mercoledì 30 dicembre 2015

pensierino del giorno-30/12/2015

la notte di natale, anzi in quella tra natale e santo stefano, m'è apparso in tutta la sua folgorante chiarezza.
moriremo tutti.
questa, di per sé, non è di sicuro una novità. quello che vedo come inevitabile è che moriremo nella peggior maniera possibile, eliminandoci gli uni con gli altri per sopravvivere. difficile, in assenza di dati accurati e di precisi strumenti di calcolo, prevedere quando ciò accadrà, ma non è che l'inevitabile risultato degli scellerati comportamenti che abbiamo finora messo in atto.
l'uomo ha bisogno di due elementi per sopravvivere: l'aria e l'acqua. della prima, ce n'è in gran quantità, nonostante si stia facendo di tutto per renderla velenosa. la seconda, invece, dovrebbe essere quella che ci preoccupa maggiormente, poiché è strettamente collegata ai cambiamenti climatici.
le riserve d'acqua dolce vanno vieppiù riducendosi, eppure non sembriamo curarcene troppo, o meglio, non interveniamo sul nostro pianeta, ma ben conosciamo il problema, tanto che l'unico scopo delle esplorazioni spaziali non è quello di studiare i sassi degli altri pianeti, bensì trovarne uno che contenga acqua!
dovessi ragionare su un futuro distopico, immaginerei una serie di spedizioni che partono per i più remoti angoli della galassia al fine di reperire il prezioso liquido, mentre sulla terra viene ormai razionata e i poveri iniziano a farsi la guerra tra loro per guadagnare qualche giorno di sopravvivenza.

sabato 19 dicembre 2015

pensierino del giorno-19/12/2015

l'università italiana pullula di esemplari di una mitologica creatura, che secondo acrreditati studiosi si sarebbe dovuta già estinguere tempo fa, ma che invece riesce incredibilmente ad adattarsi al cambiamento climatico e a sopravvivere: lo studiosauro.
questo curioso animale, imparentato con il gurzo, ha una diffusione piuttosto omogenea sul territorio nazionale e si caratterizza tanto per i suoi tratti genotipici, quanto per quelli fenotipici.
lo studiosauro, infatti, ha un'unica ragione di vita: studiare. non importa cosa, lo studiosauro ha perennemente la testa chinata su un qualche manuale che consuma notte e giorno come se ne traesse il proprio sostentamento; il suo habitat naturale è l'aula studio, dove si reca quotidianamente indossando capi d'abbigliamento di dubbio gusto, singolarmente considerati, e decisamente disgustosi quando abbinati. l'occhiaia è profonda e ben scavata, netto il suo contorno, a indicare che una volta tornato a casa lo studiosauro ha trascorso qualche altra ora sui libri acuendo la propria miopia e peggiorando le condizioni della sua schiena, già duramente provata da intensi anni di matto e disperatissimo studio.
la stagione dell'amore è limitata ai sette giorni successivi all'ultimo esame sostenuto della sessione, settimana durante la quale lo studiosauro si devasta il fegato con improbabili brodaglioni alcoolici che mettono a dura prova il suo fisico per niente avvezzo allo sforzo etilico. sgombrata la mente da qualsiasi fastidioso freno inibitore, lo studiosauro si accoppia con qualunque essere di sesso apparentemente opposto, senza alcun riguardo alle caratteristiche fisiche e/o intellettuali, salvo poi pentirsene amaramente il giorno dopo, almeno finché non sarà di nuovo incapace di intendere e di volere.
quando ricominciano le lezioni, lo studiosauro viene assalito dall'ansia dei nuovi esami che si avvicinano all'orizzonte, minacciosi come le squadriglie di caccia giapponesi che volano verso pearl harbor: ed ecco che riaffiorano i pigiamoni di flanella, le ciabatte, le siringhe di caffeina per endovenosa, le borse della spesa sotto gli occhi, precarie condizioni di igiene personale, giornate costellate da posture storpie e uscite in pubblico socialmente imbarazzanti. questo però è il periodo preferito dallo studiosauro, poiché può dare sfogo alla propria ars poetica e drammatica attraverso la pubblicazione di elaboratissimi e certosini stati su facebook, meticolosamente calibrati sin dal risveglio e attraverso tutta la giornata, sacrificando le ore che avrebbe dovuto dedicare allo studio (matto e disperatissimo in qualsiasi momento dell'anno, ricordiamolo). la peculiarità dello studiosauro, che in un certo senso ne conferma anche il disturbo bipolare, è che ha pressoché perso l'uso della favella, riuscendo comunque a comunicare in maniera efficace - e talvolta persino brillante - attraverso mezzi informatici e/o tecnologici. tuttavia, guai ad avvicinarsi per interagire di persona: in risposta si possono ottenere soltanto grugniti od occhiate di riprovazione che significano non-vedi-quanto-mi-sto-dannando-l'anima-per-questo-esame-ti-sembra-il-caso-di-disturbare-sparisci-grazie-evapora.
la sottile linea rossa che collega i post sui social network è una sola: il lamento. me misero, me tapino. non esiste essere al mondo che si autocompatisca di più dello studiosauro, il quale, non pago, brama e anela anche per la commiserazione altrui, sebbene sia palese che a nessuno frega un emerito cazzo dei suoi deliri.
una recente ricerca dell'università di Yuvemerd, tuttavia, ha evidenziato che lo studiosauro è l'unico animale mai esistito che non è a rischio estinzione, anzi si ritiene che sopravviverà anche all'uomo, contraddicendo in pieno le teorie finora dominanti sull'intrinseca debolezza dello studiosauro e sulla propria difficoltà di interazione col mondo circostante, difficoltà che aumenta in misura esponenziale quando - dio non voglia - lo studiosauro termini il percorso di studi. secondo i ricercatori di Yuvemerd, invece, quando l'umanità sarà dilaniata da carestie e guerre intestine, lo studiosauro sarà in piena sessione esami e non sarà minimamente sfiorato dagli eventi bellici e catastrofici, al sicuro nel bunker dell'aula studio con una scorta annuale di merendine.

