mercoledì 21 dicembre 2016

Voglio fare uscendo

Siccome il Pensierino è da sempre contro la progressiva perdita d'identità della nostra lingua madre, l'espressione "fare outing" sarà su queste pagine sostituita da "fare uscendo".
Desidero pertanto fare uscendo riguardo ad un annoso problema: l'asse del cesso. Da sempre oggetto di diatriba tra uomini e donne, è assurto a paradigma della scarsa considerazione maschile nei confronti del gentil sesso: chi non ha mai subito una perforazione del timpano per gli strilli dovuti a uno scarso controllo della propria idropompa in fase di minzione, seguita da irrorazione del suddetto asse, lasciato abbassato contrariamente alle norme di prudenza e buona civiltà?
Dall'alto della propria atarassia, l'uomo non si è mai eccessivamente curato della questione, limitandosi a fare spallucce ed evitando il conflitto frontale con l'astioso nemico. Basta pulire, è la soluzione cui pensa.
Come spesso accade in questi casi, è da un episodio personale che si sviluppa una maggiore attenzione riguardo a una particolare tematica. Nel mio caso, mi è capitato di dovermi sedere sulla tazza (non volevo scrivere che dovevo fare la cacca, ma penso si sia capito) in occasione di un evento cui hanno partecipato molte persone. I bagni erano rigorosamente divisi e, devo dire, anche in uno stato decoroso, o almeno a prima vista. Una volta dentro, invece, il disastro più totale.
Per la prima volta mi son davvero ritrovato a chiedermi "è così difficile alzare l'asse quando si fa pipì, attesa la totale incapacità di centrare il buco?".
Ho subito controllato che non mi fossero spuntate le tette od organi genitali femminili, ma davvero ho capito la frustrazione di doversi per forza appoggiare a qualcosa di immensamente lurido e, soprattutto, lurido senza un vero motivo.
Non appena sono stato meglio comunque sono tornato nei bagni e ho innaffiato anche i muri, in modo da recuperare il tempo perduto.

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