mercoledì 24 febbraio 2016

pensierino del giorno-23/02/2016

a nessuno verrebbe in mente di scrivere "niente di nuovo sotto il sole" all'interno di un articolo accademico. troppo banale, troppo scontato. si rischia davvero la figura da peracottaro.
sgombrate la mente.
riformulate.
nihil sub sole novi.
vuol dire esattamente lo stesso, ma la frase è espressa in latino; ecco che d'improvviso una banalità, una grillinata, diventa una colta citazione che assurge quasi ad ornamento del testo, per il semplice motivo che è stata scritta in una lingua straniera, nello specifico il latino. fosse stata in slovacco, magari non avrebbe sortito lo stesso effetto.
siamo un popolo bipolare, tanto conservatore e sedicente attaccato alle tradizioni, quanto esterofilo e per certi versi con un perenne complesso d'inferiorità nei confronti da tutto ciò che arriva da oltre i nostri confini.
mi domando, in questo preciso caso, cosa possa essere alla base del meccanismo che scatta nella testa della gente. l'unica soluzione che mi viene in mente, a parte a punto il complesso d'inferiorità, è che la differenza dell'idioma in cui viene resa l'espressione, o la parola, implichi un passaggio in più, cioè quello della traduzione, e questo inneschi a sua volta una sorta di gusto della scoperta sia in chi lo esprime che in chi lo riceve, per cui scatta il gusto del riconoscimento e dell'identificazione per via del comune terreno.
in alternativa, possiamo benissimo esser solo degli sfigati.

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