giovedì 17 dicembre 2015

pensierino del giorno-17/12/2015

essere scortesi con il prossimo è un'arte riservata a pochi eletti; va abbastanza di moda fare gli scontrosi, specie ammantarsi di questa ombra di fascino e mistero sui social network, ma una simile ostentazione è ontologicamente difforme dalla condizione in oggetto, che postula un'essenza e non un'apparenza.

mercoledì 16 dicembre 2015

pensierino del giorno-16/12/2015

quando la vita presenterà il suo conto, con ogni probabilità dovremo prendere coscienza del fatto che sono più le cose che non abbiamo fatto di quelle compiute. partendo da qui, ho deciso di stilare una lista di tutte quelle operazioni che fanno parte della vita ma che io non ho mai imparato a eseguire da solo e in autonomia. chissà se di qui a un anno scoprirò di averne tolta qualcuna.
si accettano scommesse e bonus di risultato, con l'evidente fine di incentivarmi a essere una persona migliore, rectius, meno peggiore di quanto sia.
pertanto, nuntio vobis, gaudio magno, nescio:
- stirare le camicie
- rammendare
- preparare dolci
- fare la maionese
- tenere ordinata camera mia
- accendere il fuoco con dei legnetti
- suonare la chitarra
- orientarmi con le stelle
- andare sui pattini
- usare excel
- rinunciare al cioccolato
- fare gli aeroplanini di carta
- bere latte senza risucchiare
- andare in skateboard
- impennare in bicicletta
- sbucciare la mela
- incastrare per bene i piatti nella lavastoviglie
- fare il nodo alla cravatta
- fischiare forte senza l'ausilio delle dita
- cucire i bottoni
- stirare qualunque cosa
- farmi andar giù quello che non mi piace

