domenica 4 marzo 2018

Provincia di Padova o bestemmia?

C'ero quasi. Volevo concludere la carrellata sui principali partiti candidati alle elezioni sabato mattina, in modo tale da non dover violare il silenzio elettorale di domenica. So bene che il vero silenzio è stato imposto dalla mezzanotte tra venerdì e sabato, però stigatti. Come mio solito sono arrivato con discreto anticipo sulle scadenze, salvo impigrirmi clamorosamente sul finale e pertanto ho dovuto far slittare l'ultimo pensierino.
Oddio, saremmo sopravvissuti anche senza, però mi sarebbe dispiaciuto tralasciare questo partito dalla mia lente d'indagine, per il banale motivo che in questo modo potrò dire di aver letto tutti quanti i programmi dei maggiori candidati, ergo serve anche a me.
Mi sovviene che in occasione del referendum pubblicai la mia decisione il giorno medesimo, quindi sono già ampiamente colpevole. Tanto vale insistere.
Ormai è stata sdoganata la linea di pensiero secondo la quale Mussolini aveva fatto anche cose buone, per cui a maggior ragione tale concezione dev'essere applicata anche ai partiti della Repubblica.

1) Programma giovani. Esiste qualcosa di dedicato ai giovani, davvero. Posto che trovo squallido da un punto di vista intellettuale postulare l'esistenza di una simile categoria, è se non altro apprezzabile che si menzionino e ci si renda conto - o almeno si dia questa parvenza - che la fascia più giovane della popolazione si trova di fronte ad una grossa crisi e con prospettive non troppo allettanti. Prova ne è il largo successo di forze cd. antisistema: non perché sia un male sostenerle, ci mancherebbe, ma la presa che hanno è sintomatica di un rifiuto nei confronti della politica che ha costruito il Paese nel quale stanno crescendo e nel quale dovrebbero costruire il proprio futuro.

2) Piano cultura 4.0 per le imprese culturali e creative che investono in innovazione tecnologica, con particolare attenzione alle aree ad alto tasso di abbandono e al Mezzogiorno. Materie prime e fonti di energia non ne abbiamo, il manifatturiero è in crisi per la concorrenza spietata che giunge dall'estero. La cultura invece è parte della nostra capacità produttiva, mentre l'innovazione sarà uno dei pilastri del futuro, ancora più di quanto già non lo sia ora.

3) Reclutamento strutturale e continuativo di 10mila ricercatori di tipo B nei prossimi 5 anni. I cervelli vanno all'estero perché trovano un lavoro meglio retribuito e maggior trasparenza nei criteri di accesso. Cominciare col dare loro l'opportunità di restare qui è un ottimo modo per evitare che i soldi spesi dallo Stato nell'arco della loro istruzione portino alla formazione di un lavoratore che poi crea ricchezza per un altro Stato.

4) Difesa dell'obbligatorietà dei vaccini. Il motivo non è solo di tutela della salute pubblica, è anche una questione culturale: certe tematiche devono essere sottratte alla decisione del singolo, che può e anzi deve concorrere alla selezione delle persone che poi decideranno per lui, ma la sua voce in capitolo si ferma qua.

5) Sbloccare il turn over all'interno della P.A. per consentire il necessario ricambio generazionale e l'ingresso di personale fisiologicamente più giovane e dotato di competenze eterogenee. La macchina dello Stato per essere efficiente ha bisogno di personale che conosca bene i mezzi informatici e abbia familiarità con essi, affinché ne sfrutti le potenzialità per rendere più agevole e vicino ai cittadini un sistema che spesso si trasforma in un ostacolo anziché in una risorsa.

Tutto così bello e semplice? Neanche per idea!

1) Creazione di liste transnazionali alle prossime elezioni europee. Si perderà il legame del territorio con l'eletto e diventerà un palcoscenico per celebrità e personalità di forte impatto mediatico ma di dubbio valore politico. Bocciata.

2) Il trasporto pendolare. Bella l'alta velocità, chiunque ne abbia fruito è rimasto favorevolmente colpito. Peccato che il trasporto fuori da quella rotta sia peggiorato a fronte di un innalzamento dei costi ingiustificato. Indovinate quale dei due serve il maggior numero di utenti?

3) Un mese di servizio civile obbligatorio in sinergia tra scuola e terzo settore. Ben venga l'impegno degli alunni in attività socialmente utili, ma questa pare che porterà in dote solo una notevole spesa con scarsi risultati pratici.

4) Fondo per la reindustrializzazione. L'Italia soffre la competizione di Paesi che propongono alle imprese condizioni economiche infinitamente migliori in virtù di imposte bassissime, costo del lavoro irrisorio e spesso condite da politiche di incentivi pubblici. Contro tali sistemi è difficile spuntarla, non è che forse sarebbe il caso di guardare al futuro e provare ad anticiparlo anziché trovarsi sempre ad arrancare dietro?

5) Non riguarda un punto del programma, ma è il punto debole più evidente, ed è sotto gli occhi di tutti. Gli altri principali partiti presentano candidati che riscuotono di un maggior consenso presso l'opinione pubblica, quali sono i due più deboli? Il segretario del presente partito, ormai bruciatosi da solo con un clamoroso autogol, e il leader della coalizione nata da una scissione interna al medesimo partito.

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