martedì 29 marzo 2016

pensierino del giorno-25/03/2016

Ogni tanto sbucano fuori vecchie immagini, risalenti ai primi anni del Novecento, di locandine delle case di piacere con tanto di tabelle e prezziari. La gente andava lì, riceveva un servizio su richiesta, lo pagava, e tornava a casa contenta; al giorno d'oggi tutto questo non è più possibile. Chi vuole godere del corpo altrui dietro retribuzione deve arrangiarsi diversamente e molto spesso decide di andare all'estero proprio con questo precipuo scopo.
Sarebbe invece il caso di riaprire questi centri di spaccio del benessere, dove chi lo desidera può andare a scaricare le tensioni della giornata, accolto in un ambiente pulito e igienico da persone che là dentro lavorano e non sono sfruttate.
Il nocciolo della questione, e che nessuna legislazione potrà mai risolvere in alcun modo, è che le persone hanno fisiologico bisogno di trombare; chi tromba vive decisamente meglio, è più sereno e meno stressato. Purtroppo, non tutti riescono a trombare quanto vorrebbero: è un problema che affligge soprattutto gli uomini, che non sono sempre sono in grado di trovare un'altra persona con la quale accoppiarsi selvaggiamente. Visto che si tratta di un istinto insopprimibile e al quale nessuno è disposto a rinunciare, tanto vale che lo Stato lo assecondi e ne tragga beneficio: riaprire le famose case chiuse consentirebbe alle operatrici del settore e ai clienti di ridurre i rischi di contrarre malattie, per di più genererebbe introiti per le casse statali sotto forma di gettito fiscale e contributi previdenziali, per non parlare del possibile sbocco turistico, del quale si avvantaggiano altri Paesi meno bigotti e più smaliziati.
Ultimo, ma non per importanza, si potrebbe finalmente realizzare il più importante diritto di ogni individuo, ancorché non ancora vergato su carta: raddrizzare una giornata storta con una bella trombata in pausa pranzo. Non importa quanto uno abbia litigato col proprio capo, il collega, la Borsa, il pc, la segretaria, i clienti, la famiglia: all'ora di pranzo va a farsi una sveltina e il pomeriggio inizia sotto un'altra prospettiva.

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