martedì 15 dicembre 2015

pensierino del giorno-15/12/2015

il tatuaggio rappresenta ancora una forma di trasgressione, ancorché soggetto a inflazione galoppante tipo il marco tedesco a seguito della crisi del '29. bisogna dunque sfruttare la possibilità di coprirsi il corpo d'inchiostro prima che diventi eccessivamente mainstream: all'interno di questo contesto di per sé a rischio, occorre altresì distinguersi a livello contenutistico, in maniera da porsi in contrasto con gli altri tatuati, indicando comunque un certo spirito di ribellione mai del tutto sopito.
a tal nobile fine, ho pensato che, anziché inciderrsi le classiche frasi latine che ormai son diventate tamarre per osmosi, come carpe diem (trote gnam), usque ad finem, per aspera ad astra et similia, sarebbe preferibile scrivere le formulette latine che si utilizzano in diritto: sono altrettanto altisonanti, creano mistero e curiosità in chi le legge, e graficamente non sono poi così dissimili. pazienza se il loro significato non è zarro, basta non dirlo in giro oppure raccontare una bugia.
tra parentesi provo a mettere una traduzione, ma non è assolutamente detto che sia giusta.
lista aperta:
- id quod plerumque accidit (ciò che accade nella maggioranza dei casi) lo vedrei bene sulle spalle, appena sopra le scapole, dove può occupare l'intera larghezza;
- tamquam non esset (come se non esistesse) sulla bassa schiena, sopra il sedere, in posizione metrosexual;
- ne bis in idem (divieto di giudicare una persona due volte per lo stesso fatto), questo va rigorosamente sull'avambraccio e in gotico, si scopa una sera su due;
- exempli gratia (per esempio) deve descrivere un semicerchio sulla pancia, sotto l'arco costale, tipo i colombiani quando si scrivono la mala vida;
- quod non! (cosa che invece non è, il punto esclamativo è per i maschi alfa) sulle nocche, incluso ovviamente il punto esclamativo per chi può permetterselo;
- favor rei (principio di favore nei confronti del colpevole) lo azzarderei sullo stinco, ma di lato;
- pro bono pacis (per il bene della pace) rigorosamente sul cuore, diviso in due righe;
- per tabulas (dagli atti) sulla gola, carattere fiammeggiante;
- mutatis mutandis (cambiato ciò che doveva essere cambiato) va esibito con orgoglio sull'inguine, vicino a dove si indossa la biancheria intima;
- forum commissi delicti (il tribunale del luogo dov'è stato commesso l'illecito) avrebbe una sua valenza sulla caviglia, a bracciale, ma non è garantito che si ficchi;
- alterum non laedere (non danneggiare gli altri) interno dell'avambraccio, tipo promemoria, metti mai che uno poi se ne scordi;
- nemo tenetur se detegere (nessuno è tenuto ad accusarsi) sui due lati del costato, scritto in caratteri piccolini e in verticale;
- animus nocendi (intenzione di nuocere) questo è la valida alternativa a per tabulas quanto a posizione e costituisce sicuramente una variatio in peius, dal momento che presenta un profilo di maggiore aggressività, fondamentale se si è zarri;
- scientia damni (consapevolezza del danno) lo nasconderei invece nel polso, quasi fosse da signorina sofisticato, 'na schiccheria insomma;
- consilium fraudis (partecipazione all'inganno) marchiato sul cuore, per far capire che tradire è una scelta di vita;
- thema decidendum (l'oggetto della controversia) da incastonare in una spirale posizionabile sulla coscia, per spiazzare anche i più prevenuti;
- salvis juribus (fatti salvi i diritti) è una di quelle con cui si concludono gli atti, quindi non può che finire dritta dritta sulla fronte, al pari di mara salvatrucha.



