prime porterà solo un pesante fardello di negatività e pessimismo cosmico, sulla lunga distanza spiegherà i propri effetti positivi.
agire, fare, muoversi.

giovedì 15 gennaio 2015

pensierino del giorno-14/01/2015

il tormentato rapporto tra uomo e benzina è stato oggetto di numerosi studi da parte di antropologi, sociologi e perdigiorno vari. l'evoluzione dottrinale, tuttavia, ha subito una decisa svolta quando è stata inserita la variante chiave dell'algoritmo, ossia la sfiga.
tale cambiamento ha rivestito un'importanza così significativa che oggi si tende a distinguere nel periodo pre-sfiga e in quello post-sfiga. beninteso, la sfiga è sempre esistita, ma fino alle prime leggi di murphy si teneva in qualche modo a dissimularne, se non addirittura a negarne, l'esistenza. vi viene in mente un azzardato paragone con la criminalità organizzata in una regione isolare dell'italia del sud? non ne comprendo il motivo.
dicevamo, ordunque, che i teologi, gli astronomi e talvolta persino le parrucchiere hanno dovuto rivedere completamente le loro posizioni e, pena l'esclusione dalla comunità scientifica, aggiornarle secondo i più recenti studi. cercherò, di seguito, di offrire una veloce ma esaustiva panoramica sui capisaldi cui è giunto il pensiero umano.
innanzitutto, è bene partire dal postulato di hibbert, colonna portante della teorizzazione pragmatica della sfiga: la sfiga esiste e ci vede benissimo. chiara dunque l'impostazione di origine pagana del pensatore della georgetown university, che vuole richiamare il mito greco (la fortuna è cieca) e al tempo stesso superarlo, offrendo la piattaforma per una positivizzazione della sfiga.
sul postulato di hibbert riposa l'equazione di carter-williams: il giovane matematico da syracuse, noto per il suo approccio economico-finanziario, ha portato la riflessione a un livello successivo, cercando di depurarla dai contenuti più astratti. secondo la sua equazione, infatti, il livello della benzina in un serbatoio è direttamente proporzionale alla quantità di soldi nel portafoglio.
occorre a questo punto aprire una breve ma inevitabile parentesi: in molti, da ultimo kidd-gilchrist, hanno criticato carter-williams scorgendo nella sua formula un velato messaggio di matrice marxista. niente di più sbagliato. lo stesso matematico ha avuto modo di fornire una sorta di interpretazione autentica del proprio pensiero, specificando che non vi è alcun richiamo alle disuguaglianze sociali e alla lotta di classe, ma si tratta invece di una conseguenza: l'assioma di partenza è che chi ha meno soldi ha più sfiga, e solo in un secondo momento questa si riverbera sull'assenza di carburante nel serbatoio. ecco dunque respinte le tesi revansciste e polemizzanti portate avanti in questi anni da una frangia di pensatori ostili.
ora però è il momento di addentrarci nel calcolo di funzioni e sfiga applicata, la cui comprensione non è purtroppo per le menti più semplici.
la prima legge di murphy sulla benzina (in realtà sul diesel, essendo quest'ultimo un accanito sostenitore della superiorità delle auto a gasolio) è ormai riconosciuta come verità dogmatica: fintantoché il serbatoio è pieno, si disporrà di tempo per fare rifornimento. come si può ben vedere murphy è sempre molto attento alle contingenze spazio-temporali, rilevando argutamente come il riempimento del serbatoio sia un'operazione spesso soggetta a procrastinazione.
sulla prima legge di muprhy è intervenuta la correzione di garnett: fintantoché il serbatoio è pieno, si disporrà di tempo per fare rifornimento e i benzinai proporranno prezzi competitivi. acuto osservatore dell'animo umano, forse anche per via dei suoi studi presso la scuola ebraica, il garnett non manca di porre l'accento, in evidente continuità con kidd-gilchrist, sul fattore monetario. accettando il punto di partenza di murphy, vuole però estremizzare il concetto della procrastination, spiegandone le conseguenze da un punto di vista keynesiano: a furia di rimandare il pieno perchè tanto benzina ce n'è, si finisce col ritrovarsi senza tempo per fermarsi a un distributore, distributore che comunque pratica prezzi molto elevati e dunque costringe l'automobilista a un esborso maggiore.
a testimonianza di come questo filone riflessivo sia quanto mai fertile e tuttora oggetto di dibattiti, tavole rotonde e pic nic, si offre il più recente approdo dottrinale, ossia l'oratio de veritate di marco tullio van bronckhorst, erede spirituale di erasmo da rotterdam e, più prosaicamente, di michael reiziger: quando si accende la spia della riserva, si lascia che sia qualcun altro a fare il pieno.

