mercoledì 19 aprile 2017

Il disfacimento

La risposta a questo indovinello è la sinistra italiana. È una riflessione che mi è sorta a seguito dell'acquisto del Milan, gloriosa società calcistica italiana, da parte dei cinesi. Il primo tangibile effetto è stato lo spostamento del derby di Milano alle 12:30, in modo che l'evento fosse più facilmente fruibile anche in Oriente: non bisogna infatti dimenticare che anche l'altra società calcistica di Milano è in mano a proprietari asiatici, i quali possono rappresentare una sorta di testa di ponte per l'espansione verso nuovi mercati.
Orbene, come ben può immaginare anche chi non segua il calcio, le 12:30 sono un orario che mal si concilia con la nostra tradizione; è stato infatti introdotto per esigenze meramente televisive (leggi economiche) alcune stagioni fa, ma non è mai stato particolarmente apprezzato dai tifosi, che anzi hanno in varie occasioni mostrato il proprio dissenso.
Dal momento che il calcio rappresenta una vetrina elettorale gratuita in grado di raggiungere un considerevole numero di elettori, anche e soprattutto tra quelli meno attenti alla scena politica, non è raro che i partiti o i singoli esponenti ne approfittino per lanciare dei messaggi. Uno dei primi a lanciarsi sul ricco boccone è stato Salvini, che ha manifestato tramite i social network la propria contrarietà a tale orario; da sinistra, invece, nessuno che abbia fiatato, anzi: semmai si prendeva in giro Salvini, come si fa con le persone un po' tarde di comprendonio, e si sciorinavano numeri su numeri, ascolti, diritti televisivi, curve gaussiane e supercazzole con scappellamento a destra.
Siccome non pretendo di avere la verità in tasca, mi limito ad un paio di osservazioni: viviamo in un periodo storico contrassegnato da una crisi di fiducia nei confronti della politica e dei cosiddetti partiti tradizionali, che vengono percepiti come troppo distanti dalle reali esigenze dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Possibile che all'interno di un simile contesto la sinistra non sia in grado di percepire l'evidente disagio di parte degli italiani di fronte a un effetto della globalizzazione che li colpisce in uno dei punti più sensibili, quello delle loro abitudini legate al tempo libero?
Colpisce ancora di più se si ricorda che la sinistra attuale dovrebbe essere erede dei partiti storicamente più attenti alle esigenze della popolazione, mentre in questo caso si schiera apertamente al fianco di quello che, una volta, sarebbe stato definito 'il capitale'.
Le ragioni della produzione prevalgono su tutte le altre.
A questo punto pare difficile biasimare l'elettore che non si sente più in alcun modo rappresentato, tutelato, difeso, da chi non fa altro che prostrarsi dinanzi ai capitali stranieri, rispondendo ciecamente ed unicamente alla logica affaristica.
Qualunque sia il proprio orientamento politico, occorre registrare un dato di fatto: il vecchio bacino elettorale della sinistra si sta travasando in altri partiti che, in modo più o meno truffaldino, ne recepiscono le istanze dando in pasto al cittadino ciò che vuole sentirsi dire. Di questi tempi, per inciso, basta anche poco.

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