lunedì 14 dicembre 2015

domenica 13 dicembre 2015

pensierino del giorno-13/12/2015

andiamo con ordine, perchè questa volta sarà ancora più complicato seguire i pensieri tortuosi della mia mente.
era il giorno diciannove del mese di febbraio, anno di grazia duemilaquindici.
un giorno che avevo atteso da tutta la vita: il toro giocava in casa l'andata dei sedicesimi di finale di europa league, avversario di blasone, l'athletic bilbao.
a un certo punto della partita, dal minuto 0:42 del filmato, succede questa cosa qui: el kaddouri ripete un'azione che pochi minuti prima aveva messo martinez solo davanti al portiere e, dalla sinistra, si accentra leggermente. il taglio di benassi verso il  centro libera totalmente la fascia destra e il marocchino sbinocola un cambio di gioco delizioso ma un pelo lungo.
è in quel momento che accade.
matteo darmian da legnano, preso nell'estate di alcuni anni fa, quando sembrava già una promessa sfiorita, parte all'inseguimento di quel pallone a tutta velocità. dopo il rimbalzo la palla schizza altissima e sta per uscire, ma lui ci crede fino all'ultimo e in un impeto di granatismo vero la arpiona con la punta del piede destro.
fiato sospeso.
c'è arrivato.
riesce a fermare la sua corsa, con l'esterno dello stesso piede prima controlla il rimbalzo, poi fa perno e con una mezza giravolta si appresta a calciare di sinistro.
epifania granata: questo per me è il toro. non sarà il successivo cross perfetto, né l'incornata di maxi lopez che ci regalerà il momentaneo vantaggio.
il mio toro è lo stop di darmian, quello che non finirà sulla prima pagina dei giornali, ma senza il quale ci sarebbe finita l'altra squadra. è il lavoro oscuro del gregario, destinato a non essere celebrato dalle epopee dei cantastorie, ma soltanto a marchiare a fuoco chi lo ha conosciuto dal vivo.
uscendo dallo stadio, sfiduciato per il definitivo gol del pareggio degli avversari che comprometteva seriamente il passaggio del turno, ho realizzato una serie di cose, e ovviamente tutte insieme.
rimuginavo su quello cui avevo assistito, su quanto avesse significato per tutti i ragazzi della mia generazione e un sacco di altre scemenze, quando ho avuto una rivelazione su di me e sul mio futuro: m'è venuta voglia, in quei momenti, di raccontare a un bambino tutto quello che mi stava passando per la testa, cercando di coinvolgerlo e di fargli capire cosa stessi provando. viene naturale pensare a un rapporto padre-figlio, ma è un rapporto che non avrò. non si tratta di una decisione irrevocabile né per forza definitiva, però al momento non riesco a pensare diversamente.
è per certi versi frustrante non avere qualcuno da investire col fiume della propria passione, è un sentimento mutilato quello privo di sbocchi verso altre persone, vuol davvero dire che non solo si muore, ma anche che si vive soli?
no, non plasmerò nessun mio figlio con epici racconti su quello stop a pochi centimetri dalla linea di fondo, farà soltanto parte dei miei ricordi personali e di una presto impolverata pagina su questo blog, iniziata molti mesi fa e lasciata a decantare perchè mi ero dimenticato dove volessi andare a parare.
a quasi un anno di distanza, scopro di pensarla ancora allo stesso modo, nonostante lo scenario sia cambiato: non solo lo stesso darmian (ipse!) ha segnato il gol qualificazione a bilbao facendomi urlare il suo nome come un ossesso mentre duemilacinquecento persone mi franavano addosso catapultandomi nel nirvana che avevo solamente scorto nei volti degli altri, non solo darmian è stato venduto in estate, ma io sono una persona diversa. anche se darmian non gioca più nel toro.
quel gesto resterà per me il Toro, non importa cosa vedrò in seguito, è come il più grande amore, lo riconosci nel momento stesso in cui lo incontri, ma non ne abuserò nel supremo atto di egoismo, cioè forgiare una creatura a propria immagine e somiglianza. che senso avrebbe? io sono stato libero di fare delle scelte, e sarebbe sciocco negare questa possibilità a chi verrà dopo di me.
ogni tanto ci ripenso, a quello stop. lo abbraccio, osservo il ricordo prendere forma e librarsi nell'aria davanti a me, la consapevolezza che anche se avesse sbagliato il cross lo avrei applaudito.
questa è l'unica grande lezione: inseguire ogni palla, anche quando rimbalza veloce sul terreno viscido e sembra destinata a uscire. bisogna farlo perchè darmian l'ha fatto prima di noi, c'ha creduto, e da quella palla è nato il gol del vantaggio, oltre a tutto il resto.
a pensarci bene, magari allo stadio ci porto i nipoti.

giovedì 10 dicembre 2015

pensierino del giorno-11/12/2015

secondo guy de maupassant, avessi detto moccia, agli uomini piace fare soprattutto due cose: annusare i propri peti e leggere i propri scritti.
non mi sono mai sentito così parte di qualcosa.
vi voglio bene, amici. fratelli.

