giovedì 31 marzo 2016

pensierino del giorno-29/03/2016

Quando sentii parlare dell'argomento per la prima volta, l'istinto mi portò a dichiararmi contrario, sebbene non fosse in grado di capirne molto. Ero sul finire delle scuole elementari e i Radicali erano riusciti a portare all'attenzione del paese il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere.
E' una posizione che ho poi mantenuto per diversi anni, finché, di recente, non ho mutato opinione, probabilmente per reazione allergica alle persone e agli schieramenti politici che si opponevano strenuamente alla legalizzazione.
Il mantra, il cavallo di battaglia, il peana di coloro che sono a favore è che, in questo modo, si toglierebbero grossi guadagni alla criminalità organizzata, che notoriamente gestisce lo spaccio in tutta Italia. Un ragionamento che pareva condivisibile, fino a quando non ho perso cinque minuti del mio tempo per provare a delineare alcuni possibili scenari se dovesse davvero essere modificata l'attuale normativa.
Partiamo da questo assunto: depenalizzare il consumo ma punire lo spaccio è completamente folle e privo di senso, quindi forse è l'unico approdo cui si giungerà in Italia.
Cercando invece di portare a termine una riforma più organica, ipotizziamo che si vogliano assimilare le droghe leggere alle sigarette e farne pertanto un monopolio di Stato: si potranno comprare soltanto nelle tabaccherie o nelle farmacie, si pagheranno le accise e via discorrendo. Chi in questo momento produce e vende droghe leggere, in maniera illegale, continuerà semplicemente a farlo; la loro illegalità non muterà di una virgola e, anzi, potranno persino giovarsi del prezzo più basso, dal momento che di sicuro non si metteranno a pagare imposte e dazi vari. Ovviamente gli acquirenti continueranno a comprare da chi ha il miglior rapporto qualità/prezzo, e dubito fortemente che possano essere i prodotti venduti dallo Stato.
Un'alternativa è aprire completamente il mercato e, d'un tratto, rendere lecito ciò che fino a pochi istanti prima era proibito. Questa è la soluzione praticata da altri Stati nel mondo, eppure, non per auto-razzismo, credo sia difficilmente praticabile in Italia: sarebbe proprio la criminalità organizzata a potersi da subito piazzare sul mercato, entrando per assurdo nell'area della legalità. Del resto, fare impresa non è reato.

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