lunedì 12 gennaio 2015

pensierino del giorno-12/01/2015

per fortuna i libri segnano ancora la vita. l'ho scritto varie volte, ma qui devo ripetermi: il primo e finora unico era stato 1984 di orwell, per il suo tono profetico ma drammaticamente attuale anche a distanza di parecchi anni, segno che le sue previsioni stavano solo subendo qualche ritardo.
adesso ne ho un secondo.
si chiama la strada, di cormac mccarthy, e ne hanno anche tratto un film. detto in due parole: a causa di guerre insensate e senza fine la terra è ridotta a un cumulo di macerie e i pochi sopravvissuti tirano a campare senza alcuna speranza di un futuro migliore, perchè sono loro le uniche tracce di vita sulla terra.
la cosa più agghiacciante non sono le descrizioni dei luoghi completamente bruciati e abbandonati, bensì il fatto che non dia spiegazioni e non lo collochi in alcun modo lungo la linea del tempo; semplicemente, la narrazione inizia in medias res e prosegue dando giusto qualche accenno di un passato pacifico e più vicino alla nostra realtà. non esistono schieramenti, non ci sono vincitori nè vinti, hanno perso tutti. più di tutti ha perso il pianeta e l'intera razza umana.
dopo gli eventi tragici dei giorni scorsi ho più volte pensato che viviamo perennemente sull'orlo di un conflitto che, data la potenza degli armamenti e il numero di attori coinvolti, avrebbe conseguenze devastanti. non mi interessa tanto discutere in questa sede dell'attuale situazione geo-politica, quanto piuttosto trovare una risposta al seguente quesito: chi garantisce che non succederà? il conflitto globale, intendo. a cosa ci possiamo appellare, in chi possiamo riporre la nostra fiducia?
la mancanza di una risposta mi lascia perplesso e in parte sgomento.

pensierino del giorno-11/01/2015

è il primo pensierino dell'anno nuovo e voglio dedicarlo a un tema di stringente attualità. la notizia non è più freschissima, perchè si tratta del famoso attentato a parigi, ma purtroppo ne dovremo sentir parlare ancora a lungo, se non lunghissimo.
ovviamente, a seguito del triste evento, c'è stata la gara di solidarietà: è stato lanciato questo slogan je suis charlie che per alcuni giorni ha invaso la nostra vita in qualunque ambito. del resto, ci si sentiva americani dopo l'undici settembre, perchè non dispensare un po' di fratellanza anche verso i franzosi? altrettanto prevedibili sono arrivate le voci fuori dal coro, inquadrabili in due diverse categorie. i primi sono i bastian contrari, quelli per cui la massa sbaglia sempre ed è quindi necessario seguire un pensiero diverso, anche se porta ad abominii del raziocinio. i secondi invece sono gli incommentabili, alla salvini, quelli che sfruttano eventi del genere per far trapelare il solito messaggio retrogrado e pre-seconda guerra mondiale, con un ritardo sull'evoluzione del pensiero umano di soli 80-85 anni.
visto che con i secondi è impossibile dialogare a meno di conoscere il linguaggio dei primati, vorrei rivolgermi ai primi, quelli che pretendono di insegnarti qualcosa in più, di essere sempre in grado di avere una propria originalità e miglior capacità analitica.
figliuoli.
sto benedetto je suis charlie non significa che si sottoscrive in tutto e per tutto l'operato dei giornalisti e che da domani ci tatueremo le loro vignette sul corpo. fosse davvero così sarebbe un messaggio piuttosto banale ed effettivamente criticabile.
voglio però credere a una cosa diversa, e cioè che je suis charlie non sia a favore di, bensì contro qualcosa. je suis charlie è contro un mondo oppresso dalla religione, dove dominano oscurantismo culturale e intolleranza reciproca. non è un caso che una rivista del genere sia nata in francia, uno degli stati che hanno fatto della laicità il loro punto di forza, arrivando in certi casi a decisioni estremiste sotto questo profilo. je suis charlie è, per assurdo, la voce più religiosa di tutte: sotto quella scritta mi ci riconosco in quanto stufo delle religioni vissute pubblicamente e non privatamente, delle religioni che spingono a conflitti, o nel migliore dei casi usate strumentalmente a questo fine, del culto di stato, in una parola sola non ne posso più delle separazioni. non è mia intenzione lanciare un messaggio hippie alla volemose bbene, però trovo davvero assurdo che si combatta in nome di testi scritti migliaia di anni fa e in base a questo ci si distingua tra buoni e cattivi.
per il proprio dio tutti hanno ucciso, molti continuano a farlo, dunque non esiste un prima o un dopo, non esistono colpe da attribuire, esiste semplicemente il momento di fermarsi.
nel momento in cui la religione la smetterà di avere un ruolo così preponderante, non esisteranno più giornali satirici alla charlie hebdo, o meglio, se esisteranno diventeranno cagate da quattro soldi perchè prenderanno in giro, a volte in maniera persino volgare e poco divertente, una questione privata di cittadini.
affermare je suis charlie significa banalmente sperare in un mondo libero dai dogmi.