pensierino del giorno-10/12/2015

il livello d'intelligenza del telespettatore è fedelmente reso dalle pubblicità propinate, segnatamente dai cosiddetti messaggi promozionali.
guardate la televisione al mattino? siete dei pensionati o casalinghe annoiate che iniziano a essere infoiate.
ora di pranzo? gente pseudo-normale che cambia canale quando finisce il telegiornale, mentre le casalinghe, sempre più annoiate, restano ipnotizzate da mirabolanti offerte e iniziano a infoiarsi di brutto.
pomeriggio? bambini. le casalinghe sono già con l'amante.
ora di cena? messi ormai a letto i bambini e gli anziani, è il momento d'oro delle casalinghe, il loro trionfo come categoria dello spirito in un valzer di revanscismo reazionario. date tutte voi stesse in un qualche inutile e probabilmente truffaldina compera, in modo da potervi svegliare nuovamente annoiate e infoiate il mattino seguente.

giovedì 3 dicembre 2015

pensierino del giorno-03/12/2015

consenso.
secondo la treccani, tra i vari significati che questo lemma può assumere, v'è anche il "favore espresso da gruppi e strati sociali alla politica di chi è al potere", d'importanza tale per cui si parla addirittura di organizzazione del consenso, intesa come "azione svolta di istituzioni e persone influenti per assicurare il favore di larghi strati di opinione a chi esercita il potere".
il potere, senza consenso, non esiste; ne costituisce il fondamento primo e imprescindibile, è da esso che deriva la propria legittimazione.
a ben vedere, tuttavia, il consenso non dev'essere inteso unitariamente, anzi, si articola in due livelli: uno generale e uno particolare.
il consenso generale è quello ricercato in maniera più o meno costante da tutte le forze politiche, è una sorta di consenso di sicurezza, poiché fintanto che ci sarà, è scongiurato il rischio di rivoluzioni e colpi di stato che andrebbero a punire l'establishment. alimentare questo livello minimo, di salvaguardia, è esiziale non solo per chi sia al potere, bensì per chiunque attorno a esso graviti o in qualche misura vi ambisca (a meno che non voglia cambiare le regole del gioco, ça va sans dire). rispondendo ai nostri più impellenti bisogni, si traduce in una semplice parola: soldi. i soldi, a loro volta, si articolano in differenti sottocategorie, ma la principale è quella del lavoro.
dare lavoro è il modo migliore per ottenere consenso generalizzato e diffuso. è il panem del panem et circenses.
per questo motivo, ogni volta che una fabbrica chiude o un'impresa decide di delocalizzare (neologismo fino a poco fa espresso dalla locuzione "sfruttare altrove"), i politici sono in allarme: cala il consenso. proprio in questo snodo si rinviene il passaggio tra il livello generale e quello particolare, poiché non ogni politico ha il medesimo bacino elettorale; una società di consulenza che chiude le proprie sedi operative in italia difficilmente chiamerà alle armi lo stesso politico che si mobilita per la chiusura dello stabilimento industriale di periferia. il problema, per il politico, è che chi resta senza lavoro pretende risposte inizialmente da chi ha votato, e solo in subordine si rivolgerà ai rappresentanti di altri orientamenti. è facile, a questo punto, immaginare la felicità di chi riesce a salvare l'occupazione in una determinata zona, perché in un colpo solo riesce a soddisfare due proprie necessità, risultato senza il quale si sarebbe trovato sulla graticola.
purtroppo, il lavoro è stato merce di scambio e utilizzato, appunto, per creare consenso generale; chi riusciva a elargirlo, come premio, poteva persino fregiarsi di consenso particolare e personalizzato, ma l'importante era il mantenimento dell'entropia.
non avevano alcuna importanza i piani strategici, i programmi a lungo termine, le visioni d'insieme, contava solo e soltanto soddisfare l'impellente bisogno, esattamente come quando mangiamo qualcosa a caso: prima di tutto placare la fame, se poi questa ritornerà nel giro di poco, beh, ci si ripenserà.