mercoledì 2 marzo 2016

pensierino del giorno-02/03/2016

tra i molti, v'è un difetto che è per me causa di particolare angustia e che, nel corso degli anni, ho cercato di nascondere il più possibile: mi piace ligabue.
intendiamoci, non che sia un fan sfegatato né tantomeno un suo tifoso, però apprezzo molte delle canzoni che ha scritto dagli esordi fino al terzultimo album. da lì in poi, purtroppo, è iniziato il suo periodo calante e gli ultimi due dischi glieli tirerei dietro in confezioni da diciotto.
questa mia passione, se così vogliamo chiamarla, divide spesso l'interlocutore: se capita, come è naturale che accada, di imbattersi in qualcuno che corrisponda questo mio interesse, nulla quaestio, ma il problema si pone allorquando trovi un suo detrattore. non solo il cantante in questione fa schifo, ma connota negativamente anche chi lo ascolta.
posto che in realtà non è che mi interessi più di tanto fare il suo apologeta, dato che trovo la faccenda di scarsa rilevanza, trovo invece più ricco di spunti concentrarsi su un passaggio che precede tutto ciò.
la sua musica probabilmente non sarà nulla di eccezionale, pure io spesso fatico a distinguere gli attacchi delle diverse canzoni, infatti la parte che ho sempre preferito son state le parole. ecco, sulle parole trovo che non vi sia molto da discutere: al netto dell'inevitabile soggettività del giudizio, è riuscito a tirar fuori delle frasi apprezzabili, delle immagini suggestive. orbene, sorge spontaneo pensare che una certa critica negativa sconti il classico pregiudizio dell'etichetta: siccome la tal cosa appartiene a tizio, automaticamente diventa una schifezza.
sarebbe interessante, come esperimento, provare a rimescolare autori e testi, in modo da vedere se il giudizio non cambi. i pregiudizi, di per sé, oltre che positivi sono pure inevitabili, quello che sarebbe utile è avere la capacità di superarli, per quanto questo possa talvolta costringerci a fare marcia indietro.
anzi, magari fosse solo marcia indietro; dovremmo, giocoforza, riconoscere che avevamo torto.
la peggiore delle nostre paure.

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