giovedì 1 marzo 2018

Sensuale, sexy

Primo, secondo e terzo episodio riguardavano due partiti alleati in coalizione e un terzo facente parte di un'altra. Ora si muta radicalmente campo d'indagine e al centro dell'analisi ci sarà un partito che ha coraggiosamente deciso di presentarsi da solo alle elezioni.
Intenzionato a compilare la solita lista di pro e contro, mi sono messo a sfogliare il loro programma e dopo pochi minuti avevo la sensazione di smarrimento che si prova quando s'imbocca l'uscita sbagliata nel dedalo di strade cui si può accedere dalla tangenziale di Milano. Bisogna fermare la macchina e consultare una cartina o un navigatore, insomma definire la propria posizione, perché chiaramente si sta vagando senza una meta. Identico straniamento si prova immergendosi nel programma di questo partito.
Nel paragrafo dedicato allo sviluppo economico si legge che "le nostre priorità quindi sono: maggiori investimenti pubblici ad alto moltiplicatore e crescita dell'occupazione al fine di far crescere l'economia e quindi il PIL unitamente ad una drastica riduzione delle spese improduttive e degli sprechi di denaro pubblico e lotta all'evasione fiscale". Grazie al cazzo, qual è il partito che invece vuole buttare soldi dalla finestra, favorire l'evasione (oddio, su questo ci sarebbe da discutere) e promuovere investimenti infruttuosi? Ci si aspetta che giunga perlomeno una spiegazione, ed ecco che infatti il programma illustra le linee d'intervento: "Spingere l'occupazione con investimenti ad alto moltiplicatore per ridurre il debito pubblico, macigno che pesa soprattutto sulle giovani generazioni. Due obiettivi che vogliamo portare avanti in parallelo attraverso un mix intelligente di maggiori investimenti produttivi e di taglio agli sprechi nella spesa pubblica. In questo modo pensiamo di poter ridurre il rapporto debito/PIL di 40 punti percentuali nel corso di due legislature". Sorvolando per umana pietà sull'improbabile promessa conclusiva, è una supercazzola. Prendono parole vaghe e generiche, le rigirano e le ripresentano come se avessero un diverso significato.
Eppure, a leggere questo documento, si avverte una qualche reminiscenza, l'eco di un ricordo che affiora dal passato, frammenti di frasi, diffuso imbarazzo, immagini sfocate, come se la nostra coscienza volesse ammonirci. Vero, perché anche noi siamo stati così: era il modo in cui rispondevamo ai professori quando non avevamo studiato, non sapevamo cosa dire e allora rigiravamo la domanda, ci aggrappavamo a poche parole chiave, ai principi basilari e ispirati al buon senso più che alla conoscenza dell'argomento, ben consapevoli del fatto che il docente prima o poi si sarebbe stufato e ci avrebbe mandati a posto con tanto di reprimenda e brutto voto.
A questo punto risulta abbastanza facile ironizzare sui trascorsi accademici dei candidati di questo partito, dei quali abbiamo peraltro trovato gli spezzoni di alcuni esami sostenuti in sede universitaria.
Nel primo si mostra il candidato presidente del consiglio, visibilmente indispettito dall'arroganza dei baroni.


Il secondo, invece, immortala un anonimo candidato del collegio di Latina, che non sembra ottenere un miglior esito.


P.s.: per fortuna non tutto il programma è una gigantesca supercazzola, ci sono anche delle proposte più puntuali, ma non sono misure strutturali (e di tanto in tanto già esistono!) e soprattutto vige un diffuso sentore di navigazione a vista, come quando ci s'imbatte in un banco di nebbia in autostrada. Non si sa cosa ci sia davanti, riduciamo la velocità e speriamo che prima o poi finisca.

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